C’è un detto talmente antico che neppure si sa da dove abbia preso origine, non si sa chi l’abbia detto per primo, e neppure chi l’abbia messo in pratica la prima volta. Ma è talmente attuale che ogni ricostruzione, in fondo non conta. Tradotto in tutte le lingue del mondo, nella nostra dice più o meno così: “Non c’è gioia più grande che nel donare”. In tempi di pandemia, con la necessità di aiuti e di sostegno che è doppia, tripla e quadrupla, specialmente verso quelle strutture e quelle persone impegnate più direttamente nella lotta contro il coronavirus, anche la gioia diventa doppia, tripla e quadrupla. Nel cuore di chi dona, e anche in quello di chi racconta questi splendidi gesti.
Nei giorni scorsi, nei principali ospedali del Ponente - il San Carlo Evangelico di Voltri, il Padre Antero Micone di Sestri Ponente e il Villa Scassi di Sampierdarena, tutti e tre coinvolti in primissima linea a battagliare e a cercar di salvare più vite umane possibili - sono giunti, e continuano a giungere, copiosi aiuti materiali: dai dispositivi per la protezione individuale (guanti, mascherine, tute monouso, copricapo e copriscarpe) a viveri e alimenti, frutto di raccolte benefiche da parte dei cittadini e dei comitati (come quello di Lungomare Canepa, che ha racimolato decine di migliaia di euro in pochi giorni) e frutto della generosità dei commercianti, in particolare di panifici e pizzerie da asporto. Migliaia di messaggi di solidarietà si trovano sul web, rivolti a medici, infermieri, operatori sanitari, dai più sentiti ai più commoventi.
C’è un’immensa catena umana di persone che manda un pensiero a questi lavoratori, spesso costretti a operare in condizioni sempre più proibitive. Ognuno mette a disposizione quello che ha, quello che può, quelle che sono le proprie competenze. Così hanno fatto, a Pegli, anche tre insegnanti professioniste di danza e ginnastica. Si chiamano Carolina Traverso, Angelica Boccardo ed Eleonora Demaria: nei giorni scorsi si sono chieste che cosa avrebbero potuto fare, pure loro, per dare un contributo personale alla giusta causa. E la risposta l’hanno trovata, intelligentemente, in quello che fanno, in quello che insegnano per tutto l’anno.
Traverso racconta qual è stato il loro dono: “Niente di trascendentale, ci mancherebbe, ma un pensiero che speriamo sia gradito. Molti nostri amici sono medici e infermieri, impegnati allo spasimo in queste settimane. Apprendiamo le loro condizioni di lavoro e possiamo immaginare lo stress, sia fisico che mentale, a cui sono sottoposti. Ecco perché, insieme ad Angelica e a Eleonora, abbiamo pensato di proporre una serie di facili e rapidi esercizi che medici e personale sanitario possono svolgere prima o dopo il loro turno di servizio. Servono a far distendere i muscoli, attraverso buone pratiche di respirazione”.
Le tre insegnanti hanno realizzato un video-tutorial e lo hanno fatto pervenire ai diretti interessati, agli ‘addetti ai lavori’: “È il nostro piccolo aiuto per voi - si legge nel video - non possiamo darvi un supporto materiale in questo periodo, ma abbiamo pensato di darvi un aiuto, sapendo che il vostro tempo è poco, che i vostri turni sono estenuanti e che il vostro fisico inizia a essere veramente affaticato. La prima cosa che vi consigliamo di fare è respirare sempre e comunque, perché il respiro è alla base di tutto, ma è importante farlo in maniera corretta. Vi diamo alcuni consigli per respirare, e vi mostreremo degli esercizi che andranno a sciogliere la tensione muscolare”. Ci sono poi gli esercizi per la colonna vertebrale e gli esercizi per le spalle e per il collo, riassunti in un training essenziale, per cercare di affrontare in condizioni migliori le lunghe ore in reparto e in corsia.
È un messaggio di valore, quello di Carolina, Angelica ed Eleonora. Ma anche un messaggio di speranza: perché più i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri operatori sanitari saranno forti e corroborati per affrontare una guerra che si preannuncia ancora molto lunga, più tutta la cittadinanza potrà mantenere l’ottimismo di uscirne con le minori conseguenze possibili. In fondo è proprio vero, ed è vero da sempre: non c’è gioia più grande che nel donare. A chi sta donando tutto, ma proprio tutto.
In Breve
giovedì 18 aprile
mercoledì 17 aprile