Cultura - 23 settembre 2018, 16:47

Il parroco di Voltri e il diavoletto Codamozza

Don Tommaso Danovaro ha presentato a ‘Voltri Comics’ i suoi due libri, dove racconta l’eterna lotta tra il Bene e il Male, con un linguaggio semplice, rivolto soprattutto ai giovani. “Il tutto all’insegna della positività e del motto ‘non c’è caduta dalla quale non ci si possa rialzare”

Don Tommaso si firma semplicemente Tommaso, si veste in t-shirt e pantaloni, si fa dare subito del tu. Ma è un sacerdote di una profondità, una gentilezza e una fede infinite. Unite a una bella dose di carisma.

E’ il classico modello di parroco come lo intende Papa Francesco: sempre disponibile, sempre prossimo, autoritario e severo ma anche l’amico della porta accanto, il confessore e il confidente, la colonna nei momenti bui, il punto di riferimento, la guida. Il classico sacerdore da ‘buongiorno, buonasera, per favore, grazie’, come il Pontefice disse sin dai primi minuti del suo papato, quando si affacciò sul loggione di San Pietro per presentarsi al mondo, lui venuto “dalla fine del mondo”.

Sono parole e modi che devono essere rimasti impressi, e che don Tommaso Danovaro ha fatto suoi. Come stile, come filosofia di vita. Come cardine della sua missione.

Da un anno circa è parroco della chiesa di Sant’Erasmo di Voltri. Segue, insieme al suo vice parroco, il giovane Massimo Dellera, ben quattro parrocchie: oltre a Sant’Erasmo, ci sono San Bartolomeo a Fabbriche, San Michele a Fiorino e San Lorenzo in Chiale a Voltri.

Per tutti, specialmente i più anziani, quest’uomo apparentemente timido ma molto determinato, nato nel 1974, è l’arciprete di Voltri, riprendendo un’antica tradizione che volle nel parroco emerito, Zaccaria Canepa, uno dei suoi massimi esponenti.

Don Tommaso, che arriva da Quezzi e ha una lunga esperienza da parroco ‘di periferia’, s’è inserito in questo solco con educazione ma, allo stesso tempo, idee ferme. E, sin da subito, ha saputo radunare intorno a sé moltissimi giovani: con il catechismo, gli scout, i campi estivi, le attività parrocchiali. E pure con due libri.

Sì, perché Tommaso Danovaro (così si è firmato in copertina) ha deciso di raccontare in due volumetti usciti uno vicino all’altro l’eterna lotta tra il bene e il male, tra il Diavolo e gli Angeli. Ecco quindi nascere, per i tipi dell’editore Effatà, ‘Codamozza e il Professore’ e ‘Codamozza e il Professore volume 2’.

Del lavoro di don Tommaso si è parlato ieri alla quarta edizione di ‘Voltri Comics’, perché entrambi i libri sono illustrati dal celebre disegnatore Leo Ortolani.

 

Don Tommaso, come nasce l’idea di questi due libri?

“Durante il mio percorso di sacerdote, ho potuto ascoltare moltissime storie di vita vissuta. Le ho incamerate e rielaborate. Poi, ci sono anche parecchi elementi di fantasia. Ma, alla fine, mi sono potuto rendere conto, e succede tutti i giorni, di quanto il Vangelo sia estremamente attuale, in ogni contesto. Di quanto sempre esista la lotta tra il Bene e il Male. E ho voluto raccontare proprio questo, cercando di arrivare a un lieto fine”.

 

I libri sono dedicati, rispettivamente, ai Dieci Comandamenti e ai Sette vizi capitali.

“Cerco di raccontare tutto con un linguaggio molto semplice e diretto. Dove ho inserito caratteri tipografici tipici dell’informatica, cercando di calarmi nella scrittura dei ragazzi di oggi, degli sms e dei whatsapp. E’ proprio a loro, infatti, che mi voglio rivolgere. Dando appunto questo messaggio finale positivo: ‘Non c’è caduta dalla quale non ci si possa rialzare’ e ‘Il vizio non ha bisogno di peccati grandiosi, ma di cattive abitudini che, giorno dopo giorno, mettono in noi radici”.

 

Chi sono i protagonisti del libro?

“Sono quattro: Codamozza, alunno del Liceo Minosse, che studia per diventare un diavolo tentatore. Il Professore di Tentazioni, che insegna al piccolo diavolo tutti i trucchi. E, poi, sul fronte del Bene, ecco Luca, apprendista angelo custode. E il suo insegnante, che insegna Beatitudini al Liceo Maddalena, scuola superiore per angeli custodi”.

 

Quest’ultimo è don Tommaso?

“Sotto certi aspetti sì. Nei libri presento prima la parte negativa, e poi quella positiva, dove nasce e può trionfare il Bene. Con questa stessa impostazione cerco di affrontare la vita e la mia missione di sacerdote”.

 

Papa Francesco parla spesso del diavolo, anche più dei suoi predecessori. Di persone indemoniate che vengono guarite sono piene le pagine dei quattro Evangelisti. Eppure, c’è una parte del clero che nega la presenza e l’esistenza del Maligno.

“Come si dice sempre, la bugia più grande da parte del diavolo, è far credere che non esista. Io non solo credo che esista, ma che vada pure affrontato, raccontato. Bisogna conoscere le sue seduzioni, le sue tecniche, per cercare di non cascarci. Di queste cose parlo spesso con i ragazzi. Alcune anziane, invece, si spaventano un po’…”.

 

Entrambi i libri sono illustrati da Leo Ortolani, disegnatore famoso, in particolare per fumetti come Rat-Man.

“Una bellissima collaborazione. Ho conosciuto Ortolani e ho potuto apprezzare la sua arte e la sua grandissima esperienza. Ne è venuto fuori un lavoro che mi piace moltissimo”.

 

Ci sarà un terzo volume?

“Mi piacerebbe, ma in questo ultimo anno ho dovuto un po’ abbandonare la scrittura. La parrocchia di Voltri è molto impegnativa. Ma, nonostante tutto, sono contentissimo di stare qui e sono felice delle persone che ho conosciuto. E’ proprio una bella delegazione”.

 

Lei è stato per tanto tempo parroco ‘di periferia’. In molti casi, questi preti sono davvero le guide della comunità. Si sente addosso questa responsabilità?

“In certi momenti sì. Cerco sempre di fare il massimo per essere all’altezza. Sempre disponibile con tutti, con la porta sempre aperta. In questo senso, devo dire che la presenza di don Massimo è fondamentale”.

 

Che rapporto ha con il mondo dell’immagine?

“Le storie a fumetti mi sono sempre piaciute. Sin dai tempi del ‘Giornalino’, che credo sia stato il primo approccio al mondo dei fumetti per moltissimi ragazzi della mia generazione, e non solo. L’editoria cattolica è stata ricchissima di sceneggiatori e disegnatori di grande valore. Poi, a me piaceva molto il personaggio di Yattaman, che ne combinava di tutti i colori. Alla fine, arrivava sempre la punizione che tutti speravamo”.

 

E con i social?

“Li uso, ma con moderazione. Sono un buon strumento di comunicazione, ma non bisogna esagerare. Preferisco il contatto diretto, l’incontro di persona, le esperienze di gruppo”.

 

Un messaggio ai ragazzi di Villa Duchessa di Galliera.

“Grazie per l’invito e grazie soprattutto per tenere così splendidamente questo posto. Un fiore all’occhiello per tutto il Ponente e non solo. State facendo un lavoro stupendo, continuate sempre così”.

Alberto Bruzzone