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Economia | 11 luglio 2019, 07:00

Le superstizioni a Genova e in Liguria

Ecco le superstizioni più diffuse a Genova e in Liguria, scopriamo quali sono quelle condivise anche con il resto dell'Italia.

Le superstizioni a Genova e in Liguria

Tutto il popolo d’Italia è notoriamente superstizioso. Alcuni dei simboli del Paese a livello internazionale sono il cornetto o il ferro di cavallo. In alcune città queste superstizioni si sono sviluppate in maniera leggermente diversa e con l’avvento di specifiche giornate (come venerdì 17 settembre) possono essere rappresentate in modo interessante. In questo articolo abbiamo raccolto le superstizioni di Genova e della Liguria, con alcuni consigli da seguire se si vuole avvicinare a sé la fortuna e soprattutto se si crede che gesti e avvenimenti apparentemente banali possano influenzare il risultato delle proprie esperienze.

Uno dei rituali più diffusi per portare fortuna è quello di lanciare le monetine nelle fontane. Tale usanza è praticata in tutta Italia e anche fuori ed è estremamente versatile. Proprio per questo motivo, non si smette mai di investire qualche centesimo per poter augurare buon auspicio.

Un esempio pratico per questo rito è quello attuato da tutte le persone che decidono di lasciare una moneta nel cappello della statua di Lucio Dalla, installata nel 2019 davanti al casinò di Sanremo. Il luogo è infatti frequentato da molte persone che cercano fortuna, per dare una svolta alla propria vita o per semplice divertimento. Ma non è necessario recarsi a Sanremo per poter tentare la sorte con le case da gioco, poiché i portali di casinò online permettono di giocare e vincere anche dal proprio smartphone. Per trovare il sito in cui iniziare a giocare si può utilizzare il portale VegasSlotsOnline.com/it, che permette di trovare recensioni e valutazioni di tutti i casinò online con licenza in Italia. Grazie ai consigli degli esperti, si potrà facilmente individuare quello migliore per sé sulla base delle offerte, i metodi di pagamento e prelievo (come carte di credito, portafogli virtuali e criptovalute), oltre dell'assortimento di giochi disponibili suddivisi per i più validi provider.

Tra alcuni degli altri metodi utilizzati in Liguria, nella speranza di ottenere una maggiore stabilità economica c’è sicuramente la cena di Capodanno. Mangiare le lenticchie è una tradizione consolidata che permette a tutti di confidare nell’anno successivo perché porti ricchezza e prosperità. La tradizione arriva dagli antichi Romani, che associavano la forma del piccolo legume con quella delle monetine. Inoltre, il processo di cottura permette alle lenticchie di crescere e gonfiarsi, metafora applicabile anche al proprio portafogli.

A tavola sono anche altre le azioni da compiere se si vuole allontanare la sventura. Quando si passa il sale, questo non si può porgere direttamente ma è bene poggiarlo di fronte a chi lo ha chiesto e lasciare che sia lui a prenderlo successivamente. Per quanto bizzarra, questa superstizione è legata alla preziosità del sale e al tentativo di evitare che venga sprecato con un’eventuale caduta. Se vedrete poi un ligure bagnarsi il dito nel vino e passarlo dietro le orecchie non temete, sta solo cercando di richiamare a sé la fortuna!

Nella tradizione marinara di Genova esistono alcune superstizioni che non sono molto conosciute nel resto d’Italia. Ad esempio, è sempre meglio evitare di portare fiori recisi in barca. Questo è collegato con l’abitudine di creare le corone di fiori ai funerali che venivano a volte lasciate nell’acqua del mare, nel caso in cui il defunto fosse un marinaio. Ripetere l’azione di portare fiori recisi in acqua è come richiamare quell’abitudine e quindi si intuisce da sé la superstizione ad essa collegata.

Tra gli amuleti più conosciuti e preferiti dai liguri c’è quello della coccinella. Secondo questo articolo pubblicato su LaStampa.it, accanto alle tradizioni nazionali ci sono delle preferenze per ogni regione che derivano dalla cultura locale. Tra tutta la popolazione, solo il 14% percento dichiara di non credere a nessuna di queste superstizioni e di non possedere alcun amuleto. La maggior parte delle persone si dichiara superficialmente agnostica, ma con riserva.

L’argomento è considerato interessante da moltissimo tempo, soprattutto nell’ottica della salvaguardia del folklore e della tradizione locale. Nel 2019 è stato ripreso in mano il lavoro di Maria Luisa Chiesa, che aveva scritto una tesi proprio su questi argomenti, pubblicata nel 1948. La nipote Chiara Franceschi, come riportato in questo articolo de lavocediGenova.it, ha trascritto e pubblicato una nuova edizione del libro, considerato un preziosissimo insieme di documentazioni della cultura popolare che andrebbero altrimenti perse con il passare del tempo.

Richy Garino

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