“In questi giorni diversi imprenditori alzano la voce per chiedere la riapertura delle fabbriche – scrive Fiom Cgil Genova in una nota – assicurando ai dipendenti tutte le garanzie sanitarie, ma molte di queste dichiarazioni si scontrano con la realtà: è il caso ad esempio di Fincantieri dove sono state proposte mascherine non certificate dall’Istituto superiore di sanità che si deteriorano velocemente e fatte con materiale scadente che provoca irritazioni”.
“La Fiom Cgil non è disponibile a firmare alcun accordo di rientro – prosegue la nota – se queste sono le condizioni perché il lavoro dà il pane ma non gli si può sacrificare la salute, la strada per arrivare a soluzioni condivise c'è ed è la contrattazione sull'organizzazione del lavoro: presenze, turni, strumenti di sicurezza, produzioni urgenti o meno. Lo abbiamo fatto con Mittal e con Ansaldo verificando ogni giorno il rispetto degli accordi, e lo faremo con tutti coloro che ce ne daranno la possibilità”.
“Ma se c'è chi pensa – conclude la nota – di avere il potere di decidere e quindi di muoversi senza il consenso dei lavoratori assumendo salute e sicurezza come danni collaterali dell'attività, deve sapere che non rimarremo in silenzio: se serve tempo per lavorare in sicurezza prendiamoci tempo”.
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Politica | 09 aprile 2020, 16:13
Le imprese chiedono di riaprire, ma per la Fiom Cgil Genova si torna al lavoro solo se sono garantite salute e sicurezza
"E' il caso di Fincantieri dove sono state proposte mascherine non certificate dall’Istituto superiore di sanità"
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