Attualità - 14 febbraio 2019, 14:00

Accettazione e complicità, la reazione del ceto giuridico alle leggi razziali del '38

Si è svolta, presso la Sala Munizioniere di Palazzo Ducale, la conferenza “1938 DIVERSI - Il ceto giuridico di fronte alle Leggi Razziali”: Domenico Pellegrini, Carlo Brusco e Michele Marchesiello hanno svolto una riflessione sull'atteggiamento di accondiscendenza e accettazione del "mondo della giustizia" all'introduzione delle leggi razziali.

Si è svolta, presso la Sala Munizioniere di Palazzo Ducale, la conferenza “1938 DIVERSI - Il ceto giuridico di fronte alle Leggi Razziali”: Domenico Pellegrini, Carlo Brusco e Michele Marchesiello hanno svolto una riflessione sull'atteggiamento di accondiscendenza e accettazione del "mondo della giustizia" all'introduzione delle leggi razziali.

"Nell'ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali questa iniziativa si propone di ricordare questo triste momento della nostra storia - spiega l'ex magistrato Carlo Brusco -. Il ceto giuridico fu fortemente colpito, ma non ci furono ferme prese di posizione salvo qualche raro caso individuale".

"Non credo che oggi sia possibile arrivare a livelli tali di scontro con il potere politico per cui la magistratura possa essere messa a rischio nella sua indipendenza, ricordiamo che esiste il Csm presieduto dal capo dello stato che è una persona corretta e seria, ma niente è impossibile - ha spiegato Piero Dello Strologo, presidente del Centro Studi Primo Levi -. Quello che vediamo oggi succedere rispetto ad altri organismi indipendenti non è un bel segnale. Dichiarare di voler 'azzerare la Banca d'Italia' è un comportamento incosciente".

Il tema del conflitto fra l'attività del potere politico e l'applicazione delle leggi da parte dell'autorità giudiziaria è per altro un tema di indubbia attualità, rispetto al quale ferve un acceso dibattito. Abbiamo chiesto un parere sullo spinoso tema a Domenico Pellegrino, presidente della sezione ligure dell'Associazione nazionale Magistrati. Quale dev'essere un rapporto corretto fra questi poteri dello Stato? Oggi questo equilibrio è in crisi?

 

Carlo Ramoino