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Cultura | 25 settembre 2018, 15:00

Paola Nizzoli: l'unica artista al mondo a fare della Biodiversità un'arte (di cera)

Nel suo laboratorio in Carignano realizza opere uniche al mondo, grazie a una conoscenza e un'abilità senza pari nella ceroplastica. E' Paola Nizzoli. Ecco intervista e tutorial per apprendere questa tecnica antichissima di modellazione della cera d'api (VIDEO e FOTO)

Paola Nizzoli: l'unica artista al mondo a fare della Biodiversità un'arte (di cera)

“Ho imparato dalla grande scuola dell'universo vegetale e dalla botanica, che la biodiversità e l'unità sono un segno di forza e che l’omologazione rende deboli. Ogni elemento naturale è indispensabile all'altro nell'armonia della diversità e questo dovrebbe valere anche per la specie umana.”

Si potrebbe pensare che ad affermarlo sia uno scienziato, qualcuno che abbia fatto della ricerca in ambito naturalistico la propria ragione di vita. In realtà lei fa qualcosa che va oltre, e che comprende, insieme alla Botanica, anche l’arte. Un’arte antichissima, tramandata nei secoli, ma che si sta perdendo e di cui lei conosce ogni segreto.

Unica artista al mondo a realizzare opere in cui vero e verosimile si confondono, facendo di un’opera d’arte la realtà e della realtà un’opera d’arte, lei è Paola Nizzoli, specializzata in ceroplastica. Tanto che perfino il peso delle opere corrisponde al modello vero, ingannando i sensi.

Nata a Bergamo, ma cresciuta a Genova, dove vive e lavora nel suo laboratorio in Carignano, nel 2016 è stata insignita del prestigiosissimo riconoscimento internazionale che l’Accademia dei Georgofili di Firenze conferisce “In Onore dell’Italia che ci Onora”. La motivazione? “Aver perfezionato le tecniche artistiche nella ceroplastica, coniugando manualità, inventiva e perfezione ad approfondite conoscenze in campo botanico, tali da renderla una preziosa testimonianza artistica e scientifica unica e apprezzata a livello internazionale.”

Le sue sculture in cera d’api, infatti, si trovano in musei di fama mondiale; dal 2013 la sua opera sulla Biodiversità è esposta, non a caso, in modo permanente al Muse, il celebre museo della scienza di Trento progettato da Renzo Piano, mentre la riproduzione tridimensionale della “Canestra di frutta” di Caravaggio era al Museo di Arte Contemporanea di Milano. Senza dimenticare che si è confrontata anche con Bartolomeo Bimbi, con un trionfo di 250 agrumi di 56 specie diverse e 600 foglie, esposto a Palazzo Spinola di Genova nel 2011 in una sua personale, ma anche con maestri come Medardo Rosso e Manzoni, citato con la sua "Salsa di pomodoro d'Artista".

E del resto anche Vittorio Sgarbi ha voluto una sua opera per Expo Milano 2015: un’installazione costituita da tre paioli, il più grande dei quali misura quasi un metro di diametro e contiene frutti, mentre un altro verdure e il terzo scarti. Mentre la “Piramide alimentare”, una struttura di 3 metri d’altezza e 4 di base, composta da 1927 elementi, tutti in cera, è stata commissionata per la mostra “Il Cibo nell’Arte. Capolavori dei Grandi Maestri dal Seicento a Warhol” a Brescia.

E ancora, dallo scorso marzo e per un anno, il Museo Stibbert di Firenze ha voluto per la mostra “Conviti e Banchetti”, che le sue sculture rappresentassero le tavole imbandite dei banchetti dal Rinascimento all’Ottocento: un percorso storico in cui design e decorazione della tavola sono esaltati dalle sue alzate di frutta, dai dolci, e da ogni prelibatezza.

Questo perché, appunto, “L’universo vegetale, fiori e frutti sono sempre stati impulsi creativi che hanno ispirato, da sempre, opere in ogni settore dell'arte e dell'artigianato per quella necessità irrinunciabile dell'uomo di convivere con le piante e vivere di piante, dialogo inesauribile tra natura e arte e scienza.”

Un dialogo davvero continuo per l’artista, che spiega che “La scienza è ricerca, scoperta, soluzione, documentazione e l'arte è testimonianza, è la traccia del passaggio dell’uomo sulla terra e per questo va rispettata, protetta, tramandata. Bisogna ricercare nella bellezza il linguaggio che attraverso l'arte e la cultura, rimanda ad un concetto che serve a fornire strumenti migliori per una convivenza, una crescita e una trasformazione sociale, politica, economica civili. Perché attraverso l’arte, la cultura e la bellezza si possono modificare e indirizzare i comportamenti collettivi”.

Si tratta, quindi, di un impegno che va al di là della perfetta riproduzione realistica, resa grazie a una perizia certosina nella cura del dettaglio, che non ha eguali; in questo caso, appunto, alla capacità si unisce una conoscenza impareggiabile della cera d’api e delle tecniche di lavorazione, ma anche una funzione sociale.

“Spero che il mio lavoro, attraverso anche la ricerca del passato, possa essere utile alla divulgazione e spero anche che il materiale esistente venga meglio conosciuto e adeguatamente valorizzato, e che interventi di restauro siano finalizzati al mantenimento di un patrimonio culturale unico sotto il profilo scientifico, artistico e storico. Spero – conclude - che l’attenzione resti viva sull’immenso patrimonio dell’uomo, uomo che negli ultimi decenni è estremamente e pericolosamente distratto”.

 Ecco il tutorial per realizzare un frutto in cera secondo l'antica tecnica.

Medea Garrone

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