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| 15 agosto 2018, 14:54

Ponte Morandi, il professor Brencich: "Grandissime debolezze progettuali"

"Il crollo del ponte non può essere una fatalità; il ponte è un prodotto dell'uomo e se crolla con queste conseguenze è chiaro che c'è qualcosa che non ha funzionato"

Il ponte sulla copertina della Domenica del Corriere nel 1964

Il ponte sulla copertina della Domenica del Corriere nel 1964

Già negli anni Novanta gli stralli erano talmente corrosi che era stato necessario sostituirli completamente. Quando il ponte aveva solo 23 anni. A ricordarlo è Antonio Brencich, docente all'Università di Genova e ingegnere che già in passato aveva sollevato pubblicamente dubbi sulla tenuta del viadotto dell'A10 che passa sul torrente Polcevera. Per Brencich "il crollo del ponte non può essere una fatalità; il ponte è un prodotto dell'uomo e se crolla con queste conseguenze è chiaro che c'è qualcosa che non ha funzionato. Prima però di cercare il colpevole bisogna capire cosa sia successo". 

Accolta come un'opera avveniristica, non ha passato l'esame del tempo, anche per un traffico veicolare che negli anni si è decuplicato. "Ma - ricorda Brencich - questi ponti avevano delle grandissime debolezze progettuali, decisioni che erano superate già negli anni Settanta". 

Il ponte di "Brooklyn", come l'hanno sempre chiamato i genovesi per via della somiglianza con quello statunitense, è finito nel mirino del professor Brencich due anni fa. "Viene indicato come un capolavoro, in realtà è un fallimento", aveva dichiarato in un'intervista. 

Brencich sottolineava che "il viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l'aumento dei costi di costruzione preventivati", motivando le sue parole con una serie di dati tecnici. Il senso è che "fin dai primi decenni il ponte è stato oggetto di manutenzioni profonde (fessurazione e degrado del calcestruzzo, nonché creep dell'impalcato) con costi continui". 

Di recente erano in corso lavori di consolidamento, ha riferito Autostrade, che in un report del 2011 indicava come "il volume raggiunto dal traffico provoca un intenso degrado della struttura del viadotto, in quanto sottoposta a ingenti sollecitazioni". Documentato sempre da una relazione di Autostrade c'è il fatto che nel 2009 si studiò l'ipotesi di una demolizione controllata del viadotto nell'ambito del progetto sulla Gronda di Genova, il nuovo collegamento autostradale da anni fortemente osteggiato dai comitati No-Gronda. Ma l'ipotesi fu accantonata, anche perché senza un'alternativa valida e studiata. 

Costruito tra il '63 e il '67 dalla Società Condotte, progettato dall'ingegner Riccardo Morandi, il ponte è stato realizzato con "una metodologia costruttiva che risente del suo tempo, in cui dominava il dio cemento - ha commentato Enrico Sterpi, segretario dell'Ordine degli Ingegneri di Genova - Vista oggi rappresenta uno schema strutturale che non ha senso". 

 

rg

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