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Politica | 10 gennaio 2019, 13:48

Cinghiali su A1, Bruzzone (Lega) interviene in aula: "Non si può morire per un cinghiale in autostrada nel 2019"

L'intervento in aula del senatore ligure nella giornata di ieri.

Cinghiali su A1, Bruzzone (Lega) interviene in aula: "Non si può morire per un cinghiale in autostrada nel 2019"

Francesco Bruzzone, Senatore della Lega e vice presidente Commissione ambiente del Senato, è intervenuto in aula il 9 gennaio 2019 sulla questione legata alla presenza di ungulati, della specie cinghiale, su strade e autostrade con possibili risvolti negativi in termini di sicurezza stradale. Ecco le sue parole:

"Ho chiesto di intervenire a fine seduta per ricordare che il 3 gennaio scorso un ragazzo di ventotto anni è deceduto in autostrada, nel tratto tra Lodi e Casalpusterlengo, mentre la sua fidanzata di ventisette anni è in gravissime condizioni. Altre dieci persone sono state ferite, tra cui cinque minori. Si tratta però non di un normale incidente autostradale, ma dell'ennesimo caso di incidente creato dalla presenza di animali, in questo caso selvatici, ovvero ungulati, della specie cinghiale, in autostrada.

Ferma restando la responsabilità di chi deve avere cura della recinzione e della protezione della rete autostradale, il fenomeno degli incidenti causati da animali selvatici sulle strade del nostro Paese sta assumendo dimensioni veramente rilevanti. Solo in Lombardia, ultimamente si sono verificati 400 incidenti stradali, di cui due mortali e migliaia di altri incidenti sono avvenuti in altre Regioni.

Le Regioni hanno il compito di gestire e verificare la presenza degli animali selvatici sul proprio territorio, ma non riescono a farlo liberamente o come si dovrebbe. La Regione Lombardia - ad esempio - che è stata direttamente coinvolta da questo ultimo grave incidente, non ha la possibilità di provvedere al controllo della fauna selvatica, in quanto impedita da pareri che gli vengono forniti dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), che sostanzialmente vietano la possibilità di fare gli interventi come dovrebbero essere fatti.

Nella fattispecie, viene vietato il controllo tramite la braccata perché ritenuta troppo invasiva, tralasciando - da parte di ISPRA - il fatto che, forse, se si tratta di atteggiamenti invasivi, occorre riferirsi ad animali che provocano morti e incidenti nelle nostre strade. Siamo a conoscenza di cittadini oggi seduti su una sedia a rotelle a causa di un incidente.

Avviandomi alla conclusione, è necessario, quindi, rivedere completamente il sistema, ovvero eliminare i pareri centralizzati di un ente come ISPRA su giudizi e iniziative che dovrebbero essere di carattere locale. È necessario mettere riparo a una sentenza della Corte costituzionale, che ha modificato il sistema del controllo faunistico nel nostro Paese, ridando la possibilità agli operatori interessati di intervenire. Da questo punto di vista, il richiamo che faccio - sostenuto anche dall'intero mondo agricolo, oltre che da tutti quei cittadini che viaggiano nelle nostre strade, autostrade, ma soprattutto nelle strade di campagna e di Appennino - è che si giunga il più velocemente possibile a una revisione della legge nazionale e al superamento della mentalità ISPRA e dei suoi pareri spesso e volentieri imbarazzanti, come nel caso di specie. Del resto, è sufficiente ricordare il parere ISPRA trasmesso alla Commissione europea sui cosiddetti KC: dobbiamo eliminare posizioni che alla fine risultano rivelarsi un danno grave alla salute pubblica, alla quale tutti quanti dobbiamo badare, superando determinate mentalità animalistiche o protezionistiche che, purtroppo, ogni giorno che passa, regnano sempre più anche all'interno di un istituto importante come ISPRA".

Comunicato Stampa


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