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Attualità | 14 dicembre 2018, 14:55

"Riprendiamoci Genova": Liguria e Piemonte insieme per lo sviluppo (VIDEO)

Il crollo del ponte Morandi come punto di partenza per il rilancio della logistica e dello sviluppo di tutto il nord ovest del paese, questo l'auspicio espresso dai comitati di Genova e Torino per il sì alle infrastrutture

"Riprendiamoci Genova": Liguria e Piemonte insieme per lo sviluppo (VIDEO)

"Riprendiamoci Genova", questo il titolo dell'iniziativa promossa dal comitato "Sì, Genova vuole sviluppo", in collaborazione con il comitato "Sì, Torino va avanti", dedicato al tema delle infrastrutture e dello sviluppo economico per tutta l'area del nord-ovest del paese, e al lancio di una mobilitazione cittadina nel capoluogo ligure per sensibilizzare le istituzioni.

"Genova fa parte di un'area territoriale con interessi comuni, che è quella del nord-ovest -spiega Andrea Acquarone del comitato genovese -, parliamo di sviluppo, lavoro e di infrastrutture. Il fatto che ci sia un coordinamento, anche perchè a Torino c'è stata una grande mobilitazione su questi temi, è sicuramente importante".

Il legame tra Genova è Torino nel comune interesse alla modernizzazione della logistica è sottolineato anche da Patrizia Ghiazzi, del comitato piemontese: "Sicuramente il tema della macro area del nord-ovest è sempre stato presente, ma il crollo del ponte Morandi è stata una ferita per i torinesi, oltre che naturalmente per i genovesi, che ci ha ulteriormente avvicinato. Noi piemontesi siamo veramente molto connessi con la Liguria, e sentiamo un legame che è vera e propria fratellanza".

Due le istanze principali che l'iniziativa si propone di promuovere per Genova. Si parte dalla richiesta ad istituzioni e amministratori locali di dotare di un "piano di sviluppo a lungo periodo" Genova, come strumento di indirizzo capace di attraversare con continuità il succedersi dei mandati amministrativi. La seconda richiesta prevede la ridefinizione strutturale del metodo di finanziamento del territorio, tramite la destinazione alle istituzioni locali del 10% delle imposte generate dal porto di Genova, sia per finanziare il piano di sviluppo sia per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Si tratta secondo i comitati di un riconoscimento che si avvicinerebbe ai trattamenti di cui godono le grandi città portuali europee, come Marsiglia o Barcellona.

Obbiettivo dell'iniziativa, oltre alla riflessione sui temi della macro area, è anche il lancio di una manifestazione a Genova sul tema delle infrastrutture: "Chiamiamo la cittadinanza a una nuova mobilitazione per il 20 gennaio che sostenga queste istanze comuni - dichiara Andrea Acquarone -. Noi siamo esponenti della società civile, senza cariche politiche o connotazioni, e facciamo appello al mondo del lavoro, alle categorie produttive, per avere un'unica e chiara voce sulle opere necessarie allo sviluppo del territorio", dichiara Acquarone.

Per il comitato "Si, Genova vuole sviluppo" in effetti il parere favorevole alla realizzazione grandi opere in ogni caso va condizionato, caso per caso, entrando nel merito dei progetti: "La posizione sulle grandi opere non dev'essere ideologica - chiarisce Acquarone - ma si deve entrare nel merito e capire quali siano le priorità: dal nostro punto di vista una connessione rapida ed efficace fra Genova e Milano è fondamentale. Fra le altre opere che sono necessarie alla città, e sono diverse, bisognerà capire quali sono quelle prioritarie e ascoltare i territori, per trovare la più ampia condivisione possibile".

"Noi crediamo che Genova abbia bisogno di un piano di sviluppo strategico a medio -lungo periodo - conclude Acquarone - Questo significa mettere insieme competenze diverse per disegnare un'idea di città per il 2030, così da capire quali siano le vere priorità. L'analisi costi-benefici proposta dal governo mi sembra uno strumento vecchio per fare una cernita simile, in quanto non prende in considerazione una serie di fattori cruciali per una corretta decisione. Forse uno strumento più adeguato allo scopo potrebbe essere costituito da qualcosa di simile a una Territorial Review, come successe a Milano prima del rilancio della città".

Redazione


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