Attualità - 16 agosto 2019, 11:24

Nel ponente ligure il nido di Aquila Reale a più bassa quota nelle Alpi

Il nido del maestoso rapace è stato identificato in Val Roja

 Identificato in Val Roia il nido di Aquila Reale a più bassa quota delle Alpi italiane (380 metri). La scoperta del nido è diventata oggetto di una ricerca scientifica, difatti è stato di recente pubblicato, anche online, sulla Rivista Italiana di Ornitologia, il lavoro di ricerca dal titolo “Nidificazione di Aquila reale (Aquila chrysaetos) ad una quota eccezionale per le Alpi”.

"Il mio ringraziamento va a tutto il personale del Parco della Alpi Liguri che, oltre a tutelare l'habitat, ha contribuito in maniera decisiva a questa scoperta - dichiara l’assessore ai parchi e biodiversità, Stefano Mai - Questa scoperta attesta la ricchissima biodiversità del territorio, ma anche la capacità di alcune specie animali di saper coesistere con l'uomo e le sue attività, stabilendosi in aree antropizzate".

La quota dei nidi noti sulle Alpi è mediamente compresa fra gli 800 e i 2.000 metri, con diversi casi di nidificazione a quote superiori sulle Alpi Centrali (Parco Nazionale dello Stelvio) e su quelle Nord-Occidentali (Valle d’Aosta), dove sono noti siti di nidificazione a partire dai 1.700 fino ai 2.200 metri. Sul territorio prealpino i nidi più bassi sono stati invece ritrovati a quote decisamente inferiori, ma mai al disotto dei 500 metri. Ecco, dunque, spiegata l’eccezionalità del ritrovamento a 380 metri, del sito di nidificazione della Val Roia.

In Provincia di Imperia, ad oggi, sono note 8 coppie territoriali, con una densità relativa di 4,6 coppie ogni 1.000 chilometri quadrati, alcune delle quali con il territorio compreso nel Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri. Dimostrazione ne è il fatto che la coppia della Val Roia utilizza i crinali di Testa d’Alpe come aree di caccia. È possibile osservare l’aquila reale anche nelle altre principali vallate del Parco, dove si può assistere alla predazione di marmotte (Marmota marmota) o di piccoli di camoscio alpino (Rupicapra rupicapra), due dei principali bersagli di questo super predatore sulle Alpi.

Dopo la recente presentazione, avvenuta lo scorso mese di marzo, degli studi e dei monitoraggi relativi alla misteriosa ed esotica Genetta genetta, questo ulteriore ritrovamento va ad arricchire l’eccezionalità del patrimonio faunistico del territorio del Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri, della Provincia di Imperia e della Regione Liguria.

Fra gli autori dell’articolo pubblicato sulla Rivista Italiana di Ornitologia, vi è anche il Dottor Fabiano Sartirana, naturalista e ornitologo che svolge per il Parco delle Alpi Liguri attività di educazione ambientale e di monitoraggio della sentieristica.

Redazione