Il rientro a scuola del 25 gennaio a Genova e in tutta la Liguria non è sufficiente per farci dimenticare tutti i problemi esplosi negli ultimi 11 mesi di didattica a distanza, diritto allo studio in crisi e precarietà sistematica per tutt* i lavorator* della conoscenza.
"Fino ad ora il ministero si è preoccupato solo di consegnare le colpe del rientro mancato alle regioni, in un paese che ha 34mila studenti e studentesse a rischio dispersione scolastica solo a causa pandemia e solo il 7% di investimento del Next Generation Plan italiano su istruzione e accessibilità al diritto allo studio. Inaccettabile pensare che un rientro impreparato sia sufficiente a rispondere alle necessità di tutta la popolazione dei luoghi della formazione, il piano trasportistico regionale che in questi giorni si sta discutendo non è chiaro sui costi del servizio, che proprio in Liguria raggiunge i livelli di costo più alti nel paese (374€ all'anno per gli abbonamenti di student* e lavoratori - Rapporto Cittadinanzattiva). Pretendiamo che il diritto alla mobilità sia garantito a tutti gli student* e lavorator* e che venga convocato un tavolo di confronto sui finanziamenti alla legge regionale sul diritto allo studio con l’assessorato regionale".
"Lo storico precariato nel mondo della scuola, lungi dall'essere risolto sfruttando come occasione le necessità imposte dalla pandemia, ha reso ancora più difficile la riapertura scolastica proprio in un momento in cui serviva più personale (sia docente che amministrativo e tecnico) e in tempi rapidi. Come se non bastasse nel 2020 sono state inserite nuove modalità di reclutamento delle/dei precari attraverso una piattaforma on line che ha creato numerosi problemi e conseguenti ricorsi, lasciando scoperte le scuole nei primi mesi dell'anno scolastico. Il Miur deve assumere a tempo indeterminato tutto il personale di cui ha bisogno".