- 15 novembre 2019, 17:02

Il 'draft clean': “inquietanti” annunci nelle stazioni

Ai pendolari fermi in stazione capita di sentire annunci di tutti i colori; eccone uno raccontato da Egomet in partenza per Genova da Milano

Foto del 2012 emblematica della problematicità dell’IC 679

Annuncio dell’altoparlante alla Stazione di Pavia verso le 8 di una mattina:

Il pullman sostitutivo previsto è in partenza dal punto di partenza previsto

Annuncio dell’altoparlante alla Stazione Centrale di Milano, pochi minuti prima delle ore 18, di un qualunque giorno lavorativo:

Il treno InterCity 679 diretto a Livorno partirà con 15 minuti di ritardo causa ritardo nella preparazione del treno

Commento di un pendolare genovese: “Belìn, ma che razza di annunci fanno?”.

Ora, se nel primo caso l’annuncio ha un qualcosa che va dallo sconcertante al comico, nel secondo caso l’annuncio per un passeggero occasionale magari può non apparire così anomalo ma per chi, come il sottoscritto, utilizza quotidianamente il treno, risulta ironico ed irritante. Infatti, che un convoglio non sia pronto sul binario almeno 15 minuti prima della partenza dalla stazione principale di Milano, dove appunto si forma l’IC 679 (largamente utilizzato da noi pendolari ma anche da molti turisti soprattutto nella bella stagione), è in conflitto con le basilari regole di efficienza e di buon senso. Il punto è che la Stazione Centrale ha ormai raggiunto un livello di saturazione insostenibile e sarebbe quanto mai opportuno ripartire l’elevato numero di convogli in partenza da Milano presso le altre stazioni che servono il capoluogo milanese. Nel caso, poi, dei treni sui quali noi pendolari genovesi e liguri prevalentemente viaggiamo, va evidenziato che i convogli degli InterCity indirizzati verso la Liguria nella fascia serale, non sono altro che gli stessi che parecchie ore prima raggiungono Milano provenendo, appunto, dalla Liguria e/o dalla riviera toscana. Tali convogli, una volta raggiunta Milano Centrale vengono poi indirizzati al deposito della Martesana (pochi chilometri dalla stazione stessa) dove potrebbero essere adeguatamente controllati e rimessi in “ordine” e raggiungere la stazione Centrale con adeguato anticipo rispetto all’orario di partenza e senza problemi tecnici, essendoci tutto il tempo di effettuare i dovuti controlli. E quindi è ancora più paradossale che all’orario previsto il treno non sia ancora sui binari, pronto per la partenza. Ciò dipende principalmente da una sorta di atavico conflitto di competenze tra le due aziende ferroviarie interessate (Trenitalia e Rfi) per cui ci si ritrova con i convogli che escono dal deposito solo pochi minuti rispetto all’orario previsto per la partenza da Centrale e, giusto per non farci mancare nulla, spesso con carrozze il cui sistema di chiusura delle porte è mal funzionante. Ciò determina la necessità che sia il personale di bordo a dover controllare, in fretta e furia, che il sistema centralizzato di chiusura delle porte non presenti problemi tali da impedire la partenza del treno. Sì, avete capito bene: la garanzia che i convogli che escono dal deposito – ove appunto sono rimasti per alcune ore e quindi con a disposizione tutto il tempo necessario per riscontrare eventuali problemi tecnici – siano in perfetta efficienza è lasciata quasi sempre allo scrupolo e alla tempestività di intervento del personale di bordo (sì insomma, i capitreno, che poi sugli InterCity sono solo due). Considerato poi che questi ultimi devono attendere a tutta una serie di altre incombenze (es: controllo dei biglietti, controllo dei sistemi di refrigerazione/riscaldamento delle carrozze etc.), non si può che apprezzarne la professionalità e la saldezza di nervi che caratterizza molti di loro: ovviamente ci sono, come in tutte le categorie lavorative, delle eccezioni ma in questi anni di pendolarismo io e miei compari abituali di viaggio abbiamo avuto modo di allacciare con alcuni di loro un rapporto umano molto positivo per via non solo della loro capacità di gestire situazioni decisamente difficili ma anche di dare supporto a chi, come noi pendolari, si trova a viaggiare quotidianamente sui treni affrontando situazioni snervanti, a volte al limite del paradossale.

Veramente in certe giornate i disagi che il pendolare si trova ad affrontare sono talmente pesanti che per non stressarsi troppo bisognerebbe cercare di astrarsi o quanto meno di berci sopra... metaforicamente ma non troppo.

The Voice: Mi scusi Egomet…

Egomet: Prego, mi dica

The Voice: … ma a proposito di “berci sopra”, non doveva parlarci dell’aperitreno?

Egomet: Ah sì, vero. Mi scusi, questa volta mi sono intrattenuto su alcuni degli aspetti più problematici attinenti il pendolarismo sulla tratta Genova-Milano ma le assicuro che la prossima volta parlerò ampiamente di questo piacevole rituale che rende decisamente più gradevole e frizzante il viaggio tra Milano e Genova e che condivido periodicamente con i miei compari di viaggio.

The Voice: Bene, ci conto, eh?!

Egomet: Assolutamente! Ci può contare!

Egomet