- 11 settembre 2021, 15:30

Storia e leggenda di San Venerio, il pesce dragone e l’isola del Tino

Da eremita a Santo, Venerio sconfisse il mostro marino che minacciava Luni e fu artefice di numerosi miracoli; il 13 settembre l’evento con la processione in mare

Storia e leggenda di San Venerio, il pesce dragone e l’isola del Tino

L’isola del Tino si trova nel Mar Ligure, all'estremità occidentale del Golfo della Spezia; fa parte del comune di Porto Venere e dista 500 metri dall'Isola Palmaria e 2,5 chilometri dalla terraferma. Dal 1997 è patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

La storia e la leggenda del luogo ha inizio nel 560 d.C. con la nascita di San Venerio sulla vicina isola Palmaria. Il Santo decise di vivere da eremita e a lui vennero attribuiti numerosi miracoli. Si narra che i fedeli del Golfo gli portarono dell’orzo che continuò a crescere anche fuori stagione grazie alla benevolenza divina, ma non solo.

Ogni notte Venerio accendeva un grande fuoco sulla sommità di quel triangolo di roccia per guidare i marinai alla terra, mentre tra i navigatori si raccontava di un grande pesce dragone che minacciava la fiorente città romana di Luni, di cui il Santo diventerà il protettore.

Il mostro che inghiottiva navi e imbarcazioni era diventato un vero e proprio incubo. I cittadini, preoccupati, chiesero aiuto al Vescovo Lazzaro che inviò più volte un arcidiacono a chiedere l’intervento di Venerio, il quale inizialmente rifiutò di essere coinvolto. Solo dopo tre giorni di preghiera accettò l’incarico e si recò dove viveva il drago, probabilmente intorno al promontorio del Corvo, presso la Magra.

Il Santo scese una ripida scalinata lasciando addirittura le sue impronte sulla roccia e ordinò al pesce dragone di immergersi negli abissi in nome del Vescovo, anche se la bestia si rifiutò, fino a quando Venerio gli chiese la stessa cosa nel nome della Trinità e il drago, uscito da sotto un gigantesco sasso che si spezzò, sprofondò nel mare.

Tuttavia Venerio non è considerato un “santo uccisore di draghi” come lo è ad esempio San Giorgio, anche se a lui vengono attribuiti fatti davvero incredibili, come la storia di quando in preda alla solitudine, decise di cibarsi solamente dei frutti del mirto, mentre un corvo, ogni giorno, gli portava mezzo pane e frustuli di carne.

Dopo la morte le sue reliquie vennero salvate dalle incursioni dei saraceni, prima traslate a Migliarina nella Pieve a lui dedicata e poi a Reggio Emilia dove il suo culto vive tuttora, mentre sull’isola del Tino venne costruita nel 1056, sulle ceneri del cenobio tardoantico, un monastero benedettino, che sarà conteso per la sua posizione strategica nella guerra pisano-genovese.

Per l'isola del Tino la festa più importante è il 13 settembre festa di San Venerio. In questa ricorrenza alla Spezia si svolge una processione in mare che prevede il trasferimento della statua del santo dalla Spezia all'isola del Tino. Successivamente viene impartita anche la benedizione alle imbarcazioni. Poiché il territorio dell'isola è interamente dichiarato zona militare, questa giornata e la domenica successiva sono le uniche date per poterla visitare.

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Dario Rigliaco