/ 

| 23 luglio 2018, 17:12

Pillo: il robot infermiere che ci curerà in casa

Pillo-Health è un assistente virtuale nato per somministrare ai pazienti la cura e destinato a rivoluzionare la sanità. Ideato da Emanuele Musini, la sede di Pillo Labs si trova a Boston e a Genova, nel quartiere di Cornigliano (VIDEO)

Pillo: il robot infermiere che ci curerà in casa

Si potrebbe definire la versione care, ossia sanitaria, di Google Home. Perché Pillo-Health, è un assistente virtuale, nato per aiutare i pazienti cui deve essere somministrata una cura. Ma non solo. Gli puoi chiedere anche le previsioni meteo, quante calorie ha una banana e di farti ascoltare la radio. E naturalmente di mostrarti il piano terapeutico giornaliero personalizzato e darti le pillole.

Pillo Labs ha una sede a Boston, il centro principale per gli studi sull’health care statunitense, e investitori internazionali, che hanno puntato su questa innovazione a suon di milioni di dollari. E alla fine dell’anno sarà lanciato sul mercato americano. Dove già la stampa parla di lui: un esempio su tutti: Forbes (per leggere clicca qui).

Eppure il piccolo robot da tavolo dagli occhioni tondi e luminosi, è italiano. Come anche la sede genovese, nel quartiere di Cornigliano, dove lavorano 19 persone, tra ingegneri e designer, assunti di recente. E qui, facendo la spola tra Italia e Stati Uniti, abbiamo incontrato anche il suo ideatore umbro, Emanuele Musini, fondatore della start up e Ceo di Pillo-Health, che ha voluto creare un robot alla portata di tutti – quando sarà disponibile sul mercato privato costerà quanto un cellulare – insieme agli amici, ingegneri genovesi, Emanuele Baglini, Paolo Vernazza e Antonello Scalmato.

L’idea dell'assistente infermiere virtuale è piaciuta così tanto, che, lanciata, per fare una prova, sul mercato digitale, alcuni anni fa, ha avuto un tale successo – sono strati acquistati 130 mila pezzi di Pillo in un mese  attraverso il crowdfunding-, che colossi come Black&Decker hanno voluto investire milioni in questo robot, che sarà semplicemente a portata di wi-fi: con la semplice connessione, infatti, si potrà avere nelle case di cura, negli ospedali, nelle farmacie e nelle normali abitazioni.

Grazie a un algoritmo il robot- infermiere è in grado di effettuare il riconoscimento facciale della persona, chiederle come sta, contattare il medico curante, darle le medicine quotidiane. Il suo sviluppo, naturalmente, è costante, come i progressi e le funzionalità che andranno ad aumentare: solo dal timbro della voce, sarà in grado, per esempio, di capire se la persona che interagisce con lui è affetta da Alzheimer o depressione altre patologie.

Si tratta, quindi, di un’idea che non esisteva prima, e che potrebbe entrare nelle case di tutti rivoluzionando il modo tradizionale di curarsi.

 

Medea Garrone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium