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Politica | 01 settembre 2021, 15:10

Barriere antirumore e antiurto del nodo autostradale attorno a Genova nel mirino di Cristina Lodi: "S’intervenga subito"

Lettera agli assessori Campora e Nicolò da parte dell’esponente Pd che lamenta come alla rimozione delle barriere non corrisponda una sollecita ricollocazione delle stesse

Barriere antirumore e antiurto del nodo autostradale attorno a Genova nel mirino di Cristina Lodi: "S’intervenga subito"

Instancabile Cristina Lodi, consigliera comunale sotto il segno del Pd, che non dà tregua all’amministrazione genovese su temi peraltro pratici e segnalati dalla gente che Lodi ascolta attentamente: nuova segnalazione da parte sua e nuova richiesta d’intervento su barriere autostradali antiurto e antirumore. Tema sensibile che tocca nervi scoperti quello del nodo autostradale di Genova senza pace e tra i punti più travagliati d’Italia per viabilità e dintorni; Lodi interviene sull’argomento in maniera ufficiale rivolgendosi agli assessori della Giunta Bucci, Matteo Campora (Trasporti, Mobilità, Ambiente) e Massimo Nicolò (Salute).

“Vi sottopongo - spiega Lodi - il tema della rimozione delle barriere antiurto e antirumore Integautos”. Strutture, sottolinea, “che sono state all’attenzione della Procura e su tutto il territorio nazionale”. Interesse da parte degli investigatori dal momento che in seguito a verifiche “sono iniziate le rimozioni dei pannelli fonoassorbenti sulle tratte A10, Genova - Savona, e A7, Genova - Milano, che hanno interessato i tratti di autostrada che percorrono tutta la città da ponente alla Valbisagno per risalire in Valpolcevera. “Alla rimozione - indica la consigliera dem - non è seguita una celere ricollocazione. I tempi che si stanno profilando dalla rimozione alla ricollocazione sono di fatto troppo lunghi e hanno messo i cittadini interessati, abitanti in case contigue ai tratti privi di barriere in questo momento, in una situazione inaccettabile per i forti rumori che mettono a rischio la salute psicofisica degli abitanti stessi”.

Situazione certamente di disagio non di poco conto e per la quale, sottolinea Lodi, “è stata approvata all’unanimità anche una mozione”. E cita come l’articolo 6 della legge quadro sull’inquinamento acustico (L. 447/95) “prevede che i comuni abbiano un onere di controllo circa il contenimento e l’abbattimento delle emissioni sonore, tra le altre, di quelle derivanti dalla circolazione degli autoveicoli”. Ad evidenziare tutto ciò c’è la relazione redatta e inviata da Arpal alle autorità competenti datata 16 marzo 2021 e quindi trasmessa al comune di Genova due giorni dopo. Relazione dove si spiega il risultato del monitoraggio fonometrico riguardante “siti prossimi alla infrastruttura autostradale della A7”, che mette in evidenza come “i valori misurati sono indicativi di potenziali situazioni di supero dei valori limite di fascia autostradale A, cioè oltre 70 dBA, lungo il primo fronte degli edifici, porzione di territorio densamente urbanizzata che coinvolge numerose abitazioni oltre quelle indagate a campione”.

Sentenza inequivocabile, forte della quale Lodi chiede come s'intenda intervenire presso Autostrade da parte dell’amministrazione, “viste - specifica - le prime risultanze delle verifiche di Arpal e gli oneri di controllo in carico al Comune sull’inquinamento acustico, a tutela della salute dei cittadini interessati da questa gravosa situazione”. Ad invocare interventi sono, ovviamente, gli abitanti le cui dimore insistono sul tratto autostradale che è paragonabile a una sorta di tangenziale di Genova, però sotto il segno di autostrade tuttavia e che pare soffrire di problemi atavici mai risolti, anche per il fatto di transitare a tu per tu con le case.

Dino Frambati


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