Giro di vite, un po’ in tutta la città, per quanto riguarda le soste selvagge. Multe in arrivo soprattutto a chi intralcia la circolazione degli autobus, si ferma lungo le corsie gialle a loro riservate, ma anche per chi intralcia il transito dei mezzi di soccorso o dei camion della spazzatura.
La notizia ha destato un certo allarme tra i cittadini, in particolare a Ponente, dove parecchie strade sono strette, eppure a doppio senso di marcia per ragioni obbligate di passaggio.
A Pegli e Multedo, in particolare, la sosta ‘selvaggia’ è una condizione praticamente imprescindibile alla sera, quando non esiste nessun’altra possibilità di lasciare il proprio veicolo. Fino ad oggi, anche se pur sempre in base a un codice della strada ‘non scritto’ ma di buonsenso, c’è stata parecchia tolleranza nelle strade più interessate al fenomeno dei parcheggi serali, specie sui marciapiedi e nelle curve. Ma adesso, quando i pegliesi e i multedesi hanno letto che anche le loro strade sono finite nella ‘black list’ della Polizia Municipale, è salito il livello di apprensione.
Prendere una multa non fa piacere a nessuno. Figuriamoci sottocasa. Figuriamoci scardinare ataviche abitudini, quanto più se dettate dalla contingenza. Quella di Tursi pare una vera e propria ‘sfida’. “Un sistema per fare cassa - tuonano i cittadini - perché i mezzi sono sempre passati senza alcun problema, salvo in rarissime occasioni. Questo è l’ennesimo atteggiamento vessatorio da parte del Comune, verso persone che magari stanno fuori per lavoro tutto il giorno e alla sera tornano a casa e parcheggiano la loro macchina dove possono, non dove vogliono”.
C’è da dire che le soste selvagge non saranno scoraggiate solo attraverso le multe. Gli uffici tecnici della Mobilità stanno pensando, soprattutto in determinate situazioni, di installare dei paletti, di ridisegnare dei posteggi, di ‘liberare’ soprattutto certe curve rendendole di fatto inaccessibili alle quattro ruote. A Pegli le vie interessate dalla ‘rivoluzione’ sono le seguenti: via Loano, via Rexello, via Vianson, viale alla Pineta, via Scarpanto, via Zaccaria, via Beato Martino da Pegli, via Caldesi, via Vespucci e piazzale dei Glicini. In alcune passano le corriere - le autolinee 93 e 189 - in altre no, ma sono molto strette e a doppio senso. Il problema è che non tutti possono permettersi un box, quindi, si finisce giocoforza nella futura ‘zona rossa’.
Come si comporterà la Polizia Municipale? Continuerà a resistere il principio del buonsenso? Oppure le direttive dall’alto sono cambiate e impongono atteggiamenti più restrittivi? Mauro Avvenente, pegliese e consigliere comunale, usa l’ironia: “Sarà mica perché negli anni Cinquanta hanno fatto scempio e massacrato il territorio costruendo, male, in posti improbabili, cementificazione selvaggia ovunque? Oggi ne paghiamo le conseguenze”. Altri cittadini invece chiedono che vengano inserite ulteriori vie per adesso ‘dimenticate’: via Rovetta, via Parma, il lungomare di Pegli.
A Multedo, situazione analoga. La sosta selvaggia sarà perseguita in via Rostan, in via delle Ripe, in via e salita Monte Oliveto. Pure qui sanzioni che vanno dai 50 agli 80 euro. E stessa difficoltà di parcheggiare in maniera corretta, nelle ore serali.
A complicare il quadro, come se non bastasse, c’è anche la situazione di conflitto venutasi a creare nelle strade sottostanti Villa Pallavicini: via Longo, via Garelli, via della Maona. Da una parte i residenti, dall’altra gli eredi della famiglia Gaggero.
E’ una storia che affonda le radici nel passato. Per raccontarla, bisogna partire dagli anni Sessanta, quando i Gaggero costruirono gran parte degli edifici della zona, riservandosi pure la proprietà delle aree esterne, destinate alla sosta. Queste furono lasciate per lunghissimo tempo, praticamente sino ai giorni nostri, nella libera disponibilità dei cittadini, senza nessun costo ulteriore.
Succede poi che, nel 2015, Tursi - in uno dei tanti ‘giri di vite’, evidentemente - chiede ai Gaggero di accatastare quelle aree e pretende che sopra vi vengano pagate Imu e Tari. Fine della pacchia? Pare di sì, perché gli eredi dei costruttori si trovano di fronte a un conto salatissimo, da decine di migliaia di euro. Non resta che far pagare la sosta. Ma quanto è dura non far più valere un diritto acquisito da decenni? Come scalare una montagna. Difatti con le ‘buone’ non se ne esce, se non in rarissimi casi. E non resta che ‘palettare’ tutte le aree.
La storia arriva quindi ai giorni nostri: i residenti raccolgono centinaia di firme da inviare al sindaco Bucci, protestano sotto i loro portoni, organizzano ogni tipo d’iniziativa per bloccare l’installazione dei paletti. Ci sono pure dei segnali verticali, a ricordare che si tratta della ‘Proprietà privata Gaggero - Divieto di sosta ai non espressamente autorizzati - Tutti i trasgressori saranno perseguiti ai sensi degli articoli 633 e 614 del Codice Penale e con prova fotografica’. Non si parla di pochi posteggi, ma di decine e decine di stalli. Guerra di avvocati. I condomini da una parte. I proprietari dall’altra. Nell’attesa di come andrà a finire, anche qui denunce pronte a fioccare come la neve.
Possedere un’auto e abitare a Pegli, nel 2018, può essere una cosa molto, ma molto complicata. E rivelarsi più onerosa del previsto.