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Attualità | 14 agosto 2019, 10:40

Commemorazione vittime, Bagnasco: "Genova è protesa verso il futuro"

E' in corso la Messa in ricordo delle 43 vittime del crollo di Ponte Morandi. Bagnasco: "Le nostre forze si moltiplicheranno come nella parabola dei pani e dei pesci" (VIDEO)

Commemorazione vittime, Bagnasco: "Genova è protesa verso il futuro"

 

La cerimonia solenne si apre con la lettura dei nomi delle 43 vittime del crollo del Ponte.

Il Coro della Cappella del Duomo intona il canto celebrativo all’arrivo del Cardinale Bagnasco; con lui a celebrare la messa Don Gianni, parroco di Certosa. Presenti anche l’Imam della moschea di Genova e il Presidente della Lega Europea dei Musulmani.

In prima fila i parenti delle vittime e le autorità: il Presidente Mattarella e accanto il Premier Conte, e a seguire i Ministri, il Governatore Toti e il Sindaco Bucci, ad assistere a una cerimonia semplice e sobria, come voluto da Bagnasco nell'hangar adibito a Chiesa.

La funzione si apre con la lettura dal libro di Giobbe per ricordare la resurrezione dei defunti, e del Vangelo secondo Matteo, per richiamare il dialogo, l'accordo e l'unione tra fratelli.  

Il Cardinale si rivolge ai presenti e a tutti in un sincero, semplice e commosso discorso:

"A distanza di un anno Genova è qui e con noi prega per le vittime, angeli della nostra città, che pensiamo tra le braccia di Dio e affacciarsi dalla finestra del cielo, mentre pregano per i loro cari e tutti noi. Genova non li dimenticherà mai.

Sono incisi nel cuore quei giorni, quell’Apocalisse che ci ha fatto sentire svuotati, come se tutto fosse precipitato nel buio. La città oggi rinnova l’abbraccio ai famigliari delle vittime, consapevoli che nessuno può colmare il loro vuoto, ma volendo stringerci a loro perché non si sentano troppo soli".

Prosegue poi con il ringraziamento a Papa Francesco e ai soccorritori:

"Anche le parole di Francesco ci hanno fatto sentire affetto e vicinanza. E abbiamo stampata nell'anima la luce che ha sfidato l’oscurità dei momenti funesti, che si è ingrandita, si è fatta largo tra le macerie: è quella dei soccorritori, miracolosamente pronti per essere presenti e operativi. E’ stato solo dovere? No. E’ stato anche amore. Era la luce dell’amore che da quelle macerie è scaturita con sacrificio e coraggio, sacrificio che è l’altro nome dell’amore. A tutti, alle istituzioni pubbliche, rinnoviamo gratitudine, hanno espresso l’anima di Genova, la forza di non spiegarsi, la coriacea volontà di rinascere. Difficoltà pesanti e disagi diffusi per muoversi da una parte all’altra, per i lavoratori che avevano qui le attività. Tutti hanno subito il distacco da ambiente familiare caro, in crisi il lavoro, ma su tutto ha aleggiato la speranza, credere in un futuro non lontano che oggi iniziamo a vedere qui,

La demolizione del troncone restante il definitivo distacco di un pezzo di storia, la città è protesa al futuro, che dobbiamo guardare insieme con distacco e determinazione.

Gesù ci assicura che dove due o tre sono riuniti nel nome di Dio, lui è in mezzo a loro. Stare insieme, sperare e lavorare insieme, camminare e guardare al bene comune, non è solo una regola d’oro per la città e un modo per onorare i defunti, ma anche la garanzia di una presenza più grande, di un amore che ci abbraccia e conforta, è la presenza e l’amore di Dio.

Le nostre forze non sono piccole e il desiderio di giustizia e di bene, ma sappiamo anche quanto siamo fragili, attraversati da egoismi e miopie, ma se restiamo uniti e ci lasciamo abbracciare da Dio, allora saremo capaci di abbracciarci con sincerità di cuore. Le nostre forze si moltiplicheranno e faranno miracoli come nella parabola evangelica dei pani e dei pesci.

Siamo responsabili verso i giovani, per il bene di Genova e il nostro amato Paese".

Fuori migliaia di persone seguono la cerimonia sui maxischermi.

Redazione

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