Politica - 03 agosto 2021, 12:45

Sostegno alle donne vittime di violenza: l'emendamento del Partito Democratico diventa un disegno di legge da presentare a settembre

Ritirato, ma solo per essere presentato sotto forma di legge, l’emendamento presentato dal Partito Democratico-Articolo Uno in Regione all’Assestamento di bilancio di previsione 2021-2023, che prevedeva lo stanziamento di 30 mila euro a sostegno delle donne vittime di violenza o maltrattamenti che devono sostenere spese legali in sede giudiziaria o nella fase che ne precede l’avvio per il riconoscimento e l’affermazione dei loro diritti e delle loro facoltà.

Ritirato, ma solo per essere presentato sotto forma di legge, l’emendamento presentato dal Partito Democratico-Articolo Uno in Regione  all’Assestamento di bilancio di previsione 2021-2023, che prevedeva lo stanziamento di 30 mila euro a sostegno delle  donne vittime di violenza o maltrattamenti che devono sostenere spese legali in sede giudiziaria o nella fase che ne precede l’avvio per il riconoscimento e l’affermazione dei loro diritti e delle loro facoltà. 

“Come richiesto dal presidente Toti in consiglio, va bene rimandare quanto prevedeva l’emendamento a un disegno di legge - spiega il consigliere regionale del Partito Democratico Pippo Rossetti, primo firmatario dell’emendamento - anche se questo rischia di allungare i tempi, ma come Partito Democratico siamo pronti, visto che già nel 2019 avevamo depositato un testo di legge su questo argomento e quindi sarà possibile alla ripresa dei lavori, a settembre, di portare subito questa proposta in commissione per essere licenziata in tempi brevi, visto che il presidente si è già detto favorevole ad approvarla e arrivare così a un risultato, come auspicato dallo stesso Toti”, aggiunge Rossetti.

“La  legge avrà l’obiettivo di rafforzare la capacità delle donne che hanno subito violenza o maltrattamenti di far valere i loro diritti e le loro facoltà nei procedimenti giudiziari in cui risultano parte lesa e agevolare il percorso risarcitorio, soprattutto in quei casi in cui le donne non sono economicamente autonome e non avrebbero nessuno a cui rivolgersi per sostenere le spese legali per la difesa”, conclude il consigliere.

Comunicato Stampa


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