Shabbat Shalom, Shanà Tovà: oggi sono circa 38mila i membri della comunità ebraica in Italia che festeggiano il “capodanno”. Dalla sera del 29 settembre alla sera del 1 ottobre gli ebrei di tutto il mondo celebrano l'Erev Rosh Hashanah salutando il nuovo anno, il numero 5780.
A differenza delle “feste” a cui siamo solitamente abituati, fatte di lustrini e talvolta follie, i festeggiamenti ebraici sono invece basati sulla riflessione e un personale rinnovamento spirituale. Niente goliardici propositi per l'anno nuovo, superstizioni o brindisi: per il Talmud il “capodanno” ebraico è il momento in cui il Signore esamina tutti gli uomini, tenendo conto delle buone e delle cattive azioni dell’anno precedente.
Frans Timmermans, Primo Vice Presidente della Commissione Europea ha pubblicato un augurio ripreso da tutti i social mondiali, nel quale ricorda i valori profondi dell’ebraismo, che consentono di celebrare lo straordinario patrimonio e il contributo dato al nostro continente:
“L’Europa sarebbe diversa senza Sigmund Freud, Albert Einstein o Simone Veil, e l’ebraismo sarebbe più povero senza Maimonides o Raschi, Theodor Herzl o Golda Meir. Rosh Hashanah ci offre l’occasione per valutare la situazione del continente: sfide come i cambiamenti climatici, le disuguaglianze sociali e la prossima rivoluzione tecnologica mettono alla prova i nostri valori e la nostra determinazione. In un mondo di incertezze l’Europa deve assumere un ruolo di primo piano nella difesa dei valori universali”.
Qual è l'augurio utilizzato per l'inizio del nuovo anno? “Shanà Tovà” ovvero “un buon e dolce anno” abbreviazione del più antico: che il tuo nome possa essere inscritto e serbato (nel Libro della Vita) per un buon anno". A tutte le famiglie Shana tova u’metukah.