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Politica | 21 maggio 2020, 16:30

Ceranesi: dopo 2 anni arrivano i finanziamenti per la SP4, ma le attività commerciali muoiono

Intanto al prossimo consiglio regionale si voterà l'interrogazione di Pippo Rossetti (Pd) per sostenere le attività economiche

La frana sulla SP4 a Ceranesi

La frana sulla SP4 a Ceranesi

Nonostante la fine del lockdownd e l’inizio della cosiddetta Fase 2, c’è chi ancora si trova in isolamento. E non per il coronavirus. Si tratta del Comune di Ceranesi, che è a rischio spopolamento, e in cui diverse attività commerciali stanno subendo perdite notevoli, fino al 70%, a causa della chiusura, dal 2018, della SP4, la provinciale che da Pontedecimo arriva ai Piani di Praglia fino al collegamento con la provinciale per Alessandria.

“Da quando la strada è chiusa le persone hanno iniziato ad andare via,  lasciando gli appartamenti vuoti, così come i box e i magazzini - spiega Milagros Romero - e tanti proprietari, come me e altri, non riescono più ad affittare, mentre le case, a volerle vendere, perdono di valore”. Tutto questo per i disservizi causati dalla chiusura della strada, su cui prima si registrava un passaggio giornaliero di 5 mila macchine, mentre oggi non ci sono neanche più le corriere e il pulmino della scuola. “I bambini di Santa Marta devono andare a Campomorone per prendere lo scuolabus – continua -, per cui è diventato tutto scomodo”.

Oltre che gravoso per il Comune di Campomorone, dove, attraverso un bypass, deve transitare il traffico di tutta la valle, quello che una volta passava per la SP4. Questa strada, infatti, che incrocia i Comuni di Genova, Ceranesi e Campomorone, sta vivendo una vera e propria odissea ormai da due anni, da quando “doveva essere allargata per permettere il transito dei mezzi pesanti che lavoravano al Terzo Valico – spiega il consigliere municipale di Ceranesi Garardo Altosole (M5S) -, ma che, a causa della frana dell’ottobre 2018 è stata completamente chiusa”. Dunque, nel tentativo di rimediare al danno, nel 2018 iniziano i lavori nella parte di strada già chiusa al traffico, se non fosse che, a fine ottobre 2019, nella frazione di Santa Marta, franano 200 metri di collina, forse per le alluvioni di quel periodo, e la strada non esiste più, sprofondata nel torrente Verde. E “se all’inizio si stimavano lavori per 300 mila euro – continua Altosole -, oggi si parla di 2 milioni e 800 mila euro, ma intanto siamo bloccati, anche per il rimpallo di responsabilità tra Comune di Ceranesi, Città Metropolitana e Cociv”.

Vista, però, l’importanza di questa arteria, anche per Campomorone, fino allo scorso febbraio l’unico a dare un finanziamento era stato proprio il sindaco di questo Comune: un milione e mezzo di euro messi a disposizione per la collettività. Finché ieri, “a quasi 18 mesi dalla chiusura della SP4, la Città Metropolitana di Genova dichiara di aver trovato i soldi per rimettere a posto la strada – spiega Altosole -, anche se non si fanno dettagli delle cifre investite dai Comuni. Meglio per il nostro, evitiamo figure poco lusinghiere. Male per Campomorone, del quale non si indica l'importo messo a disposizione, ma dalle notizie ben oltre della metà dell'importo. E comunque l'assessore della Città Metropolitana Senarega non si è mai confrontato con i cittadini di Ceranesi”.

Infatti qui ci si sente abbandonati dalle istituzioni. In particolare chi ha un’attività commerciale. Sono diversi, appunto, i negozi e le aziende che hanno risentito maggiormente dell’isolamento, dalla falegnameria all’acciaieria alla tipografia, che si sono viste ridotte le commesse e aumentare le spese per i trasporti – perché i corrieri sono costretti a fare lunghe deviazioni stradali –, al ristorante Ciumin, al supermercato della piazza del Comune, i cui gestori minacciano di dover chiudere a breve, se la situazione non cambierà. Fino allo storico Bar Carbone punto di riferimento di Ceranesi, in particolare per gli anziani, in quanto si tratta di un’attività che fa anche da tabacchino e da ufficio postale.  E il cui titolare, Mauro Travi, che per chieder il rimborso dei danni che sta subendo si è rivolto all’avvocato Michele Costa, che spiega: “abbiamo cercato di avere finanziamenti agevolati, delle cifre ponte che permettano di andare avanti senza essere in perdita ulteriore, ma non c’è stato nemmeno un tavolo di discussione su questo, perché le istituzioni sono assenti”.

Chi, invece, sta cercando di sollevare il problema e sostenere in particolare le attività commerciali, è il consigliere regionale Pd Pippo Rossetti, che dallo scorso 4 febbraio ha presentato un ordine del giorno sulle problematiche di Ceranesi, per far sì che la Regione sia parte attiva presso il Ministero per modificare la destinazione d’uso dei finanziamenti dati per le opere di compensazione al Comune di Genova, al Comune di Ceranesi e al Comune di Campomorone, perché siano usati per il rifacimento della strada di collegamento, e per attivare, appunto, un bando a sostegno delle attività colpite. E se una prima volta la maggioranza non aveva firmato l’ordine del giorno, sfortuna ha poi voluto che si fosse messo di mezzo anche il coronavirus, che ha fatto slittare l’argomento di consiglio in consiglio. Si prevede per quello di martedì prossimo, 26 maggio, che ci sia la votazione. E speriamo sia una fumata bianca.

Nel frattempo, però, le persone sono esasperate. E lo sono da parecchio, tanto che a febbraio la signora Romero – che ha aperto il gruppo Facebook Strada SP4 (Santa Marta) Ceranesi - aveva già organizzato una manifestazione cui avrebbero partecipato diverse centinaia di persone, se non ci fosse stato il Covid-19 a impedirla.

Anche perché a rimetterci non sono solamente le attività già esistenti, ma anche quelle che potenzialmente potrebbero nascere: “Stavo per aprire il mio negozio di parrucchiera – conclude Romero - ma col crollo della strada non ho fatto nemmeno i lavori, temendo che non avrei avuto passaggio, e sono due anni che aspetto”.

Dunque, in un momento storico come questo, in cui è importante rilanciare anche il cosiddetto turismo di prossimità, riscoprendo i nostri territori con le loro risorse, abbandonare per così tanto tempo una comunità, non può che essere una ferita per tutta l’economia locale.

Medea Garrone


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