Attualità - 09 ottobre 2021, 15:30

Lucrezia di Dolceacqua, la leggenda del borgo medievale in provincia di Imperia

Una leggenda narra di un fantasma di una donna, Lucrezia, chiamata anche “La dama bianca”. In suo onore nacque la famosa “michetta”, dolce tipico del luogo

Dolceacqua è un tipico borgo medievale della val Nervia in provincia di Imperia, lungo il torrente Nervia. La parte più antica del borgo, posta ai piedi del monte Rebuffao, è dominata dal castello dei Doria e viene chiamata dagli abitanti Terra (Téra nel dialetto locale). Quella più moderna, chiamata il Borgo, si allunga sulla riva opposta, ai lati della strada che sale la valle.

Una leggenda narra di un fantasma di una donna, Lucrezia, chiamata anche “La dama bianca”. Per conoscere Lucrezia bisogna viaggiare indietro nel tempo; nel 1300 ci fu un terribile e tirannico conte del Castello dei Doria che introdusse la legge dello "ius primae noctis" (diritto della prima notte), che si riferisce ad un presunto diritto legale in epoca medievale che legittimava i signori feudali ad avere rapporti sessuali con delle donne durante la loro prima notte di nozze.
Lucrezia, donna innamorata di un uomo di nome Basso, non volle passare la sua prima notte di nozze con il malvagio conte così, i due decisero di sposarsi in segreto. Tuttavia, a causa dei rumori della festa, le guardie li trovarono e la portarono al castello.

Lucrezia si ribellò e tentò il tutto per tutto per sottrarsi alle volontà obbligate del conte nei suoi confronti, provando addirittura a suicidarci gettandosi dalla finestra. Il conte infuriato, la rinchiuse nelle prigioni del castello in attesa di tempi migliori. Tuttavia la situazione non cambiò e Lucrezia, piuttosto che cedere, si lasciò morire di fame.

Mentre tutto il paese stava piangendo la sua morte, Basso, una notte, nascosto nel castello si diresse nella camera da letto del conte, gli puntò un coltello alla gola e lo costrinse a scrivere una nuova legge in cui abolì il "diritto della prima notte". Il giorno dopo tutto il villaggio fu diviso tra la tristezza per la morte di Lucrezia e la felicità per la nuova legge che dava più libertà alle donne. Per questo motivo esse decisero di creare un dolce in onore di Lucrezia: la nota e dolce “Michetta”.

La storia narra che le donne del paese, quel giorno del 16 agosto 1300, decisero di modellare il dolce il più possibile simile ad una vagina femminile, mentre cantavano "Omi, au, a michetta a damu a chi vuremu nui" (dialetto ligure) che significa: "Uomini, ora la nostra Michetta, la diamo a chi vogliamo”. Da quel giorno, il 16 agosto è la festa della Michetta di Dolceacqua.
Tuttavia si narra che il fantasma di Lucrezia sia libero di girovagare nel castello e di comparire alle novelle spose, donando loro un canto melodico durante le notti più buie.  

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Dario Rigliaco