Il Teatro Comunale di Cicagna ha il piacere di ospitare il 13 novembre alle 21 il ritorno di un’artista che nelle passate stagioni con gli spettacoli ‘Regine allo specchio’ e ‘Le serve’ ha entusiasmato il pubblico della ValFontanaBuona: è Emanuela Rolla - attrice, regista & acting coach - che insieme a Luca Maschi ha curato il testo e la regia di uno spettacolo non convenzionale, ‘Vininprosa’, prodotto da Performer Espressione Applicata; il 14 al Teatro Garage di Genova.
“Il punto di forza e l’originalità di 'Vininprosa' - dice Rolla - sta nella capacità d'essere mutevole come il vino perché con questo spettacolo ci concediamo la possibilità di stare in un costante e profondo ascolto di noi stessi chiedendoci: che percezione abbiamo dell’oggi? Che cosa non possiamo non raccontare? Forse non possiamo non raccontare che nella frenesia nella quale è calata gran parte della società dovuta alla quantità dell’avere e non alla qualità dell’essere, si rischia di voltare pagina troppo velocemente perdendo e/o dimenticando la memoria e primis su tutti l’unicità. C’è una sorta di resistenza lenta e non violenta che deve, dovrebbe essere sempre allenata e coltivata; c’è qualcosa di alchemico nel mondo del vino, c’è qualcosa di alchemico nel teatro e quest'alchimia è data dall’uomo, dalla qualità della sua vita e dalla sua ricchezza interiore. Non ci possiamo non chiedere come occuparci, preoccuparci di questa qualità umana dell’uomo, del rischio di perderla e perdersi”.
“E poi ci sono le cantine, - aggiunge Rolla - quelle dove sei cresciuta giocando a nascondino, quelle che hanno inghiottito ripetutamente palloni di ogni colore, quelle che sono da sempre alcove perfette per i topi, quelle che dalle porte fanno passare un sibilo di vento, che è bello, che è un canto, che profuma di mare di vino di vita e trasuda di terra e amore: queste sono le parole pronunciate da uno dei personaggi che prendono vita nello spettacolo che ci piace definire come una degustazione teatrale di vini”.
Vini dai sapori diversi con eleganti interpretazioni, grottesche e ironiche situazioni oppure atmosfere oniriche così da dare vita a racconti di storie lontane, di donne, contadini, divinità e non solo; ad ogni assaggio una storia che prende il via proprio dai vini, dal loro carattere e il proprio gusto. Nella locandina si legge "Siamo spiacenti, lo spettacolo potrebbe presentare contenuti altamente poetici" perché racconta storie di uomini, donne, nonni, nipoti e contadini che curano, difendendo e resistendo, la terra, la memoria, le proprie idee di autenticità, libertà, etica, rispettando la legge armonica della natura; crescere e lottare per un’idea, per far sì che prenda forma e corpo, perché proteggere e salvare il pianeta vuol dire proteggere e salvare la cultura, quella della vita.
“Abbiamo incontrato ed ascoltato i racconti dei vignaioli, - racconta Maschi - esplorando le loro vite e i processi dei vini abbiamo estratto storie meritevoli di un palcoscenico; in questo modo abbiamo dato forma allo spettacolo che nella sua forma più completa, prima che venisse amputato dagli avvenimenti degli ultimi venti mesi, prevede anche la degustazione che a teatro diventa un percorso multisensoriale dove al gusto e all’olfatto si associano vista e udito, così da creare un vero e proprio viaggio emozionale nel mondo del vino”.
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