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Municipio Ponente | 21 maggio 2021, 12:45

I sindacati: "Carmagnani e Superba lontano dalle case ma non da Genova che non può più perdere posti di lavoro"

Marco Granara, segretario generale Cisl Genova, critica l’esclusione dalla discussione sulle due aziende e chiede la ricollocazione in porto; i confederali scrivono al sindaco: "Subito un incontro"

I sindacati: "Carmagnani e Superba lontano dalle case ma non da Genova che non può più perdere posti di lavoro"

Genova non può perdere posti di lavoro. C’è chi sostiene che Carmagnani e Superba debbano andarsene dalla città. Ma non ci sono possibilità di ricollocamento per i lavoratori. Devono restare in città, con collocazione lontano dalle case, magari in aeree portuali, ma non in altre località”.

Lo dice Marco Granara, segretario generale Cisl Genova, circa l’idea di spostare Carmagnani e Superba della quale si parla da anni, addirittura dal 1988, senza tuttavia aver mai deciso nulla o proposto altre alternative per la collocazione dei due siti. Pensiero peraltro univoco e condiviso da tutte le forze sociali del settore, oltre a Femca Cisl pure Filctem Cgil e Uiltuc Uil, che hanno analogo parere e determinazione sulle due grandi società. E così hanno firmato unitariamente il documento dove si definiscono “fortemente preoccupate di come le contraddizioni della politica stiano azzerando l’operatività di alcune aziende della nostra città; le controverse posizioni di questi ultimi anni non hanno ancora messo la parola fine alla ricollocazione delle unità produttive Carmagnani e Superba, due realtà che a Genova hanno investito e vorrebbero continuare a farlo”.

Ed il j’accuse dei sindacati è contro “il rimpallo della politica”, di comitati, Municipi e di varie giunte a tinte politiche diverse ma, in questo caso, unite dal denominatore di non aver deciso nulla. Da qui, sottolinea Granara, la preoccupazione, in primo luogo, per il timore di perdere posti di lavoro.

“Si riparla delle due aziende ciclicamente - dice Granara - e della loro delocalizzazione, ma in pratica nessuno avanza proposte alternative serie su dove dare una sede a entrambe. Certo che Genova ha un territorio non facile ed è perciò complicato reperire il luogo idoneo. Ma è impensabile supporre che vadano via da Genova, privando la città di occupazione, in un momento come questo, quando si sono già persi troppi posti di lavoro”.

“Noi - insiste il sindacalista - saremo accanto ai lavoratori con tutte le opportune iniziative. Finora siamo stati esclusi dal dibattito. Chiediamo di essere interpellati, di poter dare idee e contributi per risolvere il problema che si trascina da troppo tempo. Ora invece occorre mettere la parola fine a questa lunga situazione perché, ripeto, Genova non può perdere altri posti di lavoro”.

Dino Frambati

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