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Attualità | 16 agosto 2021, 15:30

Adriano V, il Papa della ‘fiumana bella’ di Dante, rivive grazie al libro di Sandro Antonini e Mario Dentone

È uscito, per i tipi di De Ferrari Editore, il bel volume intitolato ‘Intra Siestri e Chiaveri. Adriano V dei Fieschi tra storia e finzione’, che ripercorre la figura di Ottobono dei Fieschi

Adriano V, il Papa della ‘fiumana bella’ di Dante, rivive grazie al libro di Sandro Antonini e Mario Dentone

Perché i nostri diretri rivolga il cielo a sé, saprai; ma prima scias quod ego fui successor Petri…’. Siamo nel XIX Canto del Purgatorio di Dante. È qui, fra gli avari e i prodighi della Quinta Cornice, che il Sommo Poeta e Virgilio incontrano Adriano V, ovvero Ottobono dei Fieschi, ovvero uno dei personaggi più illustri e potenti vissuti nel Duecento e proveniente dall’antica famiglia dei Conti di Lavagna.

L’Alighieri chiede alle anime stese a terra di indicar loro la via per salire alla Cornice seguente e una di queste, Adriano per l’appunto, risponde dicendo di procedere verso sinistra. Dante ottiene da Virgilio il permesso di parlare con il penitente e gli chiede di spiegare la natura del suo peccato e di dirgli il suo nome. Qui, Adriano risponde presentandosi come Papa (successore di Pietro) e di essere nato a Lavagna, in Liguria; fu pontefice per poco più di un mese, in cui sperimentò quanto è pesante la responsabilità di quella carica. Divenuto papa in tarda età, capì di essere stato troppo avido e ambizioso e si pentì, poiché vide che non era possibile acquisire una carica più alta. Adriano spiega poi che la pena di queste anime consiste nell’essere rivolte a terra, come in vita furono attaccate ai beni materiali, volgendo le spalle al cielo poiché in vita trascurarono i beni spirituali. Dante si inginocchia accanto a lui in segno di riverenza, ma Adriano lo esorta a rialzarsi e afferma di essere sullo stesso piano del poeta in quanto creatura di Dio, poiché nell’Oltremondo le dignità terrene non hanno alcun significato. Il penitente invita quindi Dante ad allontanarsi, dal momento che il colloquio sta rallentando la sua espiazione: ricorda infine la nipote Alagia, giovane piena di virtù, che spera non sia traviata dalla corruzione della sua casata.

È un bellissimo spaccato, questo della ‘Divina Commedia’, e tantissime volte è stato studiato e riproposto dalle nostre parti, anche e soprattutto per quei versi ‘Intra Sestri e Chiaveri s’adima una fiumana bella, e del suo nome lo titol del mio sangue fa sua cima’.

Proprio con il titolo di ‘Intra Siestri e Chiaveri’, e con il sottotitolo di ‘Adriano V dei Fieschi tra storia e finzione’ è uscito nei giorni scorsi, per i tipi dell’editore genovese De Ferrari, il libro scritto a quattro mani da Sandro Antonini e Mario Dentone, che sono tra gli autori più noti, prolifici, ispirati e documentati del Levante genovese. A quattro mani perché al lavoro di storico di Antonini, che abbiamo imparato ad apprezzare, e pure molto, soprattutto per i suoi saggi legati al periodo della Resistenza, del Fascismo e della Prima e Seconda Guerra Mondiale, si unisce il talento di Dentone, che ad Adriano V ha dedicato una pièce teatrale.

Ecco quindi che questo azzeccato libro di De Ferrari si suddivide in due parti: nella prima, inquadrata nel proprio tempo, è descritta da Antonini la vita del Pontefice in questione, dalla nascita e sino alla morte; nella seconda, ecco un atto unico che ha ancora per protagonista Ottobono dei Fieschi con il suo arrivo a Trigoso dopo un viaggio per mare. Qui l’uomo ritrova il suo feudo, dove tra l’altro aveva fatto edificare un’abbazia oggi scomparsa.

Mettere insieme ispirazione teatrale e documentazione storica è un esperimento interessante e certamente ben riuscito, perché gli aspetti di quello che è stato realmente e della finzione letteraria vanno armonicamente a braccetto. Peraltro, si tratta di un lavoro che è parte di un progetto più ampio, già pubblicato nella collana ‘I ciottoli’, edita dal Circolo Acli di Trigoso e voluto dal suo responsabile, Marco Bo. Riecco quindi prender vita ‘Una notte da Papa’, che Mario Dentone scrisse nel 2001; e ‘Adriano V dei Fieschi - La vita, il suo tempo e il borgo di Trigoso’, che Sandro Antonini presentò nel 2002. Entrambi, alla prima edizione, andarono esauriti, ed ecco il perché di questa seconda avventura, dove gli autori hanno pensato di riproporre parzialmente i testi, non prima di aver effettuato un’ampia e profonda revisione. Ne viene fuori un mondo ormai scomparso, ma le cui precise tracce sono giunte sino ai giorni nostri e, proprio per questo motivo, vanno sempre conservate per le generazioni a venire, senza tralasciare, ed è verità di non secondario conto, il profondo amore dei due autori verso i luoghi qui descritti e fatti vivere.

È bello potersi calare nuovamente nel passato attraverso la famiglia dei Fieschi, in particolare attraverso i due papi Innocenzo IV e Adriano V, che dominarono sulla scena europea. Ottobono, ovvero Papa Adriano V, ebbe lunghe e significative vicissitudini quand’era ancora cardinale, mentre sul soglio di Pietro rimase per appena trentotto giorni.

Amico dei personaggi più potenti d’Europa, come Enrico III, Luigi IX, Carlo d’Angiò, l’arcivescovo di Canterbury, Alessandro III, per un certo periodo Federico II di Svevia, e anche d’Italia, seppe destreggiarsi con abilità, assicurando ai familiari e alla Chiesa condizioni vantaggiose. Operò in un periodo, il Duecento, entusiasmante, ricco di fascino, ma anche intriso di miti e tragedie; un periodo di crescita economica, culturale e sociale - basti pensare ai liberi Comuni o alle Repubbliche marinare - che non mancò di incidere sulle epoche successive, contribuendo a sviluppare il ‘particolarismo’ italiano, superato soltanto, e neppure in modo definitivo, con l’unificazione del paese. Tutti questi aspetti sono riproposti con maestria da Antonini e Dentone: una coppia che funziona, per un prodotto che funziona.

Alberto Bruzzone

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