Attualità - 16 ottobre 2021, 15:15

Primo mese di scuola tutta in presenza: giù le quarantene e i contagi, ma aumentano notevolmente i problemi relazionali

A fare il punto della situazione è Alessandro Clavarino, direttore scolastico per le province di Genova e Savona: “Ma la tecnologia ha fatto il suo ingresso nella scuola direi in pianta stabile, e così deve rimanere”

Primo mese di scuola tutta in presenza: giù le quarantene e i contagi, ma aumentano notevolmente i problemi relazionali

Esattamente un mese fa, lo scorso 15 settembre, suonava nelle scuole liguri di ogni ordine e grado la prima campanella di quest'anno scolastico post pandemia, il primo che segna il ritorno in presenza al 100% per ragazze e ragazzi di tutte le età. Il mondo della scuola prova a svoltare e a mettersi alle spalle due anni estremamente difficili e difficoltosi, tra lockdown, didattica a distanza, problemi tecnologici ma anche fisiologici, oltre alla necessità di dover accelerare un piano di riforme e di ammodernamento che sarebbe stato comunque indispensabile.

In questo primo mese di percorso verso la normalità molto sta funzionando, qualcosa va ancora migliorato, ma è del tutto evidente che la campagna vaccinale sta mostrando i suoi effetti positivi, che le classi in quarantena sono in netta diminuzione, che non c’è paragone tra le condizioni attuali e quelle dell’ottobre del 2020 (quando si stava andando verso nuove chiusure) e che mai come in questo periodo alla scuola sono arrivati e continuano ad arrivare fondi e risorse, che però vanno spesi e investiti bene dai singoli dirigenti.

A fare il punto della situazione è Alessandro Clavarino, direttore scolastico per le province di Genova e Savona (l’ex provveditore agli studi). “Siamo tutti molto felici per il ritorno in classe al 100% in presenza - afferma - ma non gettiamo alle ortiche l’esperienza della didattica a distanza, nel senso che la tecnologia ci ha aiutato in un momento emergenziale e può tornare ad aiutarci in altre situazioni emergenziali”.

Secondo Clavarino infatti “la tecnologia ha fatto il suo ingresso nella scuola direi in pianta stabile, e così deve rimanere. Poi starà ai singoli istituti decidere come utilizzarla meglio, ferma restando la didattica in presenza al 100%, fatti salvi casi di classi in quarantena. Rispetto all’emergenza sanitaria e a come ha saputo reagire il mondo della scuola, non tutto è da archiviare, insomma”.

Uno dei dibattiti più frequenti e urgenti è se utilizzare o meno la dad in caso, ad esempio, di allerte rosse per maltempo: “È una questione delicata, - sostiene Clavarino - bisogna ragionarci bene, trovare un’intesa con gli enti locali; perché la didattica a distanza, comunque venga interpretata, è didattica in tutti i sensi, non è un giorno di vacanza. Quindi occorre fare le cose con serietà, si devono fare scelte uguali per tutti, non è che poi una scuola adotta un protocollo e un’altra ne adotta uno differente; io sono d’accordo con la dad in caso di allerte rosse, ma non dev’essere un ‘tappullo’”.

Quanto ai fondi che finalmente arrivano alle scuole “è paradossale ma è esattamente così: ci si è accorti di quanto importante sia la scuola, nel momento in cui la scuola, così come l’avevamo sempre intesa, è venuta a mancare. Ora però bisogna cercare di darsi da fare sia per spendere bene questi soldi sia per fare in modo che non restino ‘una tantum’ ma che, al contrario, lo Stato voglia investire con continuità nella didattica, che rimane la base di tutto il sistema che le sta intorno. Non voglio dire che in Italia ci sia solo la scuola, ma che la scuola sia il punto di partenza per il lavoro e per il futuro, su questo mi pare che non ci sia da discutere”.

Centrale il discorso dei fondi ex Covid, che hanno consentito ai singoli istituti di assumere nuovi docenti e nuovo personale Ata, per la gestione ordinaria e anche per quella straordinaria. Ora la domanda è se questi finanziamenti saranno prorogati anche dopo il 31 dicembre, data di fine dello stato d'emergenza sanitaria: “C’è un impegno politico molto forte, in questo senso. Quindi io spero di sì, anche perché la non conferma significherebbe per gli istituti smontare un organico ormai in essere: per quest'anno scolastico mi pare che non sia proprio il caso”.

Anche perché secondo Clavarino hanno funzionato molto bene “sia la piattaforma ministeriale per le nomine dei supplenti, senza la quale saremmo ancora qui in alto mare, sia quella per i controlli dei green pass. L’altra grande alleata poi, non dimentichiamolo, è stata la campagna vaccinale”. Ora sono in partenza i test salivari per la fascia di studenti tra i 6 e i 14 anni: “Durante la scorsa settimana, si sono tenuti vari incontri fra le Asl e l’Ufficio scolastico regionale, per mettere a punto gli ultimi dettagli. Siamo pronti a partire in quelle scuole cosiddette ‘sentinella’. Chiaramente serviranno un po’ di settimane sia per entrare a regime sia per avere i primi dati attendibili. Comunque, non si può non notare come la situazione sia nettamente migliore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.

Tanti segnali positivi, quindi, ma dentro le scuole non tutto è rose e fiori: se è vero che i contagi sono in calo, se è vero che le classi in quarantena sono in forte diminuzione, se è vero che si potrebbe anche terminare l’anno senza le mascherine indosso, è altrettanto vero che quasi due anni di didattica a distanza hanno fatto sentire i loro effetti e ci sono parecchi problemi relazionali dentro le aule, sia nel rapporto tra studenti e studenti che in quelli tra studenti e insegnanti e tra insegnanti e insegnanti. La presenza dello psicologo in istituto è aumentata, ma secondo Clavarino “pure qui, bisogna specificare. Il disagio giovanile c’era anche prima del Covid, questa situazione lo ha certamente amplificato. Quindi bene un maggior sostegno psicologico, sarebbe stato necessario e soprattutto utile in ogni caso, anche senza pandemia”. Il ‘mese zero’ della scuola s’è concluso: più luci che ombre, sperando che sia così anche la fine dell’‘anno zero’.

Alberto Bruzzone

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