Municipio Media Valbisagno - 06 aprile 2021, 15:30

Pista ciclabile e spazio da vivere: la nuova vita del Bisagno nella tesi di un’architetta genovese

Un progetto di River Restoration che guarda a modelli europei e americani. Una riqualificazione leggera e flessibile che asseconda le stagioni e le piene del fiume. Nello studio coinvolti anche Gli Amici di Pontecarrega

Riqualificare la Valbisagno a partire dal suo fiume. Una tesi ritorna con idee e progetti su quanto quel fiume, spesso nemico per le sue esondazioni, possa invece rappresentare, insieme alla vallata che lo circonda, una risorsa: “Il territorio ideale per sperimentare la smart city del domani di cui si parla tanto”.

A dirlo senza esitazioni è Francesca Viani, studentessa di architettura, 22 anni, che ha fatto una tesi di laurea triennale a Genova sulla riqualificazione dei fiumi a partire dalla comunità che li circonda e infatti oltre al Bisagno i protagonisti di questo lavoro sono gli Amici di Pontecarrega, da sempre attivi per il riscatto della Valbisagno proprio a cominciare da quel corso d’acqua nel quale, guardando oltre, hanno individuato una risorsa.

L’idea di fare una tesi sulla riqualificazione dei fiumi in ambito urbano a Francesca Viani è nata durante il suo Erasmus a Madrid: “Abitavo vicino al fiume Manzanares, che è stato trasformato in un parco bellissimo con il progetto Madrid Rio: l’autostrada che prima correva sul fiume è stata spostata sottoterra e il letto del corso d’acqua è diventato uno spazio dove le persone vanno in bici, corrono o si fermano a leggere”.

Guardando questo progetto, ha capito che: “Un fiume in città può rappresentare grandi opportunità e diventare uno spazio dove passeggiare, studiare la biodiversità, andare in bici. Vi sono innumerevoli vantaggi se un fiume è usato in modo intelligente e non soffocandolo tra strade o centri commerciali”.

Al ritorno da Madrid ha iniziato a pensare a un progetto di River Restoration su misura per il Bisagno e la Valbisagno, e per farlo si è innanzitutto messa in dialogo con le associazioni che operano sul territorio, perché la sua tesi punta a una riqualificazione che parte dal basso: “L’idea di partire dalle realtà attive sul territorio mi è piaciuta molto e nella ricerca di persone con cui interfacciarmi mi sono imbattuta negli Amici di Pontecarrega che erano l’esempio più vicino a me. Ho partecipato a una giornata di pulizia del fiume, ho iniziato a conoscerli e sono stati molto disponibili. Ho apprezzato il loro modo di agire sul territorio e di coinvolgere le persone, sono riusciti a creare una rete preparata e competente”.

Dopo questo incontro, ha anche studiato altri progetti di rigenerazione dei fiumi bottom up (con movimenti dal basso), li ha comparati, valutati e alla fine ne è venuto fuori un progetto dinamico che asseconda le stagioni e le piene del fiume: “Il primo passo è aumentare i punti di accesso al fiume, poi coinvolgere i bambini in passeggiate botaniche - la flora che cresce sulle sponde è molto interessante - e in estate, quando è asciutto può essere usato come pista ciclabile e questo ridurrebbe notevolmente il traffico su macchina”.

E in inverno? “In inverno l’acqua potrà riprendersi il suo spazio, il progetto infatti non prevede costruzione invasive, si tratta solo di una riqualificazione leggera con infrastrutture flessibili da ripristinare con la bella stagione e togliere con l’arrivo dell’autunno”.

Una riqualificazione che si allarga alla vallata e che secondo la studentessa, che dopo la triennale a Genova sta facendo la magistrale in architettura al Politecnico di Tornino, non passa dallo Skytram né dal filobus o dai bus elettrici, “ma dal tram, che è l’unico mezzo in grado di garantire un collegamento veloce e capace di disincentivare l’uso della macchina, perché nella smart city del futuro le macchine non sono presenti. Purtroppo si sta andando nella direzione sbagliata, invece bisogna puntare su mobilità sostenibile e percorsi verdi”, afferma forte di una tesi che per realizzarla ha guardato a cinque progetti di River Restoration europei e americani, che hanno puntato tutto sulla rigenerazione dei fiumi in ambito urbano per riqualificare un intero territorio.

Rosangela Urso