Politica - 24 settembre 2018, 10:50

Crivello: "Genova in ginocchio, pazienza oltre i livelli di guardia"

Lettera aperta di Gianni Crivello a cittadini e istituzioni affinché la città riparta dopo la tragedia del ponte Morandi: "Crescono le tensioni ed il rischio di una crisi economica e sociale senza precedenti"

Gianni Crivello, capogruppo in consiglio comunale per la lista civica a lui intitolata, ha deciso di indirizzare alle istituzioni e a tutta la cittadinanza genovese una lettera aperta, dedicata alla necessità di intervenire in fretta sulle ferite patite da Genova lo scorso 14 agosto: il rischio secondo Crivello è che si inneschi un vortice di crisi economica e maggiore conflittualità sociale "senza precedenti".

"Sono passati troppi giorni dal tragico 14 agosto - scrive Crivello rivolgendosi al presidente Toti, al sindaco Bucci, alle forze politiche ed economiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni e ai cittadini genovesi - Genova non può attendere oltre. Il ritardo del Governo è ingiustificato ed appare un atto di poca responsabilità. Il decreto Genova rappresenta un atto vitale per la nostra città. Una città sempre più in difficoltà. Crescono le tensioni ed il rischio di una crisi economica e sociale senza precedenti. La solidarietà e il senso di responsabilità hanno caratterizzato da subito la vita di tutti noi. Ma Genova non può rialzarsi da sola, il nostro orgoglio e il nostro spirito unitario senza le risposte romane non sono sufficienti. Da più parti crescono le legittime proteste e con esse la possibilità di marce e manifestazioni con gesti più eclatanti".

"Dimostriamo tutti insieme che non possiamo attendere oltre, i tempi sono vitali per una città che ha visto la qualità della propria vita precipitare, molte attività economiche e commerciali rischiano di morire - conclude Crivello - Ecco perché potrebbero essere le istituzioni tutte unite, a farsi carico di organizzare una protesta civile e silenziosa ma forte e determinata. Organizziamo un presidio, e non un corteo per non gravare su una mobilità più che provata, in Via Fillak a Certosa e a Campasso, luoghi a pochi metri dal Ponte Morandi, realtà isolate dal resto della città e più che rappresentative della grave sofferenza di una intera comunità, per dire in maniera ferma: Genova è in ginocchio. Adesso basta, la nostra pazienza ha superato il livello di guardia".

RG


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