/ Cultura

Cultura | 05 agosto 2019, 09:26

Festival dell’Acquedotto, chiusa l’XI edizione tra territori riscoperti e teatro “che sa incontrare le persone”

Terminata l’undicesima edizione del Festival teatrale dell’Acquedotto, dopo due mesi di programmazione e “una proposta culturale che ha la sua cifra nella qualità dei contenuti e nella funzione di riscoperta dei territori e delle storie che li attraversano”

Festival dell’Acquedotto, chiusa l’XI edizione tra territori riscoperti e teatro “che sa incontrare le persone”

Terminata l’undicesima edizione del Festival teatrale dell’Acquedotto, dopo due mesi di programmazione e “una proposta culturale che ha la sua cifra nella qualità dei contenuti e nella funzione di riscoperta dei territori e delle storie che li attraversano”. Questo il commento di Mirco Bonomi, direttore della kermesse teatrale “ma non solo” insieme a Mauro Pirovano in chiusura della kermesse teatrale iniziata a giugno.

Con oltre duemila persone coinvolte tra spettatori e partecipanti alle iniziative il festival ancora una volta si è confermato appuntamento atteso per la Val Bisagno, ma non solo: “Se guardiamo al livello di contenuti e ai luoghi divenuti palcoscenico, ancora una volta siamo soddisfatti per il risultato che abbiamo ottenuto – continua Bonomi – in una edizione che ha ‘aperto’ a novità molto interessanti e accolte positivamente dal pubblico”.

Un pubblico variegato che ha seguito spettacoli teatrali, incontri pubblici, trekking teatrali, eventi sportivi, rappresentazioni in luoghi unici “come il trenino di Casella o il Cimitero Monumentale di Staglieno”, stondaiate andate in scena in spazi rinnovati “come il bosco di Pino Soprano e gli spazi dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto”. Contesti particolari per una proposta culturale che si conferma unica nel suo genere, per Genova e non solo.

L’undicesima edizione si è contraddistinta per una rinnovata diversificazione delle location, con spettacoli anche “fuori dalla Val Bisagno”, come l’extra festival di Villa Bombrini e Sant’Olcese, oltre al già citato ex manicomio di Quarto: una scelta di programmazione che risponde alla “missione” che da sempre contraddistingue il Teatro dell’Ortica, cioè quella “di incontrare le persone” per metterle a contatto con nuovi spunti di riflessione e stimolo culturale, utilizzando anche luoghi insoliti per il teatro, troppe volte inteso come oggetto fruibile in luogo predisposto e “vuoto”.

Ancora una volta, quindi, il bilancio del Festival dell’Acquedotto non è solo fatto di numeri, ma di opportunità e “necessità” veicolate da quel teatro sociale,che “funziona” esattamente come l’acqua a cui la kermesse si ispira nella sua versione infrastrutturale , la cui importanza, nella nostra quotidianità, diventa evidente nella scarsità.  


Comunicato stampa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium