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Cultura | 01 febbraio 2019, 14:00

"Agende Rosse" della Legalità: la lotta del "pasionario" Carbone in ricordo di Borsellino

Giuseppe Carbone, presidente e “pasionario” del Movimento Agende Rosse Genova “Falcone – Borsellino”, da anni si dedica, come una missione, ad andare nelle scuole per parlare dei due magistrati uccisi dalla mafia. Lo abbiamo intervistato

"Agende Rosse" della Legalità: la lotta del "pasionario" Carbone in ricordo di Borsellino

Un passato nelle Polizia e poi a insegnare a Borgo Fornari, soprattutto la legalità, che definisce “il nostro pane quotidiano”. È Giuseppe Carbone, presidente e “pasionario” del Movimento Agende Rosse Genova “Falcone – Borsellino”, che da anni si dedica, come una missione, ad andare nelle scuole per parlare dei due magistrati uccisi dalla mafia, e che trascorre ogni 19 luglio in Via D’Amelio, a Palermo. Tra le molteplici iniziative di cui si fa promotore – ha portato in classe il poliziotto che ha arrestato Brusca, ha titolato una piazza a Ronco Scrivia a Falcone e Borsellino, ogni maggio celebra a Campomorone la Giornata della Legalità e per il prossimo 4 marzo ha preparato un grande evento al Carlo Felice – oggi invita a creare l’Agenda Rossa della Legalità in classe. Perché “Un giorno questa nostra terra sarà bellissima”.

Quando nasce a Genova il Movimento Agende Rosse, fondato da Salvatore Borsellino?

Nasce circa tre anni fa ed è l’unico di tutta la Liguria. Ho conosciuto Salvatore Borsellino durante un incontro in una scuola, e dal momento che a Genova non c’era una sezione di Agende Rosse, gli ho chiesto il permesso per crearlo. Per regolamento si deve intitolare a una o più vittime di mafia e l’ho dedicato a Falcone e Borsellino, perché sono i miei eroi. Io sono stato in Polizia, sono di origine calabrese, e per me è un argomento molto sentito quello della legalità e della mafia.

Quali iniziative hai intrapreso sul territorio?

La prima è stata la presentazione del Movimento al Teatro Stabile due anni fa: è stato un grande successo. Sul territorio c’è grandissima collaborazione con il Comune di Campomorone e la sindaca Paola Guidi, che si è messa a disposizione trovandoci una sede, che è in Via Martiri della Libertà 8. Col Comune abbiamo Istituita la giornata della legalità, che si tiene il primo sabato di ogni maggio e l’anno scorso, in quell’occasione, è stata data la cittadinanza onoraria a Salvatore Borsellino. Quest’anno si celebrerà il 4 maggio. Ci definiamo sentinelle della legalità sul territorio, perché collaboriamo con le forze dell’ordine, incoraggiamo i cittadini che subiscono soprusi di ogni genere a denunciare, e li accompagniamo dai carabinieri e dalla polizia. La legalità è il nostro pane quotidiano. Siamo apartitici, non prendiamo fondi da nessuno, siamo tutti autofinanziati. Inoltre abbiamo istituto un concorso per le scuole: “Nel nome di Paolo e Giovanni”. Gli elaborati sono valutati e premiati ogni anno a Campomorone da Salvatore. Siamo alla seconda edizione e la traccia di quest’anno è: “Senza legalità non c’è comunità e la comunità siamo noi”.

E poi sei sostenuto anche da Ronco Scrivia e Borgo Fornari.

Sì, abbiamo una bella collaborazione anche con Ronco Scrivia e la sindaca Rosa Oliveri. Anche lì organizziamo manifestazioni e abbiamo intitolato una piazza a Falcone e Borsellino e agli agenti della scorta, con il monumento e la targa toponomastica, vicino alla stazione. A Ronco vorremmo anche fare un incontro sulle donne contro la mafia, invitando le donne familiari delle vittime di mafia.

Oltre a insegnare vai nelle scuole a parlare di Falcone e Borsellino?

Da quando è nato qui il Movimento Agende Rosse, offro la mia disponibilità gratuita: insegno a Borgo Fornari, ma il lunedì mattina lo dedico agli incontri nelle altre scuole. Mando mail a tutti gli istituti e se mi invitano vado: sono stato anche in Piemonte. L’ultima scuola in cui sono stato, a fine gennaio, è stata la scuola elementare di Campomorone. I bambini erano molto sensibili alla parola “morte” e “strage”, per cui ho raccontato una fiaba, per così dire, raccontando di due bambini, Paolo e Giovanni. Ma mi ha emozionato molto, perché anche loro hanno iniziato a raccontare dei genitori poliziotti che arrestano i cattivi. Il tempo è volato e ci siamo ripromessi di rivederci e ho lanciato l’idea di creare l’agenda rossa della legalità, cioè un quaderno rosso della classe, in cui tutti dovranno confidare, come in un diario, ciò che noteranno di brutto - che può essere quindi uno stimolo a segnalare i disagi eventuali – e di bello, e li accompagnerà per tutto il ciclo scolastico fino all’ultimo anno delle elementari. Me la faranno vedere e magari anche a Salvatore quando verrà a maggio.

Proporrai in ogni scuola l’Agenda Rossa della Legalità?

Soprattutto alle elementari e medie. Anche se non è detto che non si possa fare anche alle superiori, ma con loro si fa una discussione diversa e si usa un linguaggio diverso, anche con proiezioni di video e immagini. Serve il dovere della denuncia iniziando dalle elementari. Nella mia scuola di Borgo Fornari ho portato Luciano Traina, il poliziotto che ha arrestato Giovanni Brusca. Lui era fratello di un agente della scorta morto con Paolo.

I più grandi conoscono Falcone e Borsellino? 

Spesso gli studenti i più grandi, delle scuole superiori, non sanno chi erano. Questo mi rattrista molto, perché vuol dire che non ne parlano a casa con i genitori e non si studiano a scuola, perché non si arriva alla storia più recente.

Cosa significa per te ricordare Borsellino?

Amo la frase di Paolo Borsellino: “Un giorno questa nostra terra sarà bellissima”. Mi tocca da cittadino italiano da insegnante e da calabrese. Aspetto con ansia questo giorno. Per questo mi dedico anima e corpo alle Agende Rosse, a volte trascurando anche la mia famiglia, non lo nego. È un amore viscerale che cerco di diffondere ovunque vada. Ma mi aiuta anche un team di persone splendide, come Leonardo Parodi. Per me è questione di riscatto morale, del territorio: voglio pronunciare il nome Calabria con orgoglio e amore, anche perché la grande maggioranza delle persone lì è onesta, è gente che combatte la mafia e la delinquenza. Basti guardare a ciò che fa il Procuratore Gratteri. Mi commuovo a parlare di Paolo e le mie ferie le trascorro a Palermo in Via D’Amelio il 19 luglio, con tutte le Agende Rosse. Nel 25 esimo della strage Salvatore ha organizzato un giro d’Italia in bicicletta, partendo da Ivrea fino a Palermo: si chiamava “L’Agenda ritrovata”. Salvatore ne aveva idealmente una identica a quella di Paolo, che abbiamo riportato da Milano alla casa di Paolo a Palermo, per dire che deve tornare lì con tutta la verità. Ogni persona ci metteva la firma e ha scritto un pensiero. È stato bellissimo, ma gli è stato dato poco rilievo dai media. Invece è importante che la gente si ricordi chi sono stati loro, Borsellino e Falcone, come anche Fava o Livatino.

Per marzo hai organizzato una grande evento?

Sì, il 4 Marzo evento al Carlo Felice abbiamo preparato “Sicurezza e legalità”, un incontro per tutte le scuole superiori della provincia di Genova. Parteciperanno il sindaco Bucci e Toti, e come ospiti Salvatore Borsellino, Valeria Fazio, procuratore generale della corte d’Appello di Genova, Francesco Cozzi, procuratore capo, Fabio Repici, avvocato famiglia Borsellino, che ha seguito il processo sulla trattativa Stato-Mafia, e Stefano Mornile, autore del libro “La repubblica delle stragi”, che sarà presentato in quest’occasione. Mentre Annalisa Insardà reciterà il monologo “La scorta” e Angelo Garavaglia Fragetta, il nostro “investigatore”, presenterà “Nuove ipotesi sul furto dell’agenda rossa”. Infine ci saranno i massimi vertici delle Forze dell’Ordine e il Cardinale Bagnasco. Naturalmente saranno letti i nomi delle vittime della strage di Capaci e Via D’Amelio, per ricordare simbolicamente tutte le vittime delle stragi.

Medea Garrone

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