Cultura - 30 maggio 2020, 14:00

La leggenda dell'anfora di terracotta di Alassio e della catena maledetta

La storia di un tesoro rinvenuto da un pescatore che seminò morte e paura in paese, oppure fu solo una serie di coincidenze?

La leggenda dell'anfora di terracotta di Alassio e della catena maledetta

Si narra che ai primi del ‘900, nel mare dinnanzi alla città di Alassio, venne ritrovata da un pescatore un'anfora di terracotta; giunto a riva, nel tentativo di trasportarla nella sua abitazione gli cadde e si ruppe in due grossi pezzi: all'interno di essa, tra la sabbia e i detriti del mare, qualcosa luccicava.

Il fortunato pescatore non poté nascondere il ritrovamento perché ormai era circondato da alcune persone che osservavano quel luccichio, l'uomo infilò la mano tra la sabbia e tirò fuori un pezzo di una catena tutta d'oro; felice per il ritrovamento corse dalla moglie per avvisarla che la loro vita sarebbe cambiata visto il presunto altissimo valore di tale oggetto. Peccato che tra i presenti però c'era un ladro che nella notte s’infilò in casa del pescatore per rubargli la catena, il tentativo inizialmente andò a buon fine in quanto riuscì ad appropriarsene, ma durante la fuga inciampò e si ruppe la testa.

La mattina dopo il pescatore ritrovò il corpo del ladro appena fuori dalla sua casa e si riprese inizialmente la catena, tuttavia fu fermato dopo poche ore in quanto le autorità gli bussarono alla porta e requisirono il tesoro in attesa di avere certezze sulla morte accidentale del ladro; il pescatore, dopo alcuni giorni d’attesa, apprese che il carabiniere che gli aveva requisito la catena d'oro era deceduto accidentalmente. La moglie del pescatore, molto superstiziosa, iniziò a sospettare che quella catena potesse essere la causa di tutte quelle disgrazie, ma il marito non s’arrese e dopo il processo tornò legalmente in possesso della catena.

Fu solo dopo alcuni giorni che si convinse a privarsene, solamente dopo che la moglie, durante il tentativo di nasconderla, rimase ferita a morte a causa del crollo di una porzione dell'abitazione; una serie di sfortunati eventi che presto arrivarono all'orecchio di tutti i cittadini che iniziarono a schivare ed evitare il povero pescatore distrutto dal lutto e dai fatti. Decise così di rimettere insieme i pezzi dell'anfora e di riportare tutto in mare, compresa la catena all'interno, dov’era in principio; detto fatto, si sbarazzò dell'oggetto dinnanzi ai concittadini.

In effetti questa leggenda non finì così ma solo qualche anno più tardi quando durante una fiera il pescatore incontrò un uomo che arrivava da lontano proprio in cerca dell'anfora di cui aveva sentito parlare; quell'uomo sconosciuto aveva ben chiaro cosa contenesse e spiegò al pescatore che quella catena apparteneva ad un vecchio galeone e che fu gettata in mare proprio per le disavventure che portava con sé, dopo che la nave affondò per cause sconosciute. Non ci è dato sapere se quell'uomo fosse semplicemente alla ricerca del tesoro o se davvero era a conoscenza di quella presunta maledizione, l'unica certezza è che il pescatore rimase senza oro e senza moglie; un ritrovamento apparentemente miracoloso si trasformò in un incubo e la sua vita cambiò ma non come si sarebbe immaginato.

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Dario Rigliaco

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