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Politica | 20 gennaio 2020, 18:25

Giampedrone risponde alle critiche del Pd sugli investimenti destinati al ciclo rifiuti

L'assessore: "Con la nostra legge regionale abbiamo raggiunto il 50% della differenziata, entro tre anni tutte le province avranno il loro impianto. Il Pd impari a fare i conti con i dati, sono pubblici"

Giampedrone risponde alle critiche del Pd sugli investimenti destinati al ciclo rifiuti

“Chi ha pensato nel tempo a un Liguria gestita solo ed esclusivamente col sistema delle discariche e con percentuali di differenziata degne del terzo mondo non ha certo i titoli per poter giudicare il lavoro di chi quotidianamente, con fatica e grande impegno, opera per uscire dall’emergenza”, risponde in una nota l’assessore regionale al ciclo dei rifiuti Giacomo Giampedrone.

La nostra legge ci ha fatti uscire da un sistema di raccolta differenziata che la Commissione Bicamerale d’inchiesta nel 2014 definiva “arcaico” e inchiodato a un risibile 35,60%: dal 2016, da quando la legge è entrata in vigore, la crescita della raccolta differenziata è più che raddoppiata, passando dal 2% al 5% di aumento annuo, facendoci recuperare una dozzina di punti percentuali assoluti e portandoci nel 2018 – ultimo anno di cui abbiamo i dati complessivi – al 49,67% di raccolta - aggiunge Giampedrone -. Il Comune di Genova non paga “multe”: tutti i contributi che i comuni meno virtuosi versano vengono restituiti agli stessi comuni, ma con vincoli di spesa per progetti che aumentino la percentuale di raccolta. Non un euro resta alla Regione. Vogliamo parlare degli impianti? Quando ci siamo insediati abbiamo trovato il nulla e ci siamo messi a impostare tutto da zero: nel 2018 è stato approvato il piano regionale con i relativi piani provinciali che finalmente prevedono gli impianti di trattamento. Sono partite le procedure di valutazione, che è quasi definitiva a Imperia, in corso a Savona, in stato avanzato alla Spezia ed è stata presentata quella di Genova. Tutti gli impianti saranno pronti entro i famosi tre anni durante i quali conferiremo parte dei rifiuti al Piemonte”.

“I 28 milioni di cui parla a caso il PD non sono un costo “extra”, ma il costo complessivo speso da Amiu, una cifra che è rimasta praticamente immutata negli anni. Ma c’è una novità: in Piemonte portiamo solo la lavorazione del prodotto che poi viene smaltito a Scarpino, grazie alla riapertura ottenuta da questa gestione. E il Piemonte paga ad Amiu circa 4 milioni per smaltire a Scarpino, soldi che dunque tornano in Liguria. Forse è il caso che il PD studi di più la materia”, conclude Giampedrone.

Redazione


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