Attualità - 23 novembre 2019, 14:00

Il 'Michelangelo' di Sestri Ponente: il supertransatlantico

16 Settembre 1963, la turbonave “Michelangelo” firma l’inizio di una nuova epoca grazie ai cantieri Ansaldo di Sestri Ponente

Il 'Michelangelo' di Sestri Ponente: il supertransatlantico

“Il supertransatlantico Michelangelo della Società di Navigazione “ITALIA” e costruito nei cantieri Ansaldo di Sestri Ponente ha toccato il mare Domenica 16 Settembre 1963 dopo 30 secondi che la augurale bottiglia di spumante si era infranta sulla sua imponente murata”.

Così il Corriere dei Piccoli annunciava, qualche tempo fa, il varo di un nuovo colosso del mare, la turbonave “Michelangelo”.

Tuttavia questo “colosso” del mare rimase in servizio solo una decina d’anni, fino al 1975, e fu l’ultimo transatlantico costruito dalla società, insieme al gemello “Raffaello”. Le perdite economiche del servizio passeggeri divennero insostenibili, così da porre la nave in disarmo, fino alla vendita al governo iraniano che la utilizzò come alloggi per gli ufficiali che seguivano la costruzione del porto di Bandar Abbas. Vi rimase fino al 1991, in stato di abbandono, per poi essere rimorchiata in Pakistan e demolita.

Può sembrare una storia triste, ma in realtà non lo è, in quanto questa costruzione firmò l’inizio di una nuova epoca nell’ambito delle costruzioni navali. Per anni l’uomo aveva costruito sempre nello stesso modo, ovvero imbrogliando lo scafo lungo un piano inclinato, con gli operai che andavano su e giù per mesi o addirittura anni, tirando su lamiere e piantando chiodi. Dal giorno dell’inizio di questa nuova era, cominciò l’epoca dello scalo-bacino, una grandiosa vasca asciutta dove la nave viene su dritta, fino al momento in cui il bacino si riempie d’acqua, lo scafo galleggia e, aperta la grande porta, prende il mare.

Quasi tutta con pezzi prefabbricati, blocchi costruiti a terra e montati a bordo con potenti mezzi di sollevamento. Il vantaggio è evidente, ma sollevare i blocchi occorrevano gru di portata sempre maggiore. Il glorioso Cantiere di Sestri Ponente veniva così dotato di nuovi sollevatori di peso, alti circa 50 metri, con braccia di 45, capaci, in coppia, di innalzare fino a 120 tonnellate di materiale, paragonabili a 250 automobili. Il vecchio sistema a teleferiche non serve più. Il lavoro di prefabbricazione più importante e complesso si svolge però nell’ambito del cantiere, il bulbo di prora della “Michelangelo”, pesante 24 tonnellate, è uscito dalle officine di Sestri Ponente e quindi saldato elettricamente sulle strutture portanti del transatlantico. Non più, dunque, lamiere sovrapposte e sistemi di chiodatura lenti e poco sicuri, ora ad unire i blocchi c’è un nastro d’acciaio speciale, ad alta saldabilità.

La “Michelangelo”, con i suoi 11 ponti, misura 275 metri di lunghezza, 31 di larghezza e 21 di altezza al ponte superiore. La nave supera le 29 miglia orarie, e in 7 giorni è in grado di compiere la traversata Genova-New York. Quattro enormi pinne stabilizzatrici conservano la massima stabilità in qualsiasi condizione sfavorevole di mare, può ospitare 1850 passeggeri: 530 in prima classe, 466 in classe cabina e 854 in classe turistica. L’equipaggio è costituito da 720 persone. I passeggeri sono ospitati in 2 appartamenti di lusso e in 760 cabine a uno, due o più posti. Tra le 30 sale, un grande cinema teatro con una capienza di 425 posti, verande belvedere, sei piscine, e vasti spazi giochi per bambini.

Non è tutto, il “Michelangelo” offre un impianto di distillazione dell’acqua marina la cui capacità è di un milione di litri al giorno. L’energia è sufficiente a illuminare una città di 200 mila abitanti grazie alle tre centrali elettriche (14.000 Kw), è munita di due radar impianti di telefono e telescriventi, impianti di trasmissioni musicali a funzionamento automatico e impianto TV indipendente. A bordo 18 ascensori e un’autorimessa con accesso diretto alla banchina, della capacità di 40 macchine.

La “Michelangelo” è entrata in linea (Italia-Nord America) nella Primavera del 1964. Sulle ciminiere reca la bandiera della società: “croce rossa in campo bianco e giglio in campo rosso”. Completa in tutto e per tutto e costata 35 miliardi delle vecchie lire.

Scomparso tragicamente, nel 1953, il supertransatlantico “Andrea Doria”, i vecchi e gloriosi Cantieri di Sestri hanno dunque dato al mare, da quell’epoca, altre meravigliose navi come La Cristoforo Colombo, la Leonardo Da Vinci, la Michelangelo e la Raffaello.

 

Per concludere, qualche numero interessante. Vi siete mai chiesti che cosa occorre alla “Michelangelo” per un viaggio Genova-New York?

Cinque mila tonnellate di nafta, 14 mila litri di acqua minerale, 14 mila bottiglie di birra, 6 mila bottiglie di vino e 3500 di spumante; una quantità di carne pari a 260 capi di bovini; 6 mila polli; 26 mila Kg di frutta, 32 mila Kg di verdura, 5 milioni di sigarette, 15 mila lenzuola e 6 mila tovaglie.

Non male per essere una nave degli anni ‘60!

Dario Rigliaco