Attualità - 01 dicembre 2021, 16:51

Crollo ponte Morandi e sostanze cancerogene: vigili del fuoco e cani del soccorso a rischio salute

Stefano Giordano: "Usb è l’unico sindacato che ha denunciato nei primi giorni d'intervento la presenza di amianto nelle macerie"

“Una tragedia che ha segnato in modo permanente il nostro paese: errori inaccettabili su una mancata prevenzione delle manutenzioni strutturali del viadotto, un crollo che ha coinvolto tutte le strutture del soccorso pubblico, in primis i vigili del fuoco”: è quanto si legge in una nota di Stefano Giordano del coordinamento nazionale Usb vigili del fuoco.

“Successivamente alle fasi preliminari d’azione – continua la nota - e fuori dall'urgenza dei primi interventi non è stato ravvisato, seppure richiesto nel contesto del Comando Provinciale, nonché anche in ragione delle richieste agli enti competenti e preposti a tale accertamento, di dover adottare tutti gli adempimenti opportuni per la tutela dei lavoratori e per l'esposizione a eventuale presenza di amianto, materiale facente parte della costruzione del viadotto Polcevera”.

“Nessuno del comando d’appartenenza – spiega la nota - risulta essersi attivato per garantire la tutela della salute dei lavoratori, quindi nessun intervento a protezione dei lavoratori è stato effettuato partendo dal presupposto che non è mai stata trovata alcuna traccia di amianto, come dichiarato da tutti i soggetti preposti ai controlli. Il viadotto Polcevera è stato costruito tra il 1963 e il 1967 su progetto dell’ingegnere Morandi ed era una struttura strallata costruita con calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso, con cavalletti bilanciati e stralli omogeneizzati: questi ultimi - con una tecnica innovativa a livello mondiale ma oggi discussa - erano rivestiti in calcestruzzo precompresso, allo scopo precipuo di proteggerli dagli agenti atmosferici”.

“Secondo le indicazioni tecniche degli anni ’60, - aggiunge la nota - le caratteristiche dell'amianto e il basso costo di lavorazione ne hanno favorito l'impiego in numerosi campi e in oltre 3.000 prodotti differenti. L'amianto è stato utilizzato massicciamente spruzzato su travi metalliche o in cemento armato, su soffitti, coperture di edifici industriali o civili. Per i suddetti motivi ci siamo trovati costretti a depositare un esposto nella Procura genovese al fine di poter avviare un percorso di prevenzione e tutela sanitaria nei confronti degli operatori intervenuti”.

“Oggi ci ritroviamo costretti ad integrare l’esposto – conclude la nota - allargando questa denuncia anche per la tutela dei nostri indispensabili cani operatori nel soccorso. La moria di alcuni di essi e le malattie contratte dopo l’intervento del ponte Morandi infatti non si possono tralasciare come casuali. Usb è l’unico sindacato che ha denunciato nei primi giorni d'intervento la presenza di amianto nelle macerie, ma inascoltato è stato costretto a denunciarlo nelle sedi preposte”.

Comunicato stampa