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Sanità | 18 maggio 2019, 15:39

“La fame nervosa è la conseguenza della nostra profonda iponutrizione!” a cura di Simona Oberto

Non c’è distinzione tra la scelta di cibi salati o dolci. Si mangia in modo compulsivo, vorace, rapido, senza gustare i sapori. Lo stato ansioso accompagna sempre i momenti di fame nervosa

“La fame nervosa è la conseguenza della nostra profonda iponutrizione!” a cura di Simona Oberto

Lo sapete che la maggior parte delle persone , indipendentemente dal loro peso, sono in una condizione di IPONUTRIZIONE? E’ proprio così!! Indipendentemente che ci sia un eccesso di massa grassa o un deficit di massa magra (muscolo), i nostri organismi sono in carenza di nutrienti importanti. E questo perché il nostro cibo si è terribilmente impoverito proprio di tutti gli importantissimi nutrienti indispensabili per mantenerci in una ottima efficienza funzionale, organica e metabolica.

Nutrienti come le vitamine, i sali minerali, i triterpeni, i betaglucani, gli acidi nucleici, le glicoproteine, gli acidi grassi essenziali, gli oligoelementi, i probiotici, la fibra, gli enzimi digestivi e i potenti polifenoli antiossidanti. Parliamo di un cibo sempre più raffinato, processato, sintetico, ricco di zuccheri e grassi idrogenati e arricchito di calorie vuote. Io lo definisco “cibo plastica!” Un cibo imbottito di sostanze chimiche e tossiche che danneggiano e sporcano le nostre cellule, limitandone la funzionalità e accelerandone il processo di invecchiamento precoce. Tutto ciò ci sta regalando cellule affamate, stanche, stressate, che attingono energia dalle riserve vitali del nostro organismo, sempre più affaticato e ammalato. Oggi viviamo in una società in cui il cibo ha perso il suo antico ruolo di “nutrimento”, indispensabile per il nostro sostentamento e sta diventando un comodo riempitivo dei nostri sempre più profondi “buchi esistenziali”. E tutto questo succede perchè ci si dimentica che, la vera gratificazione per la nostra mente non dovrebbe arrivare solo dalla soddisfazione di un piacere immediato, come quello che ci regalano ad esempio un piatto di carbonara o una barretta di cioccolato, ma da un piacere maturato, costruito nel tempo, il cui conseguimento è frutto di impegno e sacrificio…come ad esempio il raggiungimento di un obbiettivo in campo lavorativo, sentimentale o relazionale.

La verità è che le nostre cellule non si nutrono solo di un buon alimento naturale e ricco di nutrienti ma anche e soprattutto di “cibo emozionale”, il cui sapore è intimamente legato al vissuto personale e all’atmosfera affettiva nella quale si vive. Per diventare “noi”, il cibo necessita quindi di una mente serena e appagata...ma sappiamo bene che non è sempre così! Il problema è che a lungo andare queste mancate gratificazioni esistenziali possono diventare vere e proprie patologie psicosomatiche, come la sindrome ansiogena, la depressione, l’obesità, la bulimia, l’anoressia, ma anche la cistite, l’insonnia, la fibromialgia, l’alopecia, le allergie e la sempre più diffusa FAME NERVOSA che è una sorta di dipendenza dal cibo che nasconde un disturbo dell’umore, del comportamento e della alimentazione. Viene chiamata anche “fame emotiva” ed è un vero e proprio disturbo psicosomatico. I sintomi che la caratterizzano sono facilmente riscontrabili. Sopraggiungono in qualsiasi momento della giornata, più spesso la sera, ma sempre al di fuori degli orari dei pasti principali.

Di solito si presenta con un desiderio di cibo che non è legato a un reale senso di fame, ma a un improvviso bisogno di mettere qualcosa in bocca. Non c’è distinzione tra la scelta di cibi salati o dolci. Si mangia in modo compulsivo, vorace, rapido, senza gustare i sapori. Lo stato ansioso accompagna sempre i momenti di fame nervosa e dopo aver mangiato si avverte un senso di rilassamento, ma di breve durata perché quasi sempre sopraggiunge un profondo senso di colpa, perché si ha la consapevolezza di aver fatto “qualcosa di sbagliato”, senza avere la capacità di evitarlo. Questo spiega anche la sua maggiore incidenza nelle ore serali e notturne, perché sono quelli i momenti in cui si avverte di più la solitudine, la stanchezza, l’insoddisfazione e l’assenza di un affetto o di una coccola. Infatti alla base di questo disturbo psicosomatico c’è sempre un’importante insoddisfazione, connessa alla vita affettiva. Un vuoto, una carenza esistenziale, un nodo emozionale, che di solito ci portiamo dietro dalla prima infanzia e che poi con lo stress della vita quotidiana andiamo ad alimentare e risvegliare. Così ogni volta che la persona avverte un senso di vuoto, di carenza o di frustrazione, la reazione più “comoda” è quella di “buttarsi” sul cibo, “comodo riempitivo di buchi esistenziali” Lui, il cibo, è lì, fedele compagno delle nostre sventure, sempre pronto a consolarci in ogni momento del giorno e della notte, gustoso, invitante, abbondante e sempre più a basso prezzo!

Lui non ci tradisce, non ci dice mai di no!! Lui ci soddisfa, ci riempie, ci appaga. Diventa una sorta di droga e come tutte le droghe…ci ammala! In seconda battuta arriva il senso di colpa che ci costringerà quasi sempre a scelte sbagliate come quelle di “buttarci” in diete iponutrienti, disordinate, sbilanciate, “fai da te”, pericolose per il nostro equilibrio psicofisico. Infatti, senza pensarci due volte, eliminiamo “cibi” (quindi nutrienti) a caso, perché lo abbiamo letto su una rivista o perché suggerito dalla vicina di casa, o suggerito in televisione da qualche pseudo dietologo improvvisato che dall’oggi al domani ci toglie tutto ciò che più gradiamo. Ciò con cui la nostra psiche aveva cercato di “rattoppare” tutti i suoi “strappi”.

E così ci ritroviamo dopo qualche mese di assoluto regime alimentare, sì, con qualche chilo in meno (di massa magra tra l’altro!!) ma completamente devastati a livello psicologico, perchè nessuno ci ha insegnato nel frattempo a sostituire il tanto agognato “cibo materiale” con un altro tipo di cibo, quello che ci gratifica a livello esistenziale! Nessuno ci ha detto che per “digerire...la vita” dobbiamo smettere di alimentare solo il nostro stomaco e iniziare ad alimentare anche la nostra mente! E come Counselor psicoemozionale non mi rimane che ammettere che la frase:” Noi siamo quello che mangiamo”, per quanto inflazionata, è dunque veritiera!

Simona Oberto cura il sito web www.cibocuranaturale.com e la pagina facebook "Il tuo coach alimentare".

Redazione

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