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Attualità | 26 giugno 2021, 17:54

‘Per una Liguria amica dei bambini e libera dalla plastica’: il progetto di Unicef alle battute finali

Dura sino a fine mese la raccolta di firme, in tutta la regione, per arrivare alla promozione di una legge d’iniziativa popolare. L’obiettivo è giungere alle cinquemila sottoscrizioni. Ne mancano ancora pochissime

‘Per una Liguria amica dei bambini e libera dalla plastica’: il progetto di Unicef alle battute finali

In parte condizionata dalla pandemia, ma per nulla fiaccata negli intenti e nelle nobili finalità, riparte in tutta la Liguria, e quindi anche nel Levante genovese, l’iniziativa promossa dal Comitato Regionale dell’Unicef, e intitolata ‘Per una Liguria amica dei bambini e libera dalla plastica’, volta a promuovere un progetto di legge popolare sui temi della tutela ambientale, della sostenibilità e del minor consumo di plastica, sino alla sua graduale eliminazione. 

Dietro la ‘macchina’ organizzativa, che è coordinata dal vulcanico e instancabile presidente regionale, Franco Cirio, ci sono decine e decine di volontari, le varie organizzazioni territoriali, le amministrazioni comunali che hanno deciso di collaborare: “Siamo alle battute finali - afferma Cirio - Ci manca veramente poco per arrivare all’obiettivo delle cinquemila firme, dopo di che presenteremo tutto il nostro dossier alla presidenza del Consiglio Regionale della Liguria, affinché sia l’organo legislativo regionale a portare avanti il nostro percorso”. 

Partito più di un anno fa, il progetto promosso dall’Unicef si è rivelato in salita, a causa del virus, ma nessuno ha mai pensato di arrendersi. Anzi, ora che la data di scadenza si avvicina - è fissata nel prossimo mercoledì 30 giugno - “i volontari raddoppiano il loro impegno”, come precisa Franco Cirio. Si può aderire alla sottoscrizione, oltre che nelle diverse sedi degli uffici dei comuni della Fontanabuona, anche in quelli di Chiavari, Lavagna, Rapallo, Zoagli e Santa Margherita Ligure.  

“Voglio ringraziare la nostra storica volontaria chiavarese, Adelaide Pellicci, che è stata tra le principali promotrici della proposta di legge. Ma anche Giorgio Mainieri, pediatra e fondatore dell’Unicef a Rapallo, Antonello Barbieri a Sestri Levante e Monica Battaglia a Lavagna”. 

‘Per una Liguria amica dei bambini e libera dalla plastica’ è una proposta di legge che mette al centro i danni derivanti dall’uso sconsiderato della plastica monouso, evoca la cosiddetta ‘Acqua del sindaco nelle fontanelle (cioè completamente gratuita, e ovviamente potabile), e propone come modello di sviluppo un nuovo ordine economico internazionale che metta al centro l’infanzia e l’adolescenza. “È una proposta - commenta Cirio - ricca di significati, che merita grande attenzione e sostegno, per diventare legge regionale e fonte di cambiamento”. 

Sono ormai noti ed evidenti, anche secondo i dati in possesso dell’Unicef, i danni all’ecosistema derivanti dal sempre maggiore inquinamento da materiali plastici nella vita quotidiana, compreso il crescente problema per la salute umana rappresentato dalle micro e nanoplastiche. Questo è il frutto di una cultura ‘usa e getta’, che considera la plastica come un materiale monouso, che non vale niente, anziché renderlo una risorsa da gestire. 

Prima della pandemia, era stato intrapreso un percorso assai virtuoso, poi vanificato in parte dalle varie normative, che hanno ad esempio introdotto l’obbligo delle porzioni monouso nelle mense. Ma ora, anche in ottica post Covid, è tempo di proseguire sul solco che era stato tracciato. Ecco così che, per scongiurare un collasso ambientale, anche l’Unicef chiede che venga attivata una grande campagna di sensibilizzazione della popolazione, con norme che vietino l’utilizzo della plastica nelle scuole, negli uffici pubblici e convenzionati e nel corso degli eventi che godono dei patrocini di Comuni Regione, con una campagna da parte delle aziende specializzate nella raccolta differenziata sui benefici derivanti dal corretto smaltimento della plastica. A questo scopo si dovrebbero destinare le risorse impiegate per il pagamento delle multe comminate dall’Unione Europea per l’insufficiente differenziazione. L’Unicef ritiene inoltre necessario che venga reintrodotto il deposito cauzionale, per far passare il messaggio che non si getta via un oggetto che ha valore. 

Lo scopo della proposta di legge è chiaro: porre fine all’inquinamento da plastica. “Questa proposta di legge di iniziativa popolare - racconta il presidente del Comitato ligure di Unicef - nasce in occasione del trentennale della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, uno strumento di educazione degli adulti alla centralità dei diritti dei bambini e degli adolescenti e volontà di cambiare, con la costruzione di un nuovo ordine internazionale democratico, quale dimostrazione della volontà etica e politica di accettare la centralità dei bambini nella nuova storia e nel rispetto dell’ambiente naturale. Cogliendo questa occasione, l’auspicio è che i giovani vogliano combattere il consumismo, la standardizzazione, l’espropriazione della propria identità e prendere possesso del proprio futuro, agendo di conseguenza”. 

La Liguria è stata una delle prime regioni a muoversi in questo senso, ottenendo il plauso da parte degli organi nazionali di Unicef. Secondo Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, “è un’iniziativa che va nella giusta direzione di una difesa dei diritti dei bambini a vivere in un ambiente sano e sicuro. A livello globale, i mutamenti climatici colpiscono in maniera grave l’infanzia, basti pensare che il 90% del peso delle malattie attribuibili ai cambiamenti stessi ricade sui bambini sotto i cinque anni, per non parlare dei 530 milioni di bambini che vivono in aree con una frequenza di inondazioni estremamente alta, ai 19 milioni di bambini sradicati dalle loro case per disastri naturali o ai 160 milioni che vivono in aree ad alta intensità di siccità. Ma è sull’inquinamento atmosferico che si gioca la vera partita per tutti noi: ci sono 300 milioni di bambini che vivono in aree in cui l’inquinamento atmosferico è almeno sei volte maggiore rispetto ai limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”. 

E ricorda che “a proposito di economia circolare e progetti sostenibili, un grande esempio ci viene dalla Costa d’Avorio, dove un imprenditore illuminato con la sua fabbrica, con il sostegno dell’Unicef, impiega settori poveri della società per raccogliere plastica, che viene poi riciclata per produrre mattoni per costruire scuole. Un vero esempio di economia circolare che guarda al futuro: sostenibilità, istruzione e tutela dell’ambiente”. 

Intanto, a livello continentale, anche l'Unione Europea è pronta a dire addio alla plastica monouso. Dal prossimo 3 luglio, infatti, entrerà in vigore la direttiva europea Sup (Single use plastic), che porterà al divieto dell’utilizzo di posate, piatti, cotton fioc, cannucce, tazze, bicchieri e imballaggi in materie plastiche in tutti i paesi membri. La disposizione, approvata nel 2019, mira a ridurre la mole di rifiuti plastici, specialmente nelle acque, di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030. 

La direttiva colpirà anche i consumi di bicchieri e tazze di carta che presentino anche un solo strato di plastica, per i quali non sarà previsto il divieto ma l’obbligo di riduzione dei consumi. Su quest’ultima disposizione si è espresso il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in quota Lega, proponendo una riserva sull’entrata in vigore della direttiva per l’Italia. Secondo il ministro “settori tipo quello della carta non mi sembrano così negativi sotto l’aspetto ambientale come quello della plastica”. Inoltre ha anche auspicato una diversa tempistica nell’uscita dalla produzione di prodotti come piatti o bicchieri di carta, di cui l’Italia è uno dei maggiori consumatori, con circa venti milioni di bicchieri monouso utilizzati al giorno. 

Sulla stessa linea di Giorgetti, anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha espresso “forte preoccupazione” per l’entrata in vigore della direttiva sulla plastica. L’abbandono dei prodotti in plastica monouso verrà sostenuto dall’entrata in vigore della cosiddetta plastic tax, che inciderà sul costo di questi beni di consumo. Per Bonomi, la norma potrebbe avere conseguenze negative sull’industria manifatturiera italiana che, in particolare nella zona dell’Emilia-Romagna, presenta numerosi impianti di produzione di imballaggi in plastica. L’impegno e l’obiettivo sono quelli di trovare un punto di equilibrio, tra le sacrosante ragioni ambientali e le altrettanto sacrosante ragioni legate al lavoro e all’occupazione. C’è un modo di essere ecologisti senza essere integralisti, ed è questo il percorso che va seguito.

Alberto Bruzzone


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