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Cultura | 17 settembre 2019, 14:52

Inge Morath: prorogata la mostra fotografica al Ducale

Durerà fino al 6 ottobre la retrospettiva di 170 foto curata da Brigitte Blüml–Kaindl, Kurt Kaindl e Marco Minuz

Inge Morath: prorogata la mostra fotografica al Ducale

Palazzo Ducale di Genova proroga fino al 6 ottobre la grande retrospettiva di Inge Morath, che offre la stupefacente occasione di conoscere più da vicino e in modo più intenso, la straordinaria arte creativa e la profonda sensibilità di questa meravigliosa fotografa austriaca, ma autentica cittadina del mondo.

L’esposizione, curata da Brigitte Blüml–Kaindl, Kurt Kaindl e Marco Minuz, si concentra non solo sulla sua ricca produzione fotografica ma soprattutto sulla sua vita, sulla sua sensibilità, sulla sua anima.

Il lavoro di Inge Morath, prima di ogni cosa, è la testimonianza di un rapporto, di una passione, di una necessità con la fotografia.

Le oltre 170 immagini e le decine di documenti ci offrono la più ampia ed esaustiva panoramica sullo straordinario lavoro prodotto da Inge Morath, ripercorrendone l’intera carriera, ma anche regalando al visitatore curioso e appassionato, uno squarcio significativo sulla personalità così sensibile della fotografa austriaca.

Nel corso della sua vita ha viaggiato e fotografato  molto in Spagna, Italia, Romania, Medioriente, America, Russia e Cina.

Non ha affrontato mai questi viaggi con superficialità, bensì con serietà, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni regione dove si recava. Era capace

di parlare correntemente tedesco, inglese, francese, spagnolo, rumeno, russo e mandarino.

Negli scatti esposti  in mostra ritroviamo tutta la forza vibrante dei suoi reportage di viaggio, quello dedicato alla città di Venezia, e le immagini scattate lungo il fiume Danubio, ma anche i reportage realizzati in Spagna e in Russia, nell’Iran e in Cina, in  Romania e negli Stati Uniti d’America, e anche nella sua stessa terra natia, l’Austria.

Sono immagini dove traspare la profonda umanità e sensibilità di Inge Morath, che è la cifra stilistica propria della sua arte.


Inge Morath ha imparato molto da Henri Cartier-Bresson a Ernst Haas e con cui ha collaborato in importanti reportage. Il suo stile fotografico affonda le sue radici negli ideali umanistici conseguenti alla Seconda Guerra Mondiale, ma anche nella fotografia del “momento decisivo”, così come l’aveva definita Cartier-Bresson.

Le fotografie di Inge Morath sono immagini che raccontano squarci della società che la circonda, sviscerandola quasi, ma allo stesso modo narrano molto della sua stessa anima, della sua visione umana. In esse vedi il mondo che è intorno a noi e ci leggi tanto di lei, sono come pagine di un intimo diario segreto, che è, poi, la sua stessa vita e come lei stessa scrive: “La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”.

Inge Morath è stata una donna determinata e volitiva, capace di imporsi in un mondo prettamente maschile, come quello della fotografia; è stata capace di rompere gli schemi sociali, che vedevano, negli anni ‘50, la donna solo come brava moglie e buona mamma (e lei è stata anche moglie e madre di due figli!).

Ma è stata anche una raffinata donna di cultura e sensibilità, vivendo preziose e intense amicizie con i più grandi intellettuali e artisti del XX secolo.

E la ricordiamo anche per essere stata la moglie di Arthur Miller, colei che entrò nel suo cuore dopo la rottura con Marilyn Monroe. Lo conobbe sul set della pellicola hollywoodiana The Misfits, lei come fotografa di set, inviata dall’agenzia per cui lavorava, lui attore protagonista del film, accanto a mostri sacri come Clark Gable e la stessa Marilyn Monroe.

Questa prima retrospettiva italiana è prodotta da Suazes con Fotohof di Salisburgo, con la collaborazione di Fondazione Cassamarca, Inge Morath Foundation e Magnum Photos.

 Sede della mostra : Loggia degli Abati, Palazzo Ducale

 

Orari: martedì – domenica11.00/19.00, lunedì chiuso

Biglietto: intero €10 ridotto 8 €.



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