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Cultura | 21 giugno 2018, 18:11

Al Ducale la pistola che sparò a Togliatti

Il cimelio mostrato al pubblico in occasione della presentazione del saggio "Il fattaccio di via della Missione - L’attentato a Togliatti e la rivoluzione impossibile nelle carte del Governo e del Partito", dedicato al difficile momento per l'allora neonata repubblica italiana

Al Ducale la pistola che sparò a Togliatti

Presso la Sala della Società Ligure di Storia Patria a Palazzo Ducale è stato presentato, a 70 anni dall'attentato a Togliatti, il libro "Il fattaccio di via della Missione -  L’attentato a Togliatti e la rivoluzione impossibile nelle carte del Governo e del Partito". L'evento, organizzato dalla Fondazione Diesse Genova, ha visto la partecipazione dell'autrice Graziella Falconi, del presidente della Fondazione Diesse Mario Margini, dal presidente della Fondazione Enrico Berlinguer Ugo Sposetti, e di Ivan Bosco, segretario generale della Camera di Commercio di Genova.

Il saggio firmato d Graziella Falconi opera una "ricostruzione dei moti che hanno seguito l'attentato di Togliatti del 1948 - spiega il presidente della Fondazione Diesse Mario Margini - , che ebbero il proprio epicentro qua in piazza De Ferrari, dove diverse autoblindo passarono di mano dalla polizia ai rivoltosi che protestavano contro l'attentato".

A rendere ancora più interessante l'iniziativa ha contribuito l'esposizione della Smith and Wesson con la quale nel 14 luglio del '48 Antonio Pallante sparò a Togliatti nel tentativo di ucciderlo. "La pistola - continua Margini - rimase a lungo fra i reperti dei tribunali, e poi fu consegnata a Nilde Iotti, che la lasciò in un cassetto. Successivamente l'arma fu trovata dalla figlia della Iotti e la Fondazione Diesse ne ha chiesto l'affido".

 

La pistola che sparò a Togliatti e "Il fattaccio di via della Missione" nelle parole del presidente della Fondazione Diesse Mario Margini:

"I documenti sui quali è stati scritto il libro sono quelli dell'archivio Gramsci di Roma, che raccoglie carte del Pci, dell'archivio di stato e poi materiale di repertorio dell'epoca come giornali - racconta l'autrice Falconi - . L'attentato conserva un suo mistero: l'episodio non fu chiarito allora e credo non sia possibile farlo oggi. Certo però che fra quanto dichiara il ministero degli Interni mezz'ora dopo l'attentato e il susseguirsi degli avvenimenti c'è sicuramente una narrazione che è cosparsa di piccoli punti neri che gettano un'ombra più grande sula vicenda".

L'autrice del saggio, Graziella Falconi:

 

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