Politica - 30 luglio 2020, 08:00

Piazza Settembrini, l'iniziativa di Passeri (Leu) per dire: "Le piazze non si chiudono"

Venerdì 31 luglio dalle 18 per spiegare alla cittadinanza perché piazza Settembrini non va chiusa

I lavori in piazza Settembrini, iniziati col benestare della Soprintendenza a ottobre 2019 e interrotti per il Covid-19, sono terminati a metà luglio. Ma per ora i cancelli restano aperti. Aperti come l’opposizione del consiglio municipale di Centro Ovest vorrebbe che fosse tutta l’area. Perché “Le piazze non si chiudono”, come è scritto sui volantini che venerdì 31 luglio, per iniziativa del gruppo Leu, saranno distribuiti alla cittadinanza a partire dalle 18, con un banchetto allestito tra piazza Montano e la piazza “difficile” di Sampierdarena, che si è voluta delimitare con una cancellata per sottrarla a spaccio e degrado (da tempo si lamentano risse, schiamazzi, orinatoi a cielo aperto).

Dopo le proteste dei residenti e dei commercianti, infatti, il Comune di Genova - mentre il Municipio II Centro Ovest era retto da un commissario, l’attuale presidente Renato Falcidia (Lega) - ha deciso di installare i cancelli, da chiudere durante la notte, come aveva spiegato lo stesso Falcidia alla Voce di Genova all’inizio del cantiere della discordia.

Ma “chiudere una piazza è già un ossimoro di per sé, perché le piazze non si chiudono, semmai si aprono e si fanno vivere – spiega il consigliere di Leu Mariano Passeri - per esempio con nuovi punti luce, un dislocamento della polizia locale per monitorare meglio la situazione e la concessione ai servizi commerciali di maggior spazio esterno, invece di un cantiere in piena estate e cancelli che la deturpano e che non sono utilizzati, perché non si sa da chi e con quali modalità vadano aperti e chiusi e chi avrà le chiavi”.

Per queste ragioni, quindi, è nata l’iniziativa di venerdì prossimo, sostenuta anche dai gruppi di Pd e Rifondazione Comunista, per dare una risposta alla giunta, in quanto “da commissario, Falcidia ha portato avanti questo progetto con il Comune, per accontentare una piccola lobby di commercianti, e senza, invece, confrontarsi col consiglio di municipio”, e per aprire, invece, un confronto con gli abitanti del quartiere e della zona, “perché – continua Passeri - temiamo che la maggior parte dei cittadini pensi che la risposta alla delinquenza sia chiudersi dentro. In realtà, così, la piazza da luogo d’incontro è diventata un cortile di casa, e la politica ha perso contro il malaffare e la delinquenza, che si sono solo spostati di pochi metri, in piazza Vittorio Veneto”.

“Le piazze non si chiudono” segue a breve distanza di tempo, per motivi analoghi, un’altra iniziativa, un “aperitivo partecipato” organizzato lo scorso 23 luglio al bar "la Bottega del caffè", nella zona di Treponti, sempre a Sampierdarena, dove sono in corso i lavori per il nuovo mercato, “per dire che le aree pedonali non si toccano e che, al contrario, la vera riqualificazione è continuare a restituire strade e piazze alla vivibilità del quartiere, liberandole dalle auto. Una serata contro le voci che vorrebbero e propongono un anacronistico ritorno al passato”, conclude Passeri.


Medea Garrone


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