- 01 novembre 2019, 17:00

Una diversa Normalità

Venerdì 8 novembre (ore 18) Mara Mayer presenta la sua installazione fotografica dal libro “Una diversa Normalità”, al Circolo CANE di corso Perrone 22R. Primi piani di volti e identità per scoprire come omosessualità, transessualità ed eterosessualità non sono in fondo così diversi

Nella primavera del 2009 Arcigay Genova era attivamente impegnata nella promozione del Genova Pride 2009. Era un momento molto importante sia per l'associazione che per la città tutta, come gli avvenimenti degli anni successivi hanno dimostrato.

In quel periodo di grande fervore per i diritti lgbt genovesi, arrivò la richiesta di partecipazione al progetto fotografico di Mara Mayer, una fotografa alessandrina che ci proponeva un lavoro che, se anche oggi potrebbe sembrarci consueto, all'epoca era innovativo e rivoluzionario. Stava preparando una mostra costituita solo da ritratti di persone fra le quali l'osservatore avrebbe dovuto riconoscere un’unica persona eterosessuale. Durante questa ricerca l’osservatore, oltre a rendersi conto dell’impossibilità del riconoscimento, avrebbe visto volti e identità, tutti capaci insieme di raccontare la varietà umana, lgbt ma non solo. Donne e uomini omosessuali, persone in transizione di genere, persone di tutti i giorni con tutte le loro caratteristiche, visibili o implicite.

Il Genova Pride 2009 era stato un grande coming out cittadino, costruito mettendo insieme la nuova visibilità personale di tutti coloro che parteciparono. Si intende questo con gay pride: tante persone che scelgono di festeggiare la propria visibilità, portandola insieme nelle pubbliche piazze, celebrando ed esprimendo al massimo la propria identità e quindi, come parte fondante, anche la propria sessualità.

Avevamo capito come le identità personali, con la loro forza emotiva, si facevano anche forza politica e per questo Arcigay Genova riconobbe da subito il progetto di Mara Mayer come in perfetta sintonia con quello che era il percorso del Genova Pride. Era proprio quella la riflessione di cui Genova aveva bisogno.

Grazie a questa concomitanza di fattori la partecipazione di attivisti lgbt genovesi fu ampia, al punto che il libro pubblicato successivamente, intitolato appunto “Una diversa Normalità”, venne composto principalmente da volti genovesi. Il volume quindi ricevette subito il patrocinio di Arcigay genova.

Le difficoltà economiche che il Genova Pride 2009 dovette affrontare negli anni successivi a quel meraviglioso 27 giugno 2009 distrassero l'attenzione delle associazioni, che finirono per rimandare la presentazione a Genova del lavoro di Mara Mayer. Un peccato allora, ma un’opportunità oggi!

La distanza di dieci anni da quei momenti significativi si trasforma oggi in una ulteriore riflessione su quanto è cambiato da allora.

Di quelle esperienze decisive, oggi sicuramente ci rimangono un'apertura e una visibilità che prima non avremmo nemmeno immaginato e ora, ripercorrendo quegli anni, ci stupiamo pensando a quanto sia cambiata anche la nostra Genova, una città che nonostante abbia ancora tanta strada da fare sui diritti lgbt, ha saputo comunque far crescere il suo desiderio di rispettare tutti e tutte.

Mara Mayer spiega il suo lavoro dicendo una cosa semplice, ma allo stesso tempo difficilissima: “Quanti errori si eviterebbero se dedicassimo un po’ più di tempo all’altro per scoprire com’è, per scoprire chi è”. E infatti troppo spesso l’essere umano ha innalzato barriere per difendersi da ciò che non conosce. Tutte le volte che incontra l’altro, l’uomo ha tre possibilità di scelta: fargli guerra, isolarsi dietro un muro, stabilire un dialogo. Il corso della storia mostra come l’uomo scelga l’una o l’altra di queste opzioni a seconda della situazione e della cultura. Purtroppo tutte le culture hanno in comune la difficoltà di capire le altre, considerandole inferiori e quindi guardandole con disprezzo o arroganza.

Conclude citando il professore di Antropologia culturale Marco Aimè: “Se qualcuno si comporta in modo diverso da noi, forse avrà le sue ragioni e ai suoi occhi siamo noi ad essere diversi”.

In questi giorni stiamo contattando tutte le persone che allora sono state coinvolte e che siamo in grado di raggiungere. Si sta trasformando nell’occasione per recuperare pensieri ed elaborazioni di chi ha fatto anche una importante riflessione su di sé per arrivare davanti all’obiettivo della macchina fotografica.

Sì, perché se ancora oggi è difficile vivere apertamente la propria omosessualità o la propria transessualità, dieci anni fa, prima del Pride Nazionale genovese, era ancora più complesso.

“Partecipare al progetto fotografico di Mara ha rappresentato per me l’occasione di un coming out pubblico”, racconta Domenico Lazzaro, oggi vicepresidente di Arcigay Genova e allora da poco tempo attivista lgbt.

“Non è stato semplice fare questa scelta, avevo mille dubbi, se farlo o meno. Mi immaginavo pubblicamente esposto e mi intimoriva; sentivo ancora dentro di me la paura di non essere accettato e cercavo di rimanere nell’ombra. Ma per me quel progetto si rivelò come l’occasione per uscire alla luce del sole ed il bisogno di partecipare è stato più forte di ogni remora.”

In attesa di sapere quali sono tutte le altre riflessioni che ha suscitato questo progetto in questo lungo tempo, ci prepariamo alla presentazione, che avrà luogo presso il circolo Arci CANE di corso Ferdinando Maria Perrone 22R venerdì 8 novembre alle ore 18:00.

Per essere sicuri di poterne parlare a lungo, ci siamo organizzati con aperitivi e musica.

 

www.arcigaygenova.it

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Arcigay Genova