Attualità - 08 gennaio 2020, 15:41

Volpi: "Non è utile a nessuno negare il caso del pronto soccorso al San Martino"

L'accusa della parlamentare del Movimento 5 Stelle: "Purtroppo questa situazione non è una novità, ripresentandosi ormai puntualmente in tanti altri Pronto Soccorso della Liguria, nei soliti periodi dell’anno"

"Negare, negare sempre, negare anche l’evidenza! Questo motto sembra calzare a pennello alle dichiarazioni che sto leggendo in questi giorni riguardo alle criticità del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Martino", si apre così la nota stampa della deputata del Movimento 5 Stelle Leda Volpi con cui l'esponente pentastellata punta il dito sui disservizi nella struttura sanitaria ligure.

"Riavvolgiamo per un attimo il nastro - scrive la deputata del Movimento 5 Stelle -. Il 5 gennaio il cronista di Telenord Michele Varì si reca nel pronto soccorso del noto ospedale universitario genovese e descrive, con tanto di filmato, la preoccupante situazione di sovraffollamento e di disagio per i pazienti, costretti a stazionare per ore sulle barelle nei corridoi in attesa, e le criticità del poco personale sanitario in servizio. Purtroppo questa situazione non è una novità, ripresentandosi ormai puntualmente in tanti altri Pronto Soccorso della Liguria, nei soliti periodi dell’anno. Ciò che sorprende invece è la risposta della direzione del San Martino che invece di fare un po’ di autocritica o almeno di spiegare le cause di tale cronica disfunzione (mancanza di programmazione, insufficienti posti letto, mancanza ormai cronica di personale medico e infermieristico, totale carenza delle reti territoriali), preferisce puntare il dito contro il giornalista, accusandolo di riportare “fake news”. Sono inoltre inquietanti i messaggi che, a detta di Telenord, sarebbero stati inviati alla redazione da parte del portavoce del governatore Toti per “esortare” a dare spazio alla replica della direzione ospedaliera. Per questo desidero esprimere solidarietà al giornalista per aver svolto il suo dovere di cronaca, documentando una situazione che non dovrebbe verificarsi e che invece potrebbe riguardare ciascun cittadino bisognoso di cure mediche".

Prosegue Leda Volpi: "D’altra parte che i pronto soccorso liguri siano in perenne affanno è un rilievo incontrovertibile, se non altro perché è esperienza diretta di tutti i cittadini come pazienti o come familiari di ammalati, oltre che di chi vi lavora in prima linea. Non è negando l’evidenza che si possono individuare le cause dei problemi e le possibili soluzioni. Oppure si vuole cercare di nascondere che ci sia una forte responsabilità politica di questo insuccesso? La Sanità è materia di pertinenza regionale e chi amministra la regione risponde dell’organizzazione dei servizi. Quindi se la maggior parte degli ospedali liguri oggi arranca di chi è la responsabilità?".

"In ultimo vorrei puntualizzare un aspetto - conclude Leda Volpi - trovo deludente che gli ordini professionali invece di denunciare a gran voce la situazione allarmante in cui sono costretti ad operare medici e infermieri nei nostri Pronto Soccorso, sollevino l’insinuazione che tali inchieste giornalistiche contribuiscano ad istigare gli episodi di violenza a carico degli operatori della sanità. Al contrario, è proprio spiegando quali sono le vere cause e responsabilità delle carenze di servizi sanitari che si permette al cittadino di capire che medici e infermieri sono loro stessi delle vittime e, in certe situazioni, anche degli eroi che mandano avanti il sistema emergenza-urgenza in situazioni difficili, usuranti e talvolta proibitive. In Parlamento, proprio nelle prossime settimane, lavoreremo per approvare al più presto la legge contro le violenze al personale sanitario, ma se non si parte dalla libertà di informazione e dall’onestà intellettuale di chi ruota nel mondo della sanità e di chi dovrebbe difendere la categoria, non si potrà certo sperare di risolvere il problema delle aggressioni in maniera efficace. Ognuno deve fare la sua parte, non negando l’evidenza ma cercando soluzioni reali".

 

Redazione