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Politica | 13 novembre 2019, 12:00

Voltri, Tursi in campo per risolvere la questione dell’ex Albergo Trezzano

Passa all’unanimità, in Sala Rossa, la mozione presentata dalla Lega, che impegna il sindaco Marco Bucci a fare pressioni presso Arte e Regione, al fine di affrontare una volta per tutte il problema del rudere di via Sant’Ambrogio

Voltri, Tursi in campo per risolvere la questione dell’ex Albergo Trezzano

Il Comune di Genova s’impegnerà in prima persona, attraverso il sindaco Marco Bucci, per risolvere l’annosa questione dell’ex Albergo Trezzano di Voltri, struttura che da oltre vent’anni giace abbandonata nel cuore della delegazione del Ponente, ricettacolo di ratti, rifiuti e ogni tipo di sporcizia, e ormai seriamente a rischio di collassare su se stessa.

È passata all’unanimità, nei giorni scorsi, la mozione presentata in Consiglio Comunale dalla capogruppo della Lega, Lorella Fontana, e firmata da tutti i suoi colleghi di partito. Trentatré voti su altrettanti presenti per dire basta a questo buco nero, a questa vergogna cittadina, a questo monumento ai ritardi, alle scarse manutenzioni, al menefreghismo, alla lentezza.

In Sala Rossa, Lorella Fontana ha ripercorso tutta la storia di quello che, un tempo, fu uno degli hotel di Voltri: “Nel lontano 1998, l’allora albergo Trezzano, sito in via Sant’Ambrogio, fu devastato da un orribile incendio, le cui cause sono ad oggi ancora sconosciute. A seguito di tale incendio, la facciata è stata la sola parte rimasta in piedi, e successivamente è stata messa in sicurezza con ponteggi e con una tensostruttura che ha sostituito il tetto. Ma, da quel momento, ciò che è rimasto dell’edificio è in abbandono e degrado: rifugio di colonie di topi, piccioni e sporcizia che, specie nelle stagioni estive, diventa ancor più sovraesposto a situazioni igienico-ambientali molto discutibili”. A firmare la mozione, insieme a Fontana, sono stati tutti i consiglieri comunali del Carroccio: Davide Rossi, Maurizio Amorfini, Mariarosa Rossetti, Federico Bertorello, Francesca Corso, Fabio Ariotti e Luca Remuzzi.

Fontana ricorda: “Dopo una serie di estenuanti diatribe ereditarie, che hanno aggravato e complicato la situazione, la proprietà della struttura è passata ad Arte (l’Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia): ciò aveva dato speranze di veder individuato un soggetto dalla stessa azienda in grado di risanare il palazzo, ma soprattutto al fine di garantire il diritto alla sicurezza dei residenti della zona. Infatti, nel 2012 Arte aveva realizzato un bando per l’affidamento della struttura a privati: in tale contesto si prevedeva la realizzazione di alcuni appartamenti, ma garantendo il mantenimento della facciata e del prospetto storico risalente al Seicento della via medesima”.

Una prospettiva assolutamente interessante, però poi tutto si è arenato. E tutto è fermo ancora oggi: “Nel 2015, fu riqualificata la via in questione attraverso un’opera dal costo di centocinquantamila euro, ma l’edificio oggetto delle problematiche descritte è sempre rimasto imbragato da pilastri e impalcature, in quanto Arte non ha dato alcun seguito alla ristrutturazione. Così siamo giunti a oggi, in un contesto di imbarazzante e deplorevole degrado della zona, e anche la pavimentazione del 2015 sta subendo il sopruso di liquami di ratti e piccioni che abitano il fatiscente ex albergo. Inoltre, residenti e commercianti del posto stanno subendo da ben ventuno anni una situazione davvero inenarrabile, per colpa di un’inazione totale da parte di Arte”.

Nelle scorse settimane, c’è stato un radicale intervento di pulizia della strada, a cura dell’assessorato all’Ambiente coordinato da Matteo Campora, ma è il problema grosso, che va risolto una volta per tutte. La mozione impegna il sindaco Bucci “a farsi portavoce presso Regione Liguria, affinché sia presa in serio esame la situazione di questo ex-edificio, le cui sorti paiono ben delineate dal tempo trascorso, e si addivenga a una risoluzione della vicenda che ha dell’incredibile, ma che sta seriamente danneggiando da anni una fetta di popolazione voltrese”.

Il testo è passato con i voti di tutto il Consiglio Comunale e con un emendamento proposto dal consigliere di Forza Italia, Guido Grillo, che ha proposto “di far pressioni anche su Arte, oltre che sulla Regione, e di relazionare la Sala Rossa entro la fine di gennaio 2020, in modo da indicare delle tempistiche ben precise”.

E mentre Cristina Lodi, capogruppo del Partito Democratico a Tursi, ha rimarcato “le responsabilità ben precise della Regione in questi ultimi quattro anni”, il consigliere di Italia Viva, Mauro Avvenente, ex presidente del Municipio VII Ponente, ha ricordato che “la persona che rimase ferita in quell’incendio del 1998 poi morì a causa delle numerose e gravi ustioni sul suo corpo”. Secondo Grillo, “non è spiegabile che Arte, dopo la gara andata deserta nel 2015, non ne abbia indetta subito un’altra con un prezzo di partenza più basso, come prevede la legge, e si siano invece persi quattro anni in questo modo”. Il consigliere del Pd, Alessandro Terrile, ha infine aggiunto che “sono moltissimi gli altri casi di edifici fatiscenti in città, di proprietà di Arte. Per questo, propongo una Commissione Consiliare nella quale possano intervenire i dirigenti dell’azienda, in modo da relazionarci”.

Intanto l’edificio è sempre più devastato. Anche i ponteggi che lo sorreggono tradiscono ormai i segni del tempo. L’imperativo categorico è fare presto. Per non dover poi raccontare una storia ancora più brutta.

Alberto Bruzzone


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