Svetta la bandiera di San Giorgio sull'ultima campata, lunga 50 metri, issata sul Ponte per Genova tra le pile 11 e 12, in questa mattina piovosa di martedì 28 aprile 2020. Per il varo sono arrivati alle 11.15 anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la ministra del Mit Paola De Micheli.
"Lo Stato non ha mai abbandonato Genova, lo abbiamo solennemente detto già poche ore dopo la tragedia e già allora dissi che Genova non sarebbe mi rimasta sola - ha commenta il premier Conte - Oggi suturiamo una ferita, ricongiungiamo una importante arteria al cuore di questa città. Ma questa ferita non potrà mai essere completamente rimarginata perché ci sono 43 vittime, che noi non dimentichiamo".
"Traiamo un'esperienza da questa tragedia - ha sottolineato il premier- e ci stiamo impegnando al massimo perché non debbano più ripetersi. Possibile parlare di miracolo, senza enfasi perché c'è il lavoro di tanti qui; l'autorità pubblica ha fatto il suo dovere, i progettisti, in particolare Renzo Piano che ha disegnato il ponte gratuitamente, chi aveva la possibilità di partecipare al progetto lo ha fatto, siamo coesi, vi è anche una rappresentanza di tutte le donne, tecnici, progettisti, capi cantiere, ingegneri e architetti dobbiamo ringraziarli tutti. Ognuno ha fatto il proprio compito- ha chiosato Conte- in tempi che ci eravamo ripromessi di rispettare, ricordo quando ci fissammo questo limite temporale, i vostri sguardi erano preoccupati, ma avevo la consapevolezza che la data fosse di incitamento per completare quanto prima".
"Tra poco torneremo qui per l'inaugurazione, ha promesso il presidente Conte, perché il progetto è pressoché completo. Questo cantiere è simbolo per l'Italia intera, dell'Italia che sa rialzarsi, si rimbocca le maniche e non si lascia sopraffare nemmeno da una tragedia così dolorosa. Quelle immagini fecero il giro del mondo ma adesso a fare il giro del mondo saranno queste immagini. Genova oggi ci insegna che il più grande atto di amore che dobbiamo a noi stessi e agli altri è quello di ripartire insieme, se lavoreremo in questo modo pur nella consapevolezza delle difficoltà incredibili che stiamo affrontando avremo coraggio e determinazione. Non ci fermeremo ad additare nemici, ma avremo affetti da proteggere e da sostenere".
"Non voglio più vivere esperienze come questa. Il mio e nostro pensiero è di evitare che accadano ancora queste cose. Il mio e nostro pensiero va quindi alle 43 vittime - ha sottolineato su Facebook il ministro De Micheli - Vedere quest’opera quasi completata è un segnale di coraggio straordinario, anche in questo momento possiamo continuare a cambiare il mondo. Grazie al Presidente Toti, al Sindaco Bucci, al Sottosegretario Traversi, alle istituzioni tutte e soprattutto ai lavoratori, che nonostante l’aggressione di questa malattia hanno tenuto aperto il cantiere e rispettato i tempi dei lavoro. Avanti Italia".
Il viadotto, che completa di nuovo lo skyline cittadino, ed è stato progettato a forma di nave dall'architetto genovese Renzo Piano, è costituito da 17 mila tonnellate d'acciaio, 67 mila metri cubi di calcestruzzo, 18 pile e 19 campate, per 1067 metri di lunghezza e 30 metri di larghezza.
A sottolineare il termine di questa parte dei lavori, che vedono di nuovo ricongiunte le due parti, est e ovest, di Genova, divisa dal crollo del 14 agosto 2018 del "Ponte di Brooklyn", il suono delle sirene in porto.
Dopo il varo, si procederà al completamento degli altri lavori di rivestimento, il cui termine è previsto per luglio, quando effettivamente il viadotto sul Polcevera sarà percorribile e inaugurato ufficialmente.
Si prevede anche la realizzazione di un memoriale per le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi, come spiegato dal sindaco Marco Bucci: "Questo è un nastro d'acciaio che finalmente riunisce la parte di ponente e levante della valle. Abbiamo nel cuore e nella mente il ricordo della giornata del 14 agosto 2018 e ci ricorderemo per sempre delle 43 vittime, anche con un memoriale progettato sotto la pila 9, dove ci saranno le memorie di quelle persone e che sarà un segnale perché queste cose non accadano più. Abbiamo sempre lavorato e dimostrato che le cose belle si possono fare nei tempi e modi giusti. E' un esempio per la città di Genova ma anche per l'Italia. Questo modello deve costruire il futuro non solo per la città, ma anche per l'Italia, uscendo da questa sfida. Il ponte non è finito, ma oggi celebriamo il ricongiungimento della valle. Si lavorerà molto nei prossimi due mesi per completarlo".
"Vorrei chiamare tutti per nome perché avete contribuito a dare un segnale straordinario a questo Paese, in un momento difficile ma di svolta - ha commentato il presidente della Liguria Giovanni Toti - Nei lavori al ponte ci sono tanti significati, e il fatto di avere qui le istituzioni della Repubblica significa che su obiettivi comuni può esserci una politica sola. Come quando eravamo qua il giorno dell'immane tragedia. In ogni gettata di cemento e saldatura del ponte, penso ci sia una piccola minima consolazione per i parenti dei 43 morti, sapendo che lo Stato c'è e sa mantenere le sue promesse. E' anche simbolo di un'Italia che riesce a ripartire. Non è solo un ponte, ma la dimostrazione che insieme possiamo fare tante cose, anche con tutti gli ostacoli che abbiamo incontrato in questi anni, dall'inverno più piovoso al Coronavirus. Credo che questo ponte sia la dimostrazione che chi pensa che una cosa non sia possibile farebbe bene dall'astenersi da chi ce la sta facendo".