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Attualità | 13 agosto 2019, 12:47

Al via studio per l'iscrizione della patata quarantina bianca all'anagrafe nazionale biodiversità

L'assessore regionale all'agricoltura Stefano Mai: "Ho voluto dare il via a questo progetto perché la patata Quarantina Bianca è un prodotto tipico molto importante del territorio ligure e sono convinto vada riconosciuta a livello nazionale e internazionale"

Al via studio per l'iscrizione della patata quarantina bianca all'anagrafe nazionale biodiversità

È partito il progetto per lo studio della patata Quarantina Bianca dedicato a intraprendere il percorso di registrazione nell’Anagrafe Nazionale della Biodiversità. Ad annunciarlo è l’assessore regionale all’agricoltura, Stefano Mai. “Ho voluto dare il via a questo progetto perché la patata Quarantina Bianca è un prodotto tipico molto importante del territorio ligure e sono convinto vada riconosciuta a livello nazionale e internazionale – spiega Mai –. Dopo un’attenta analisi, abbiamo deciso di intraprendere una collaborazione con l’azienda agricola Villa Rocca di Rezzoaglio che ha una grande esperienza in questo campo”.

Il progetto, come precisa l’assessore, si concluderà entro l’anno. “La fase di studio durerà fino al 31 dicembre del 2019. Da questo lavoro otterremo un’analisi che ci consentirà di presentarci all’Anagrafe della Biodiversità con un dossier che non lascerà equivoci. Avremo uno studio preciso sugli areali di produzione, le rese per ettaro, i metodi di coltivazione, le prospettive di commercializzazione e le valutazioni sul rischio di erosione genetica della varietà”.

Come ribadisce l’assessore Mai, si conferma l’attenzione di Regione Liguria alle produzioni agricole liguri. “Regione Liguria è molto attenta alle produzioni agricole, anche quelle di nicchia, ma che possono rappresentare un importante indotto. Si tratta di attività che ci permettono di conservare la nostra storia e la nostra tradizione. La Liguria è ricca di prodotti unici, d'eccellenza, buoni e sani. Oltre alla patata Quarantina Bianca, penso all’albicocca di Valleggia, all'oliva taggiasca, alle piante aromatiche e, continuando così, l’elenco sarebbe lunghissimo. Il mio obiettivo è che questi prodotti siano tutelati e riconosciuti in maniera chiara e tracciabile. In questo modo potremo supportare concretamente i nostri agricoltori”.

Redazione

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