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Politica | 28 maggio 2020, 13:52

‘Lavatrici’ di Pra’, interrogazione in Regione: “Chiediamo chiarezza sugli annunci fatti”

L’iniziativa dei consiglieri Valter Ferrando e Juri Michelucci di Italia Viva, intanto a De Ferrari rubricano tutto come ‘fantasie giornalistiche’, ma l’ipotesi di demolizione è contenuta in comunicati ufficiali

‘Lavatrici’ di Pra’, interrogazione in Regione: “Chiediamo chiarezza sugli annunci fatti”

L’annuncio della volontà di demolire le cosiddette ‘Lavatrici’ di Pra’ fatto dal presidente regionale Giovanni Toti nei giorni scorsi e le conseguenti reazioni da parte dei due comitati attivi presso quello che ufficialmente si chiama Quartiere San Pietro sono diventati di stretta attualità. Sono state moltissime le prese di posizione da parte dei cittadini a seguito dell’articolo pubblicato martedì scorso da ‘La Voce di Genova’: e intanto la questione approda ufficialmente in Regione con l’interrogazione a risposta immediata che i due consiglieri di Italia Viva, Valter Ferrando e Juri Michelucci, rivolgono direttamente allo stesso Toti e all’assessore competente per l’Edilizia pubblica Marco Scajola.

C’è da capire insomma quanta sostanza ci sia dietro le parole del governatore, se ci sia o meno un progetto preciso e come mai, nel caso, non sia mai stato condiviso né con il Comune di Genova né con il Municipio VII Ponente né tantomeno con i cittadini direttamente interessati. Sono stati proprio loro peraltro a ricordare che non tutti gli edifici sono di proprietà di Arte, ovvero l’Azienda regionale territoriale per l’edilizia della provincia di Genova, in quanto più della metà di essi sono di proprietà privata. Che senso ha, poi, l’aver avviato, da parte di palazzo Tursi, un piano per ricolorare le facciate, se poi prevale l’intenzione di buttare giù tutto? Ferrando e Michelucci osservano: “Siamo venuti a conoscenza da fonti giornalistiche che il governatore Toti, dopo la Diga rossa e la Diga Bianca costruite all’inizio degli anni Ottanta a Begato, ha annunciato l’ipotesi della demolizione anche del Quartiere San Pietro di Pra’ detto 'Lavatrici’. Questo complesso è composto da 670 alloggi, suddivisi tra quattro blocchi, e oltre 300 sono di proprietà privata e i rimanenti proprietà del Comune di Genova con gestione Arte. Facciamo presente che, in passato, non è stato affatto semplice spostare 374 nuclei familiari dagli umili appartamenti del Quartiere Diamante, a Begato, e potrebbe essere ancor più difficile far trasferire chi, nelle case delle ‘Lavatrici’, ha investito i risparmi di una vita”.

Peraltro, come giustamente ricordano anche i due consiglieri regionali di Italia Viva, dopo che lo hanno fatto i due comitati, attraverso uno dei portavoce, Stefano De Luigi, “l’annuncio di una ipotetica demolizione ha già fatto abbassare il valore di mercato degli appartamenti, bloccato le compravendite e suscitato malumori dei proprietari”. Per tutti questi motivi, Ferrando e Michelucci chiedono al presidente della Giunta regionale e all’assessore competente “se sono state prese in considerazione le misure di ricollocamento e risarcimento di tutte le famiglie eventualmente interessate anche mediante incontri con comitati di quartiere; e se non fosse stato più prudente attendere di comunicare questo progetto di demolizione in presenza di un piano progettuale completo, tale da destare minor apprensione tra i cittadini interessati”.

La fuga in avanti da parte della Regione, infatti, pare piuttosto evidente, al limite dello svarione. Ieri i comitati, contattati direttamente dagli uffici di piazza De Ferrari, hanno definito tutta la questione come “una fantasia giornalistica”. Peccato solo che ci sia un comunicato stampa della Regione Liguria dove è proprio il presidente Toti, nero su bianco, a dichiarare: “Ora si partirà con le demolizioni del Quartiere Diamante di Begato e, poi, con i lavori di riqualificazione. Ma guardiamo già avanti: faremo lo stesso con il complesso delle ‘Lavatrici’ di Pra’”. Quindi, invece di cercare un colpevole fuori di casa, sarebbe molto meglio spiegare, con dovizia di particolari, il significato di questa frase, proprio per non alimentare future ed eventuali ‘fantasie’.

Intanto i due comitati, ovvero il Comitato San Pietro e il Comitato Lavatrici Pegli 3, promettono di voler andare sino in fondo, anche perché ormai il danno nei loro confronti è piuttosto evidente: “Secondo noi - ricordava martedì Stefano De Luigi al nostro giornale - con questa affermazione di voler demolire, ci è stato fatto un danno. Già le nostre case valevano molto poco, adesso non valgono proprio più nulla. In secondo luogo, come faremo a deliberare nelle assemblee dei rispettivi condomini i lavori che intendiamo fare, dal momento che qualcuno ha detto che tutto va demolito?”. Tutti questi sono problemi veri. E che giungono da una precisa direzione. Altro che fantasie.

Alberto Bruzzone


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