La creatività non le manca. La fantasia nemmeno. Lo spirito imprenditoriale c’è. La tradizione di famiglia pure. Il gusto per il bello le appartiene. Le strategie di comunicazione le conosce molto bene, per il fatto di averle studiate a lungo. Ci sono tutte le premesse, ma proprio tutte, perché l’avventura nel campo della moda di Bianca Morando possa prendere sempre più piede.
Lei, genovese, ventitré anni, una laurea in Scienze della Comunicazione e già tantissima esperienza internazionale, ci crede con tutte le sue forze, supportata da una famiglia che la appoggia e la spinge in ogni istante, a cominciare dal papà Andrea, un imprenditore molto conosciuto, non solo a Genova ma un po’ in tutta la Liguria, per il suo marchio di abbigliamento e per i suoi eleganti negozi.
Per Bianca, un vulcano di idee e di entusiasmo, è stato normale restare in questo ambiente, quello dov’è cresciuta, ma, rispetto al ramo commerciale, ha cercato di differenziarsi, puntando una strada tutta sua, quella della creazione di borse femminili. Ha iniziato qualche tempo fa, ha riscosso i primi apprezzamenti, ha testato ‘sul campo’ i suoi prodotti, in quello strepitoso epicentro del mondo che è la città di New York, da dove partono (quasi) tutti gli stili e le tendenze.
Lavoro sodo, voglia di riuscire, ma anche i piedi per terra e l’attenzione ai conti: ci sono tutti gli aspetti in questa brillante ragazza e i primi importanti risultati già si vedono. La giovane di casa Morando racconta com’è andata: “È nato tutto nel nostro contesto familiare. Io ho studiato Scienze della Comunicazione, ma la moda è sempre stata il mio pallino. La mamma mi ha trasmesso la sua grandissima passione per le borse e gli accessori femminili. È come se il primissimo campionario lo avessi già in casa”.
Però, non basta aver le basi. E non basta neppure studiare, seppur Bianca abbia studiato sodo. La fantasia, l’estro, la creatività: quelle o ce l’hai, o non ce l’hai. È indubbio che Bianca le abbia: lei lavora molto sulla contaminazione, sul mescolare elementi, è un po’ la sua cifra stilistica.
“Una borsa nasce per tanti motivi. Per il gusto, per l’aspetto estetico, ma soprattutto, per come la vedo io, per la sua funzionalità. Faccio un esempio: a me piacciono le borse piccole. Ma spesso ho l’esigenza di portarmi dietro una borraccia per l’acqua, perché non voglio comprare le bottigliette di plastica. È su quella esigenza che lavoro, per trovare un sistema che consenta anche alla borsa piccola di portare la borraccia: una fettuccia, un filo, una retina, un laccetto che sia elegante e originale. Così parte la ricerca degli abbinamenti. Personalmente, utilizzo molto la piattaforma di Pinterest, che mi fornisce un sacco di spunti, che poi rielaboro in maniera personale”.
Sul sito di Bianca Morando si possono ammirare le sue creazioni. È tutto molto curato, in ogni dettaglio: perché l’altro aspetto essenziale, oltre alla produzione, è il saperla comunicare, è il saper trasmettere al di fuori quello che si sta facendo. E, secondo Bianca Morando, è proprio questo l’aspetto centrale, quello più importante di tutti: “Oggi il brand è essenziale, non se ne può fare a meno. Bisogna creare il brand, saperlo comunicare. È la cosa fondamentale. Su questo ho svolto tutti i miei studi e cerco di applicarli al lavoro giorno dopo giorno. Non basta saper disegnare. Io lo so fare e amo molto farlo, ma quello che conta è far sapere al mondo che ci sei”.
I canali non mancano: oltre al sito, BiMOR sfrutta i vari account social, oltre che le tante conoscenze maturate in anni di presenza sul mercato di Morando, l’altro marchio fortissimo. È proprio Morando uno degli output di BiMOR, ovvero i negozi dove le borse vengono commercializzate. Ma non è il solo: “La rete di vendita - afferma Bianca Morando - è ramificata in parecchie regioni italiane e in negozi assai prestigiosi, tra cui la Rinascente di Milano e Roma, oltre ad altre quindici realtà. Le prospettive? Vogliamo investire ancor di più sulla comunicazione, sarà lì che concentreremo la maggior parte del budget. Speriamo di passare al più presto questa emergenza legata al Coronavirus, per poter ripartire ancora più forti”.
L’esperienza internazionale ha motivato la giovane Bianca ancor di più: “La carica che ti dà una città come New York è speciale e irripetibile. Noi siamo partiti con le nostre borse lo scorso anno, alla volta dell’America. L’idea era quella di fermare delle ragazze per strada, in giro per i vari quartieri della città, e di chieder loro di farsi fotografare con i nostri prodotti. Una di loro ha ripostato la fotografia uscita sui nostri social, e da lì ci ha contattato una commerciante che ci ha chiesto come fare a vendere le nostre creazioni. A poco a poco, abbiamo sviluppato la rete, e siamo in crescita”.
Parallelamente, prosegue la produzione. Bianca studia i nuovi modelli. È sempre proiettata in avanti. Bisogna in effetti stare un passo davanti agli altri, altrimenti non si chiama moda. Bianca il passo lo ha svelto, e anche sicuro. Sentiremo ancora parlare di lei.