- 02 dicembre 2019, 17:00

La casa per Vico Magistretti: gli oggetti iconici di design

E' vissuto nella Milano degli anni d'oro, durante il boom economico del dopoguerra dove la figura dell'architetto, diversa dall'attuale, poteva progettare allo stesso tempo una sedia e occuparsi di una nuova costruzione. Scopriamo il genio di Vico Magistretti

La mente geniale è per me quella visionaria, capace di essere creativa, inventiva e capace di parlare più "lingue". Ludovico, Vico, Magistretti, magico già dal nome, è uno di questi, motivo per il quale rientra tra le mie personalità preferite. E' vissuto nella Milano degli anni d'oro, durante il boom economico del dopoguerra dove la figura dell'architetto, diversa dall'attuale, poteva progettare allo stesso tempo una sedia e occuparsi di una nuova costruzione a partire dalla forma esterna sino al più alto grado di dettaglio.

In quegli anni spopolava lo slogan "dal Cucchiaio alla Città", creato dal teorico Ernesto Rogers per la Carta di Atene, che spiegava l'approccio tipico di un architetto che durante la progettazione di un cucchiaio, di una sedia e di una lampada, nello stesso tempo si trova a dover lavorare su un grattacielo. Vico, che iniziò la sua carriera nello studio del padre come architetto, era solito realizzare il concept di ogni suo progetto, lasciando a professionisti esterni gli sviluppi tecnici. La svolta per la sua attività avvenne nel 1959 quando progettò, insieme a Guido Veneziani, la Club House del Golf Club Carimate alle porte di Milano. Importante edificio architettonico, è il simbolo di una spinta che lo porta ad occuparsi degli interni e dell'arredamento e disegnando la famosa sedia 892 un tempo prodotta da Cassina.

La sua cifra è la purezza delle forme, di composizioni geometriche lineari ed essenziali, in cui l'oggetto risponde prettamente ad una necessità. I suoi lavori sono infatti privi del superfluo ed estremamente contemporanei, a conferma che “un oggetto di buon design deve durare a lungo, 50 o anche 100 anni”

Ma come sarebbe stata una casa interamente popolata da oggetti tutti progettati da Vico Magistretti? L’ottanta percento dei centoventi pezzi da lui disegnati è ancora in produzione, indice che rimangono per la maggior parte intramontabili. Inizierò la mia lista  partendo dal pezzo che ritengo essere il più elegante e semplice.

  

Carimate 892, Cassina

[Cassina]

Introvabile poiché fuori produzione, rappresenta perfettamente il periodo dei midcentury.

"L'ho fatta nel '59, per un club-house del golf che io stesso avevo progettato; c'erano a disposizione le sedie danesi, le sedia svedesi, ma costavano due miliardi l'una. Non si potevano avere... Mi ricordo che dissi «basta», e così ho fatto una sedia da contadino che non ha niente a che vedere col design. E' design forse, solo come suggerimento d'immagine. E' stata la sedia che Terence Conrad, di Habitat, ha lanciato nei primi anni sessanta a Londra, ed è diventata la sedia della Shining London, la sedia dei Beatles."  

 

Atollo, Oluce

 

[Oluce]

Vincitrice del Compasso d'Oro nel 1979 è l'emblema della lampada-scultura. Indipendentemente dalla passione che si può avere per il design, la sua perfezione colpisce chiunque, tanto da far dimenticare la funzione per la quale è stata creata. Ciò che più colpisce è l'equilibrio dei due pesi, l'unione tra la base, che si assottiglia con una punta affilata, e la testa, perfettamente semisferica. Un'intersecazione di linee che, a luce accesa, sembra far volare la cupola.

 

 

Maralunga, Cassina

[Cassina]

Progettato nel 1973 in una pelle beige, il divano è stato rinnovato al suo 40° anniversario con una cucitura a vista e sdrammatizzato da un tessuto sfoderabile, oggi disponibile in tre varianti di colore, dal nero al beige e grigio.

Ha una struttura in acciaio e un rivestimento in poliuretano espanso, gli schienali sono dotati di poggiatesta ribaltabili per consentire l’utilizzo in versione bassa o alta, con un semplice e rapido gesto per ogni singolo pezzo grazie all’inserimento di una catena da bicicletta nello schiumato dello schienale.

 

 

Eclissi, Artemide

[Artemide]

Un must-have degli anni 70 che conferma la spinta razionalista dell'architetto.

Composta da due gusci emisferici smaltati, la lampada da tavolo - o parete- disegna una composizione essenziale di linee geometriche. Sono gli anni in cui si parla di viaggi spaziali, che Vico interpreta in una metamorfosi di luce, dove gli spicchi luminosi disegnano a poco a poco le fasi lunari.

 

 

Letto Nathalie, Flou

[Flou]

Cosa c'è di più attuale che un letto in tessuto, semplice nelle linee composto da materiali e tessili di alto design?

Sembra disegnato da millenials, fresco di Salone e attuale come non mai, mentre invece compie oggi 41 anni. Realizzabile in tessuto, pelle ed ecopelle, è completamente sfoderabile, e la testata può essere inclinabile in modo da rendere comodo l'appoggio anche quando il corpo non si trova in posizione distesa.

 

 

La sedia Golem

Appartenente alla famiglia degli imbottiti è distinguibile in un treppiedi, con i braccioli dritti e lo schienale in legno incurvato. Quando la disegnò Vico dichiarò di essersi ispirato al lavoro di Charles Rennie Mackintosh, probabilmente alla Hill House, distinta da un altissimo schienale nero.

La sua caratteristica migliore non è la comodità, ma la sua estetica davvero unica la rende un oggetto da esposizione.

 

 

Lampada pendente Sonora

[Oluce]

Imitata sin dalla sua nascita, segna l'inizio di un'epoca nuova per la luce, in cui la campana opaca genera una sorta di flusso di luce monodirezionale, che lascia isolata la parte superiore.

Ad una rapida occhiata sembra un oggetto anonimo, ma la leggerezza del cavo sostiene la cupola, originariamente metallica, è sorprendente. Oggi viene realizzata con copertura in vetro, metacrilato soffiato colorato, trasparente ed opalino.

 

Gli oggetti ancora in produzione sono molti, e si adattano a ogni ambiente della casa.

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Giulia Grillo