Politica - 04 giugno 2020, 19:26

Centri estivi, il Pd: "Importanti risorse dal governo, ma da Comune e Regione non ci sono risposte adeguate

I consiglieri regionali del Partito Democratico: "Oggi è il 4 giugno e né i centri estivi né gli asili nido sono attivi, anche se il presidente Toti aveva assicurato l’apertura per i primi del mese"

"Famiglie, bambini, ragazzi e operatori del settore educativo continuano ad attendere invano risposte certe ed efficaci da Comune e Regione per l’apertura dei centri estivi, che potrebbero essere un valido aiuto per i genitori richiamati al lavoro dopo il periodo di lockdown e un’ottima occasione di riprendere la socializzazione per i più piccoli", si legge in una nota stampa del Partito Democratico dedicato alla riapertura di centri estivi e servizi educativi.

"Oggi è il 4 giugno e né i centri estivi né gli asili nido sono attivi, anche se il presidente Toti aveva assicurato l’apertura per i primi del mese - aggiungono i consiglieri regionali del Pd -. Il problema è stato sottolineato oggi dal Gruppo consiliare del PD in Comune nel corso della discussione sulla mozione presentata dal centrodestra sull’adozione di interventi a sostegno delle scuole paritarie a Genova. Il consigliere Terrile ha presentato un ordine del giorno per chiedere a Regione Liguria e ALISA di emanare le linee guida per regolare le norme di prevenzione e di distanziamento sociale per i centri estivi, il documento è stato purtroppo respinto dalla giunta Bucci che ha sostenuto la questione sia già risolta. Peccato che i centri estivi siano chiusi".

Sul tema, nel corso della discussione, è intervenuta anche la capogruppo del Partito Democratico: “Il 28 aprile scorso ho chiesto l’organizzazione di una Commissione consiliare sui centri estivi che ovviamente non è mai stata convocata - dichiara Cristina Lodi - . Ho chiesto anche una Commissione sugli asili nido, nulla anche su questa. I sindacati hanno diffidato la Regione rispetto ai servizi per i minori in quanto non esiste né un accordo né un protocollo condiviso a livello regionale. Da parte della Regione l’unico intervento è stato quello di erogare dei voucher che però non aiutano concretamente gli operatori a far partire i servizi. Ci siamo astenuti sulla mozione presentata oggi in Comune perché il documento affronta in maniera insufficiente e semplicistica una situazione complessa, dove il Comune di Genova è protagonista del sistema integrato educativo che prima di tutto deve garantire un servizio ai cittadini. E questo non sta avvenendo”.

"Da parte del Governo, il settore dell’educazione ha ricevuto consistenti risorse attraverso il decreto “Rilancio Italia”, come ricordato al consiglio comunale da Alberto Pandolfo, che ha presentato un ordine del giorno per chiedere all’amministrazione comunale di “attivarsi presso la Giunta della Regione Liguria affinché provveda a stanziamenti di contributi per nidi, materne e centri estivi, mirati agli enti gestori, per evitare che i costi ricadano sulle famiglie e verso molte delle strutture rischiano di non riaprire - concludono i consiglieri regionali democratici -. Per i nidi, le materne e i centri estivi i finanziamenti dello Stato (150 milioni di euro a livello nazionale, circa 4,5 per la Liguria) e della Regione devono coprire, tramite i Comuni, gli extracosti sostenuti a causa del Covid-19 e sotto questo profilo la politica dei voucher fin qui adottata dalla Giunta ligure si è rivelata fallimentare - dichiara Pandolfo - . È emerso chiaramente che nidi e materne non hanno avuto alcun giovamento dai voucher della Fase 1 inviati, con scarso risultato, dalla Regione Liguria direttamente alle famiglie, questo a scapito delle strutture e dei dipendenti. L’80% delle famiglie liguri non ha chiesto i voucher perché la pratica burocratica per ottenerli è parsa sin da subito farraginosa: le famiglie dovevano anticipare i pagamenti per ricevere risorse che poi sarebbero andate, dopo mesi, alle strutture. Malgrado le promesse della Regione, le strutture hanno denunciato di non aver avuto possibilità di chiedere a FILSE né le misure della liquidità previste per le aziende, né quelle per coprire i costi per dispositivi e misure di sicurezza. Il rischio è quello che a settembre non riaprano molti nidi e materne, con una ricaduta drammatica sulle famiglie genovesi”. 

Redazione


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