Nel corso della pandemia s’è visto che i casi gravi e gravissimi di esordio del diabete mellito nei bambini sono più che raddoppiati: è un appello che arriva dal centro ligure di diabetologia pediatrica dell'ospedale Gaslini di Genova e che è diretto alle famiglie affinché prestino attenzione a segni e sintomi in modo da consentire una diagnosi precoce ed evitare così i rischi di complicanze e persino di sopravvivenza.
Non vanno sottovalutati i segni che sembrano quelli di una gastrite o simil-influenzali così come vanno segnalati al medico eventuali sintomi di diabete, il più grave dei quali avviene con chetoacidosi, modalità che può condurre al coma e in casi estremi alla morte: "La pandemia - dice Mohamad Maghnie, professore ordinario di pediatria e responsabile clinica pediatrica ed endocrinologia - ha concentrato molte energie in campo sanitario verso il contenimento del virus e le misure di prevenzione del contagio hanno ridotto gli accessi sia al Pronto Soccorso che ai pediatri, ma alla luce di quanto osservato occorre richiamare l'attenzione delle famiglie e dei sanitari sui sintomi indicati al fine di evitare ritardi diagnostici ed aggravamento delle condizioni cliniche dei bambini".
Il diabete mellito di tipo uno è una patologia autoimmune propria dell'età pediatrica che necessita di una terapia insulinica, si manifesta con l’aumento della produzione di urina e della sete e col calo di peso, nel giro di poche settimane si può giungere ad uno scompenso generale: con la chetoacidosi diabetica in corso possono comparire anche altri sintomi generalmente ingannevoli quali la difficoltà a respirare, dolori addominali e vomito e nelle bambine la vaginite.