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Cultura | 25 marzo 2019, 11:51

"In nome del padre": con la consulenza di Recalcati, lo spettacolo di Perrotta al Duse

Mario Perrotta indaga l’evoluzione della figura del padre nella nostra società con il suo nuovo spettacolo In nome del padre, che sarà in scena al Teatro Duse da mercoledì 27 a domenica 31 marzo

Foto di Luigi Burrioni

Foto di Luigi Burrioni

Mario Perrotta indaga l’evoluzione della figura del padre nella nostra società con il suo nuovo spettacolo In nome del padre, che sarà in scena al Teatro Duse da mercoledì 27 a domenica 31 marzo nell’ambito della stagione 2018/19 del Teatro Nazionale di Genova.

Scritto con la consulenza dello psicanalista Massimo Recalcati, noto al grande pubblico per i suoi saggi ma anche per la partecipazione a trasmissioni televisive (ha recentemente condotto Lessico amoroso su Rai 3 il lunedì in seconda serata), In nome del padre è nato sulla base di una spinta emotiva.

«Con lo spettacolo Odissea avevo chiuso i conti con l’essere figlio, ma da quattro anni sono padre, una parola che riempie il mio quotidiano di nuove sfide» ha dichiarato Mario Perrotta. «Ho avvertito l’esigenza di ragionarci a fondo con gli unici strumenti che riconosco miei - la ricerca drammaturgica, la messa in scena, l’interpretazione - per inchiodare al muro i padri sbagliati che potrei essere, che vorrei evitare di essere, usando tutta l’ironia e il sarcasmo possibili per esorcizzare queste mie paure».

Animato dal desiderio di avere un valido supporto scientifico, l’attore e drammaturgo ha coinvolto Massimo Recalcati, che l’ha affiancato nella scrittura dello spettacolo, nel frattempo delineatosi come primo capitolo di una trilogia dedicata anche alle figure delle madri e dei figli, per esplorare i cambiamenti nelle famiglie millennial e quanto di universale e eterno resta ancora. “Un padre si sostanzia nel suo confronto, anche mancato, con la madre, e padre e madre sono tali perché di fronte ad essi esistono, inflessibili, i figli”, commenta ancora Mario Perrotta, che sulla scena incarna tre padri diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa, caratterizzandoli attraverso gli abiti, il dialetto, l’inflessione, il portamento.

Il minimo comun denominatore tra questi tre padri è la ricerca del dialogo con i figli adolescenti, sempre più difficile in quello che Massimo Recalcati definisce come “il tempo del tramonto dei padri”.

«Nella nostra società la figura del padre e tutti i suoi simboli sono evaporati. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto» spiega lo psicanalista. «I padri smarriti si confondono con i figli: giocano agli stessi giochi, vestono allo stesso modo, parlano lo stesso linguaggio. In questo contesto emerge forte l’esigenza di nuove rappresentazioni del padre. Il teatro può aiutare a cogliere il difficile transito verso un’altra immagine – più vulnerabile e più umana – di padre, la cui presenza i nostri figli – come accade a Telemaco nei confronti di Ulisse – continuano a invocare».

Inizio spettacoli mercoledì, venerdì, sabato ore 20.30, giovedì ore 19.30, domenica ore 16. Biglietti da 12 a 27 euro.

Info teatronazionalegenova.it

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