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Politica | 17 gennaio 2020, 15:24

Servizi sociali di Genova, Fp Cgil: "Aperta la trattativa ma molto resta da fare"

“È necessario contrastare la povertà materiale attraverso meccanismi di predistribuzione"

Servizi sociali di Genova, Fp Cgil: "Aperta la trattativa ma molto resta da fare"

“I lavoratori impegnati nei servizi sociali del Comune di Genova – fa sapere in una nota Fp Cgil di Genova – stanno affrontando e sopportando da tempo e quotidianamente le difficoltà di gestione di un ambito molto delicato dei servizi comunali, rivolto a persone in stato di fragilità. Negli ultimi anni il carico degli adempimenti ed il numero di casi, così come la loro complessità, sono aumentati in uno scenario di costante disinvestimento generale nei servizi sociali”.

“A questo si è sommato – prosegue la nota – l’infamante parallelo col caso giornalistico di Bibbiano che ha sottinteso che tutti gli sforzi e l’esposizione personale non fossero neppure indirizzati in una direzione utile alla collettività. Tanto che gli operatori, in una prima fase inascoltati, sono stati costretti ad entrare in conflitto con l’amministrazione scioperando per chiedere parole chiare rispetto alla qualità del loro lavoro ed investimenti in personale, mezzi e tutele. La loro protesta ha consentito l’apertura di un tavolo sindacale con gli assessori Fassio e Viale di cui il sindaco Bucci si è fatto garante”.

“Alcuni primi impegni sugli investimenti – aggiunge la nota – sono stati assunti dall’amministrazione ma serve un’azione forte, anche culturale e mediatica, per cancellare ogni traccia nell’opinione pubblica delle sterili accuse rivolte, anche indirettamente, verso l’operato dei lavoratori. Serve che ognuno di noi faccia la sua parte, consolidare la qualità del lavoro, gli investimenti, il modello di presa in carico, la reputazione positiva dei servizi e l’autonomia di valutazione delle equipe di specialisti, che li compongono, vuol dire avere tutte le condizioni per erogare supporto di qualità ai cittadini in difficoltà. Al di là degli interventi indispensabili per l’erogazione dei servizi serve però un impegno collettivo per costruire e far accogliere un modello di sociale che non si limiti all’assistenza ma abbia l’obiettivo di evitare ai più fragili la marginalità”.

“È necessario contrastare la povertà materiale – conclude la nota – attraverso meccanismi di predistribuzione, contrastare la povertà di riconoscimento ricostruendo legami e percorsi di condivisione che mettano ciascuno in condizione di non sentirsi escluso. Il sindacato può fare la sua parte ma è solo attraverso un grande sforzo di partecipazione che si può auspicare di ottenere quel cambiamento di cui avvertiamo la necessità”.

Redazione


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